Autore: Redazione
18/01/2016
La classifica dei cinque trend del digitale individuati per quest’anno da AdAge
Messenger apre al business, emoji e Gif sostituiscono i messaggi di testo, la ribalta della Cina, la VR si consolida e i video a 360 gradi non diventeranno ancora la norma
AdAge ha stilato una speciale classifica su quelli che saranno i trend del digital nell’anno appena iniziato. DailyNet ha deciso di condividerla con i suoi lettori.
Facebook Messenger si apre al business
L’app di Facebook per chattare rappresenterà una nuova e importante fonte di monetizzazione per il social. Nato inizialmente come servizio di instant messagging, nel 2014 Messenger è diventato una app a sé stante. E dopo una serie di annunci, adesso è pronto per essere un veicolo di business. Già l’anno scorso, infatti, il team di Messenger ha condotto i primi test per esplorare vide di monetizzazione, come soluzione di customer care per le aziende o come assistente per le persone che in America possono ordinare una macchina Uber direttamente dall’app. Con l’aumento degli utenti che si rivolgono a Facebook per dialogare con le aziende, ci si attende dunque che il social faccia pagare questo privilegio. Recentemente Facebook ha comunicato che gli utenti di Messenger hanno superato gli 800 milioni.
La “morte” dei messaggi di testo
Le Emoji hanno dominato nel 2015. Ma le Gif saranno il prossimo trend delle app di messaggistica. In Asia, le Gif sono molto diffuse in app come WeChat e Line. Il loro appeal è scontato: perché mandare una faccina gialla standard quando è possibile inviare un breve video? I più bei e divertenti cugini delle emoji sono familiari in piattaforme come Tumblr ma nei mercati occidentali hanno ancora una diffusione limitata, anche se adesso Facebook ha deciso di integrarle. Per esempio Messenger ha inserito al suo interno un Gif-finder e alcuni brand li hanno già usati. Tra emoji e Gif chi ha ancora bisogno di utilizzare messaggi di testo.
I cacciatori di teste guardano alla Cina
Dal momento che il commercio elettronico è letteralmente esploso in Cina e questo mercato è davvero cruciale per la quasi totalità delle aziende, le multinazionali sceglieranno executive con esperienze sul territorio per supervisionare la strategia di ecommerce globale. Due esempi: Mars ha da poco promosso il suo general manager per la Cina, Clarence Mak, a chief customer officer e global ecommerce leader. Anche Cindy Chen, attuale global head of ecommerce di Mondelez, ha lavorato in Cina.
Virtual reality raffinata
Quest’anno le esperienze di virtual reality saranno più sofisticate, con storytelling più raffinati e maggiori livelli di interattività, dati ai consumatori dall’arrivo sul mercato di Oculus, guarda caso sempre di propietà di Facebook. Proprio Oculus ha stretto una partnership con Felix & Paul Studios per sviluppare contenuti narrativi lunghi in realtà virtuale. Anche Disney ha messo gli occhi sul settore, con un investimento da 65 milioni di dollari in Jaunt VR. E 20th Century Fox si sta tuffando come meglio può in questo segmento: al Ces appena terminato ha dato un esempio di virtual reality con “The Martian Experience”, basato sulla pellicola.
Il 2016 non sarà l’anno del breakout dei video a 360°
Ci sono numerose ragioni per pensare che il 2016 sarà l’anno di consacrazione dei video a 360 gradi. Due delle più grandi piattaforme video, infatti, YouTube e Facebook, supportano già il formato che consente alle persone di esplorare il filmato in tutte le sue dimensioni semplicemente toccando o cliccando sul video stesso. Ma mentre le possibilità di fruire filmati di questo genere stanno aumentando, rimane la questione su cosa la gente vorrà guardare. New York Times, Disney e Vice sono alcune delle più importanti company che stanno già producendo video a 360 gradi ma la maggior parte di questi filmati non ha ancora una storia o personaggi che possano coinvolgere ampie fette di audience. Se le persone entreranno in contatto in modo consistente con questa tipologia di video, i loro contenuti necessiteranno di rivalleggiare, se non di superare in qualità, quello che gli utenti guardano quotidianamente. E perché ciò accada, i produttori hanno bisogno di tempo per sperimentare. E il 2016, in questo senso, non basterà.