Autore: Redazione
15/10/2018

L’impatto del GDPR sugli ad tracker? Per Cliqz e Ghostery è stato decisamente disomogeneo

I piccoli ad tracker hanno perso tra il 18% e il 31% della loro reach. Al contrario, Facebook ha subito un calo di poco meno del 7%, mentre Google è stato in grado di aumentarla, anche se solo dell’1%

L’impatto del GDPR sugli ad tracker? Per Cliqz e Ghostery è stato decisamente disomogeneo

Il regolamento generale dell’Unione europea sulla protezione dei dati - o GDPR - non ha avuto lo stesso impatto su tutti gli ad tracker, suggeriscono nuove ricerche. Secondo le analisi di Cliqz e Ghostery, i piccoli ad tracker hanno perso tra il 18% e il 31% della loro reach. Al contrario, Facebook ha subito un calo di poco meno del 7%, mentre Google è stato in grado di aumentare la sua portata di poco più dell’1%, hanno rilevato gli specialisti della privacy dei dati. Per i loro risultati, Cliqz e Ghostery hanno analizzato i primi 2.000 domini in Europa nei mesi prima e dopo l’entrata in vigore del GDPR, lo scorso maggio. Possibili spiegazioni Che cosa spiega l’impatto disomogeneo del GDPR? Tra le altre possibili spiegazioni, Google, Facebook e altri giganti della tecnologia, sono stati in grado di dedicare risorse significative al rispetto della normativa. Inoltre, Google potrebbe aver usato la sua posizione dominante sul mercato per incoraggiare gli editori a ridurre il numero di fornitori di tecnologia, e quindi il numero di tracker sui loro siti. “Google beneficia indirettamente degli effetti del GDPR, che ha portato il mercato pubblicitario online in Europa ad una maggiore concentrazione, poiché la maggior parte degli inserzionisti perde quote di mercato”, suggerisce il nuovo report. Per non rischiare sanzioni, è anche possibile che i proprietari di siti web abbiano preferito muoversi in sicurezza e eliminando gli inserzionisti più piccoli, che potrebbero aver avuto difficoltà a dimostrare la conformità. Impatto negli USA Da aprile a luglio di quest’anno, il numero medio di tracker per pagina sui siti europei è sceso di quasi il 4%, indicano Cliqz e Ghostery. Al contrario, negli Stati Uniti, il numero medio di tracker per pagina è aumentato dell’8%. Sulla scia del lancio del GDPR, la maggior parte degli ad tracker sono ancora presenti sui siti di notizie. In media, incorporano 12,4 tracker. Sui siti di ecommerce, il numero medio è diminuito del 6,9%, scendendo a 9,5 per pagina.