LinkedIn annuncia i nuovi risultati del suo Global Recruiting Trends annuale
Dalle interviste sono scaturite problematiche e risposte relative a diversity, nuove tipologie di colloqui, dati e AI
Forse è arrivato il momento di cambiare il modo di fare selezione del personale concentrandosi maggiormente su attività più gratificanti, situazioni in cui l’elemento umano rimane il fattore più strategico. Partendo da questi presupposti, LinkedIn ha evidenziato nel suo recente report Global Recruiting Trends i quattro principali trend che guideranno il settore nei prossimi mesi.
Diversity, nuovo trend globale
Nello specifico i quattro trend, individuati attraverso lo sviluppo di interviste mirate a oltre 9 mila professionisti nel campo HR in tutto il mondo, sono stati: Diversity Inclusion (78%); Nuovi strumenti per I colloqui (56%); Analisi dei dati (50%); Intelligenza artificiale (35%). La diversity è il nuovo trend globale della talent acquisition.
Difficoltà nei colloquio
Il 78% delle aziende ha come priorità la diversity per migliorare la propria cultura aziendale, mentre il 62% approccia il tema per migliorare le proprie performance finanziarie. I cosiddetti “diverse team” risultano più produttivi, innovativi e creativi rispetto agli altri. Nonostante questo però ci sono ancora molte aziende che non riescono a raggiungere l’obiettivo di migliorare le proprie politiche legate a questo tema. Un’evidenza questa che è emersa anche dai dati del report che hanno dimostrato come il motivo principale di questo problema sia il fatto che i recruiter e gli HR manager non riescano a trovare abbastanza candidati di questo tipo a cui fare un colloquio (38%).
Nuovi strumenti di selezione per capire meglio i candidati
I colloqui tradizionali, così come li conosciamo, stanno piano, piano perdendo il loro valore. Secondo gli intervistati il principale problema di questo tipo di colloqui tradizionali è la loro limitata capacità di individuare le soft skill dei candidati (63%) e le criticità che possono dimostrare all’interno dell’ambiente lavorativo (57%). Fortunatamente, però, la tecnologia sta aiutando i recruiter a risolvere questo problema, attivando nuove strategie che offrono maggiori opportunità di comprensione dei candidati e delle loro potenzialità, oltre che delle loro attitudini, soprattutto nel lavorare in team.
I dati sono il nuovo superpotere delle aziende
I risultati emersi dalla ricerca dimostrano che sempre più recruiter e HR manager utilizzano l’analisi dei dati nel loro lavoro e molti prevedono di usarli ancora di più nei prossimi anni. Certo, l’utilizzo dei dati nel campo delle risorse umane non è più una novità, ma ciò che è cambiato, soprattutto negli ultimi anni, è il loro volume, la velocità con cui possono essere analizzati, le loro capacità predittive e la possibilità di utilizzarli per rendere più smart le decisioni di selezione del personale attraverso nuove frontiere dell’innovazione tecnologica come l’intelligenza artificiale. Il 69% dei recruiter crede che usare i dati possa dare più visibilità al proprio lavoro e migliorare quindi le proprie opportunità di carriera.
Il futuro del recruiting è nell’Ai
L’AI come abbiamo detto è uno dei grandi motori dell’evoluzione che sta completamente trasformando il settore delle risorse umane. Ci sono già svariati software, infatti, che permettono di rendere più semplici, veloci ed efficaci le ricerche dei talenti, come per esempio LinkedIn Recruiter, senza contare poi il fatto che i chatbot ormai possono dare feedback precisi e immediati per fornire informazioni puntuali alle domande dei candidati che si propongono per un’offerta di lavoro evitando di fare sprecare tempo al recruiter. Nonostante questo, però, c’è ancora qualche dubbio sull’adozione di questi sistemi innovativi da parte dei professionisti del settore e il 14% teme che l’avvento dell’intelligenza artificiale possa fargli perdere lavoro.