Avvio del test negli Instant Articles per il supporto agli abbonamenti. Per l’Italia c’è il quotidiano la Repubblica
La novità è stata annunciate con un blogpost, in cui sono indicati con precisione i modelli sperimentali adottati dal social, che così tende una mano agli editori
Nel corso delle prossime settimane, Facebook lancerà un test per supportare i modelli di abbonamento alle notizie negli Instant Articles, in partnership con dieci editori negli Stati Uniti e in Europa. Questo primo test, spiega un blogpost del social, sarà disponibile sui dispositivi Android e speriamo di espanderlo presto. “Questo test è il risultato del lavoro che stiamo facendo attraverso il Facebook Journalism Project. Dialoghiamo costantemente, con editori in tutto il mondo, per comprendere meglio le loro esigenze e i loro obiettivi e collaborare con loro, già nelle fasi iniziali del processo, allo sviluppo di nuovi prodotti”, prosegue la manager.
Per l’Italia c’è la Repubblica
I partner coinvolti sono: Bild, The Boston Globe, The Economist, Hearst (The Houston Chronicle e The San Francisco Chronicle), La Repubblica, Le Parisien, Spiegel, The Telegraph, Tronc (The Baltimore Sun, The Los Angeles Times e The San Diego Union Tribune) e The Washington Post. Massimo Russo, Direttore Generale della Digital Division di Gedi Gruppo Editoriale: “La collaborazione con Facebook e con le piattaforme digitali per testare la disponibilità degli utenti a pagare per il giornalismo riveste per noi grande importanza. È una strada sulla quale stiamo lavorando per affiancare a Repubblica.it nuovi prodotti di analisi e approfondimento”.
Il funzionamento del test
= Supporto del paywall negli Instant Articles sia per i modelli metered, a numero definito di articoli (si inizia con 10 articoli e per poi testare delle variazioni partendo da quel numero) sia per i modelli freemium (in cui l’editore controlla quali articoli vengono bloccati).
= Quando una persona, non ancora abbonata ad una testata, si imbatterà in un paywall all’interno degli Instant Articles, visualizzerà la richiesta di abbonarsi per ottenere l’accesso completo ai contenuti di quel editore.
= Se questa persona deciderà di abbonarsi, la transazione avrà luogo sul sito dell’editore, che gestirà direttamente il pagamento e tratterrà il 100% dei ricavi.
= Il rapporto tra editore e abbonato funzionerà esattamente nello stesso modo in cui avviene oggi sul sito del publisher, dove quest’ultimo ha accesso diretto e completo controllo, tra le altre cose, sull’impostazione dei prezzi e della proprietà dei dati degli abbonati.
= Questi abbonamenti includono l’accesso completo al sito e alle app dell’editore.
= Chi è già abbonato ad una testata coinvolta nel test, potrà autenticarsi all’interno degli Instant Articles per ottenere l’accesso completo agli articoli di quell’editore.
Altre funzionalità
Facebook testerà, inoltre, altre funzionalità che possano portare agli editori ulteriori abbonamenti, prima che una persona raggiunga il paywall. Queste novità comprendono una Call to Action (CTA), che apparirà all’interno degli Instant Articles, simile a altre CTA come “Email Sign-Up” (per iscriversi alle newsletter) o “App Install” (per installare l’App). Il social sperimenterà anche un pulsante “Abbonati” che sostituirà il pulsante “Mi piace” nell’angolo in alto a destra di un articolo e continuerà a collaborare con gli editori per perfezionare queste funzionalità e costruirne di nuove. Il social sta lavorando anche per migliorare ulteriormente le performance delle inserzioni negli Instant Articles. Solo quest’anno, il ricavo medio per page view è aumentato del 50% e gli Instant Articles generano più di 1 milione di dollari al giorno agli editori tramite Audience Network, sostiene la società. Infine, Facebook continuerà a investire per trovare nuove modalità per abilitare il business degli abbonamenti degli editori - tra cui lavorare con gli editori per eliminare le difficoltà nel flusso di conversione per abbonarsi, sfruttare i dati per targettizzare meglio i contenuti e le offerte verso abbonati potenziali e esistenti, e migliorare i nostri strumenti di marketing per renderli più adatti alle esigenze degli editori.