Autore: Redazione
23/11/2017

Buzzfeed accusa, Facebook blocca le pagine del network Web365 in Italia

L’editore fa il nome di una rete di siti colpevole di diffusione di notizie a carattere nazionalistico e anti immigrati, e il social network ne oscura i contenuti

Buzzfeed accusa, Facebook blocca le pagine del network Web365 in Italia

Può capitare di rimanere basiti, e magari di innervosirsi di fronte al proliferare delle cosiddette fake news (e anche dinnanzi all’incredibile successo popolare che simili notizie ottengono. Che siano fasulli anche i commenti? Pare di no…). Poi arriva un sito americano, di quelli influenti, Buzzfeed, che decide di dedicare un servizio-inchiesta a un network di siti italiani di news, accusato di diffondere articoli “contro gli immigrati” e carichi di “retorica nazionalistica”, e soprattutto capace di raggiungere un pubblico su Facebook di circa 25 milioni di persone. Che fa Facebook? Dopo aver visionato l’articolo, in meno di un paio d’ore cancella buona parte delle fanpage dei siti citati.

Una rete di 175 domini

Il network sarebbe riconducibile alla Web365 Srl, società con sede a Frascati, Roma, di proprietà di Giancarlo Colono. La rete di siti di Web365, secondo quello che scrive il sito americano, si compone di 175 domini di siti di notizie che si occupano di cronaca, salute, calcio (il più noto è forse Calciomercato.it), scommesse e animali domestici. Il portale dal quale è partita l’inchiesta è Direttanews.it, testata giornalistica registrata presso il tribunale di Velletri e, si legge nella gerenza, diretta da Cinzia Zando, la quale risulta iscritta all’ordine dei pubblicisti del Lazio.

Più like del Corsera

Buzzfeed non fa sconti e accusa la testata di fare “pseudo-giornalismo”, il sito di vivere di “clickbaiting virale”, tramite “titoli fuorvianti”, “tragici eventi di cronaca” e “retorica islamofoba”. DirettaNews aveva una pagina con circa 3 milioni di like, racconta Buzzfeed, prima che Facebook la chiudesse in queste ore, “più di alcune delle testate più grandi italiane come il Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport”, ma rispetto al Corriere poteva vantare anche più condivisioni dei pezzi pubblicati (circa 5 milioni negli ultimi 12 mesi).

I numeri dei siti oscurati

A dispetto di questa considerevole viralità in rete, Direttanews.it ha un traffico medio mensile nell’ultimo anno di circa 1,5 milioni di utenti (che non sono pochi, ma meno rispetto alle persone raggiunte sui social), mentre il Corriere nello stesso periodo ne conta circa 85 milioni (dati Similarweb). Mentre il secondo tassello della galassia di questi siti raccontati da Buzzfeed e riconducibili all’attività imprenditoriale di Colono, iNews24.it, conta circa 600mila utenti in media negli ultimi 12 mesi, con 1,5 milioni di like alla pagina Facebook, anche questa chiusa dal social network nelle ultime ore, nonostante, come scrive Buzzfeed, abbia prima certificato le pagine come autentiche.

Non si parla di fake news

L’inchiesta di Buzzfeed non parla mai in modo diretto di fake news. Non sembra un network di bufale come quello descritto da AGI lo scorso dicembre e che diffondeva notizie inventate di sana pianta su alcuni alti rappresentanti delle istituzioni italiane. Di Stefano (Casapound) batte tutti in tv o Erdogan che parla dell’inesistenza di un Islam moderato (ne aveva parlato il network russo RTV), o il ferimento di una vigilessa di Salerno in una rissa tra immigrati (notizia apparsa anche su Repubblica), le tensioni a Sassari tra migranti e popolazione locale. Da quello che si può verificare consultando le agenzie e i giornali, sono tutte notizie di fatti realmente accaduti, ma con titoli fatti apposta per suscitare indignazione nel lettore. Ma ci sono anche delle notizie false riprese da altre testate, come il caso del migrante ubriaco che ha aggredito l’infermiera di Rapallo, ma poi si è scoperto che non era un migrante ma un uomo della zona (ma la notizia è ancora online). Non a caso Laura Boldrini, oggetto di uno questi articoli, descrive quella di Buzzfeed come un’inchiesta “Che rivela come milioni di cittadini italiani siano ogni giorno vittima di informazione spazzatura”.

La Luce di Maria

Buzzfeed ha inoltre raccontato di un legame del signor Colono con un’associazione cattolica, La Luce di Maria, “la cui missione è diffondere la verità nel mondo”, su politica, religione e società. Un’associazione che non sembra essere collegata però alle sue attività di imprenditore, quanto piuttosto al suo credo religioso. Il sito Lalucedimaria.it ha contenuti palesemente religiosi, in alcuni casi antiscientifici, ma non è una testata giornalistica, né sembra volersi spacciare per tale. Parla di aborto, racconta delle preghiere di Papa Francesco e riporta testimonianze di conversione, non senza nette prese di posizione contro la “cultura gender”. Alcuni dei siti di Colono avrebbero condiviso sulle proprie fanpage gli articoli de Lalucedimaria.it, come dimostrano alcuni screenshot. A seguito dell’articolo Facebook ha messo offline anche la pagina del sito ulta cattolico.

La prima volta

Si tratta probabilmente della prima azione di Facebook di pulizia delle fanpage, dopo gli allarmi lanciati nelle scorse settimane di possibili ingerenze di fake news nella prossima campagna elettorale. Ma di sicuro la seconda in 10 mesi, dopo il network mix di siti di bufale, fake news e cattiva informazione di Matteo Ricci Mingani.