Autore: Redazione
20/07/2023

Marketing “in prestito”: il modello di comunicazione collaborativa e partecipativa di Supefluid Team

I segreti della realtà innovativa, che aggrega professionisti dell’innovazione per poi integrare all’interno del team dell’azienda con cui collabora le figure più adatte alle specifiche necessità del cliente, svelati dal co-founder Ivan Cogliati

Marketing “in prestito”: il modello di comunicazione collaborativa e partecipativa di Supefluid Team

Ivan Cogliati e Marco Ciccone, founders di Superfluid Team

Hai per le mani un progetto di comunicazione e non sai come gestirlo? Ti presto un’agenzia! Una sintesi facile, dai toni scherzosi, che però nasconde la verità dietro Superfluid Team (https://superfluidteam.com/), società che nasce dall’incontro tra Ivan Cogliati e Marco Ciccone, ex responsabili marketing di brand affermati, con alle spalle oltre 15 anni di esperienza, entrambi con un trascorso in digital company, tra cui Everli, realtà che li ha fatti conoscere sette anni fa. L’idea si è concretizzata alla fine del 2020 con la creazione di una realtà innovativa che supporta le aziende nello sviluppo di progetti di Marketing-as-a-Service attraverso un nuovo modello di business collaborativo e partecipativo. A differenza di un’agenzia tradizionale, Superfluid Team diventa un vero e proprio dipartimento di marketing interno, entrando al 100% nelle dinamiche dell’azienda, come team fluido che viene “preso in prestito”. Da un’analisi effettuata lo scorso gennaio tramite il Sistema Excelsior di Unioncamere-Anpal si manifesta un incremento dello skill mismatch in Italia, passato dal 38,6% dello scorso anno al 45,6% di quest’anno, per cui un lavoratore su tre non possiede le competenze richieste dalle aziende. La mancanza di candidati è la motivazione maggiormente indicata dalle imprese (27,8%), seguita dalla preparazione inadeguata (13,5%). Ed è anche per colmare questo gap che interviene Superfluid Team, i cui successi in questo triennio sono confermati dai numeri: un fatturato cresciuto dai 30.000 euro del nel 2020 a circa un milione fatto registrare nel 2022, con prospettiva di migliorare la profittabilità e scalabilità di questo modello del +30% nel 2023. Ci facciamo spiegare tutto da Ivan Cogliati, co-founder di Superfluid Team.

Con quali obiettivi nasce Superfluid Team?

«ST nasce in piena pandemia, con l’idea di supportare le aziende nella creazione e nello sviluppo di progetti in ambito marketing, seguendo un nuovo modello di business che aspira a essere collaborativo e partecipativo. ST infatti, dopo un’analisi delle opportunità di marketing strategiche e operative che l’azienda può raggiungere, individua quelle con risultati misurabili che più possano adattarsi alle potenzialità dell’azienda. In seguito alla fase di assessment, ST entra a far parte al 10% del comparto marketing dell’azienda con cui collabora, come fosse un dipartimento interno, ma in maniera “fluida”, come indica anche il nome stesso dell’azienda, perché non comporta gli stessi oneri di un team dipendente e permette di attivare competenze specifiche che le aziende italiane trovano spesso difficoltà nel reperire». 

Come opera l’agenzia e in che modo si inserisce nei percorsi del cliente?

«ST non è un’agenzia, ma una realtà innovativa che aggrega professionisti del marketing e dell’innovazione per poi integrare all’interno del team dell’azienda con cui collabora le figure più adatte alle specifiche necessità del cliente. ST prende vita dopo diverse esperienze mie e di Marco, co-founder di ST, in aziende in ascesa dal punto di vista imprenditoriale e dell’innovazione (es. BrumBrum, Everli, Expedia, Google e Simple Agency, ora dentsu). A un certo punto, ci siamo resi conto che nel mercato in cui lavoriamo, l’esigenza delle aziende è quella di avvalersi di collaboratori con specializzazioni diverse per lo sviluppo di progetti, ma che questa necessità si scontra con un mercato del lavoro poco flessibile per questo tipo di attività. ST interviene proprio per venire incontro a questo bisogno e sopperire a questa difficoltà nel trovare competenze specializzate da parte delle aziende».

