Autore: Redazione
09/09/2016

Solo il 5% dei marketer sfrutta i dati first-party dei clienti

Secondo la ricerca di Rocket Fuel solo integrando le informazioni a disposizione si usa in modo efficace e costante ogni momento potenziale di engagement. Il commento di Enrico Quaroni

Solo il 5% dei marketer sfrutta i dati first-party dei clienti

L’analisi dei dati provenienti dai propri clienti è ormai un perno fondamentale di tutte le odierne strategie di marketing a livello internazionale. Nonostante queste siano le informazioni più preziose nelle mani delle aziende e dei marketer che devono destreggiarsi in un mercato sempre più competitivo, solo il 5% dei professionisti in Europa utilizza in modo efficace i dati dei propri clienti. Ciò dimostra la necessità fondamentale di investire in tecnologia di marketing per aiutare a ottimizzare al massimo gli insight propri del brand. Questo è quanto emerge dall’ultima ricerca targata Rocket Fuel, nella quale si sottolinea inoltre come, a fronte di ciò, i marketer considerino l’analisi dei dati (88%) e la loro gestione (81%) come gli elementi più importanti per il loro successo. Enrico Quaroni, managing director di Rocket Fuel Italia, Spagna e Mena Region, commenta i risultati della ricerca realizzata in vista di Dmexco. C’è bisogno di una valutazione in tempo reale dei dati E allora cosa fare per sfruttare al meglio i dati first-party per ottenere un rendimento ottimale della campagna? Solo integrando in un istante la grande quantità d’informazioni a disposizione si può sfruttare in modo efficace e costante ogni momento potenziale di engagement. In un momento in cui ogni centesimo d’investimento conta, tutti i brand hanno bisogno di decisioni di marketing basate su una valutazione in tempo reale dei dati. Questo può trasformare un prospect in un cliente, perché è stato targetizzato con una creatività di suo interesse in un momento in cui desiderava fare un acquisto. La concentrazione degli sforzi di marketing e di apprendimento dei dati first-party, fa sì che le decisioni possano essere prese avendo a disposizione tutti i dati necessari, raggiungendo i clienti sui loro canali di acquisto preferiti e più probabili. Questa raccolta unica di dati del cliente comporta un significativo vantaggio competitivo e ROI tangibile che si basa su metriche di acquisto sostanziali. Elementi concreti per una comunicazione intarget E ancora, dopo aver capito le guideline da seguire per ottimizzare le performance dei brand, come si dovrebbe agire? Utilizzando i dati first-party i marketer sono in grado di agire in base a un’intelligence approfondita dei loro clienti. Questo può includere milioni di attributi demografici, comportamentali e contestuali. La location, l’ora del giorno, il luogo in cui si trovano in quel momento e il dispositivo utilizzato hanno un impatto sul targeting ma bisogna tenere in considerazioni anche avvenimenti più recenti, come ad esempio gli annunci cliccati e i siti web visitati quel giorno e fattori a lungo termine come le abitudini di navigazione, il comportamento d’acquisto e gli interessi. Tutto questo è fondamentale nel determinare la probabilità che un cliente compia l’azione di marketing desiderata e per raggiungerlo nel momento in cui è più favorevole all’acquisto. È fondamentale quindi sia costruire una visione completa del percorso del cliente e degli insight sia la creatività che guiderà i migliori risultati di business. I dati first-party sono fondamentali per avere una visione completa e comprendere il percorso del cliente. In questo modo i marketer possono connettersi alle persone e non solo ai loro dispositivi, e garantire che la pubblicità sia il più pertinente e utile possibile. Dunque, grazie a tutti questi dati first-party i brand possono capire meglio chi sono i loro clienti e raggiungerli nel momento in cui sono più favorevoli all’acquisto. Al contrario, la maggior parte del budget a disposizione dei marketer sarà sprecato per prospect che potrebbero non avere un interesse sostanziale o che mostrano un comportamento che indica un’intenzione di acquisto che in realtà non esiste.