Autore: Redazione
07/09/2017

Le imprese del futuro, Decathlon spiega come ringiovanire invecchiando

L’intervento di Andrea Boldrin, hr director dell’azienda, all’interno del quaderno Weconomy #11 “Quid Novi?

Le imprese del futuro, Decathlon spiega come ringiovanire invecchiando

Come deve comportarsi un’azienda per non perdere mai la cresta dell’onda? “I processi di cambiamento non vanno avviati solo se c’è qualcosa che non va, al contrario noi diciamo che ‘Il tetto va riparato quando non piove’”. Con questo intervento, ospitato all’interno del quaderno Weconomy #11 “Quid Novi?, Andrea Boldrin, hr director di Decatlhon, spiega come le aziende debbano essere capaci di trasformarsi continuamente. Aggiornamenti costanti Un’impresa può invecchiare, può rimanere nel passato, può appartenere a un’altra generazione, oppure può costantemente modificare se stessa, ringiovanire, per essere sempre in grado di soddisfare le esigenze dei propri clienti e dei propri dipendenti. Dove la parola chiave è ‘costantemente’. I processi di cambiamento non vanno, infatti, avviati solo se c’è qualcosa che non va, se qualcosa non torna, ma devono essere continuamente attivi in background. Perché restare fermi significa scomparire. Non attendere che il tetto crolli C’è un detto che sembra adattarsi bene a quello che facciamo in Decathlon: “Il tetto va riparato quando non piove”. Anche quando l’azienda va bene, non bisogna essere spaventati dal cambiamento, occorre impegnarsi per farlo accadere in maniera capillare, senza dimenticarsi dei valori alla base della cultura aziendale. La capillarità si può raggiungere solo abilitando ogni livello organizzativo a fare scelte, senza paura di fare errori o fallire. Si devono quindi abbattere i silos rigidi per creare aree d’azione permeabili nelle quali i lavoratori siano invitati a partecipare alla vita d’impresa e dell’impresa in maniera cross. La sussidiarietà secondo Decathlon In Decathlon applichiamo il concetto di sussidiarietà, secondo il quale è necessario avvicinare le decisioni al punto d’impatto delle decisioni stesse. Per raggiungere quest’obiettivo abbiamo agito in diverse direzioni. Abbiamo fatto in modo che chiunque possa partecipare e contribuire attivamente; abbiamo organizzato diversi workshop nei quali partecipare in maniera fisica e digitale, per permettere a ciascuno di esprimersi rispetto a diversi argomenti dell’universo aziendale; abbiamo ridefinito il concetto di management, immaginandolo come una ‘T’ nella quale la parte verticale rappresenta il mestiere specifico di ogni individuo, la parte orizzontale descrive il valore che ciascuno può dare all’azienda, quel qualcosa in più che si può mettere a disposizione di tutti (talento, conoscenza, passione). Essere moderni significa incentivare la libertà espressiva D’altra parte, in un mondo sempre più social, dove le persone, tutte le mattine appena sveglie, prendono in mano uno smartphone che non si spegne mai, e fotografano la propria colazione, o mettono un like alla foto di un amico, o comunicano la qualità del loro sonno, in un mondo dove di continuo si esternano le proprie emozioni, le proprie volontà, i propri pareri, è evidente l’esigenza di ognuno di potersi esprimere. È necessario, quindi, incentivare la libertà espressiva e favorire le iniziative dei dipendenti, creando una cultura che celebra il diritto all’errore, non solo per esorcizzare la paura di sbagliare e nutrire l’imprenditorialità dei collaboratori, ma anche per far sì che ciascuno possa imparare dagli sbagli altrui. Più le persone di un’azienda sono abilitate a innovare l’azienda stessa dall’interno, più questa sarà in grado di adattarsi ai cambiamenti del contesto saltando da una generazione all’altra con abilità e costanza.