Quali sono i prodotti offerti (e maggiormente richiesti dal cliente)?

«ST propone un modo di lavorare che sia collaborativo. I nostri sono servizi offerti, non prodotti, che vanno a colmare un gap presente nel mondo del lavoro di oggi, in cui lo skill mismatch segna numeri in crescita davvero notevoli, soprattutto in ambito digital marketing e nuove tecnologie; per cui, dalla pubblicità su Google a Instagram e TikTok, dalla produzione di contenuti all’influencer marketing, dal graphic designer all’ingegnere del dato o al direttore marketing, noi di ST offriamo in una modalità “in prestito” più di 30 competenze diverse, scelte sartorialmente sulla base delle necessità delle aziende, per portare avanti i loro progetti di crescita e di sviluppo, in termini sia di lead che di fatturato».

Come si sta evolvendo il rapporto tra agenzia e clienti e quali sono diventati i focus delle partnership?

«Le agenzie di comunicazione oggi hanno grande difficoltà a rispondere chiaramente alle esigenze delle aziende. Abbiamo riscontrato che il modello proposto da ST, che segue in maniera rigida un iter fatto di analisi e feedback con dati quantificabili, rispecchia le aspettative di aziende che non conoscono approfonditamente il mercato e che cercano più che un’agenzia, un vero e proprio partner che li aiuti a capire come raggiungere i KPI preposti. L’incarico nel nostro caso, non viene effettuato sulla base delle ore che si svolgono per l’azienda e su un budget di partenza (budget che spesso l’azienda ha difficoltà a stabilire a priori senza una fase appunto di assesment che permetta all’azienda cliente di testare i talenti messi a disposizione da ST e a noi di conoscere a fondo la realtà con cui si trova a collaborare), ma sugli obiettivi operativi e di business che devono essere raggiunti nel breve e nel medio periodo. L’agenzia di marketing e comunicazione deve diventare un’entità sempre più ibrida, in grado di offrire soluzioni flessibili che non rimangano ancorate ai vecchi sistemi ma che si muovano anche nelle nuove tecnologie e nell’ambito dell’information data, con un approccio adattabile alle necessità del mercato».

 Quali sono i punti cardine del vostro 2023?

«ST è cresciuta rapidamente sia nel numero di talenti messi a disposizione, circa 10 persone interne e 50 inserite nei processi dell’organizzazione con strumenti e accordi quadro, sia nel fatturato, che è passato dai 30k€ nel 2020 a circa 1M€ nel 2022, confermando un ulteriore sviluppo nella prima metà del 2023. Fino a quest’anno, si sono affidate a noi sia realtà storiche che innovative quali Furla, Scalapay, Viceversa, Cambiomarcia (Gruppo Unipol), Modivo (gruppo Eobuwie), Vino.com, Mulac (Cosmetica srl), e Rattix».

Con quali settori lavorate maggiormente e con quali vi piacerebbe operare?

«Dal 2020 a oggi, abbiamo effettuato decine di assesment per realtà diverse, operando in almeno una ventina di settori. Quello in cui ci siamo trovati a lavorare maggiormente è sicuramente il settore dell’automotive, dinamico e innovativo per definizione, in cerca di risposte concrete e soluzioni misurabili».

I prossimi step e obiettivi?

«Ci piacerebbe da qui a un anno raddoppiare il numero di valutazioni realizzate per le aziende, passando dai 50 attuali a 100. Questo processo di crescita implica che un modello di business così strutturato diventi sempre più familiare per l’industria italiana e le imprese piccole, medie e grandi, che spesso non sanno quali opportunità possa loro offrire».