La class-action dell’avvocato austriaco Max Schrems contro Facebook rimandata alla Corte di Giustizia Ue
La corte suprema austriaca ha domandato alle autorità sovranazionali di esprimersi su due questioni. Nel frattempo il social networknon cede e rigetta ancora le accuse
La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha discusso con gli eventuali interessati una eventuale class action contro Facebook da parte dell’avvocato austriaco Max Schrems, insieme ad altre 25.000 persone nel mondo, che chiedono 500 euro a testa per i danni dovuti alle modalità di gestione dei dati del social. In particolare l’accusa di Schrems riguarda la violazione della privacy da parte di Facebook attraverso l’uso di dati personali e il tracciamento anche su siti esterni, un tema, quest’ultimo, su cui di recente si è pronunciato un tribunale americano dando ragione a Facebook. Secondo l’avvocato il caso va trattato come una class-action, visto che un’azione singola non avrebbe alcuna possibilità di concretizzarsi. acebook ha rigettato le accuse, a dire il vero lanciate nell’agosto del 2014 presso il tribunale di Vienna nei confronti della filiale irlandese del social network più grande al mondo.
La class-action contro Facebook
Se da un punto di vista legale il caso contrappone formalmente due parti, circa 25.000 persone hanno trasferito a Schrems la capacità di far rivalere i propri reclami, formando una class-action artificiale. Quindi la corte suprema austriaca ha rimandato due questioni alle autorità sovranazionali europee: primo, ha chiesto se le persone perdano lo stato di “consumatore” quando pubblicano un libro, tengano lezioni, raccolgano donazioni e gestiscano siti web; secondo, nel caso in cui Schrems possa essere considerato un consumatore, ha domandato in che modo potrebbe dare udienza alla class action dato che molte delle persone coinvolte non sono austriache ne tantomeno europee. Per la tesi di Facebook Schrems non è un consumatore: ha scritto e trattato in modo estensivo casi di privacy e soprattutto utilizzato la piattaforma per approfondire quelle attività professionali - cosa che l’avvocato ha negato. Una decisione dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno.