L’IA può garantire la conformità con la nuova normativa dell’UE sulla supply chain?
Per adeguarsi alle nuove disposizioni, le aziende più grandi devono sviluppare e presentare piani che dimostrino come intendono allineare le loro attività commerciali lungo l’intera supply chain come siglato nell’Accordo di Parigi e con gli standard dei diritti umani
Silvia Speranza
a cura di Silvia Speranza, Regional Vice President di Appian Italia
La nuova normativa dell’UE sulla due diligence in materia di sostenibilità delle imprese (Corporate Sustainability Due Diligence Directive, CSDDD) è la più ambiziosa che l’Unione abbia mai adottato per quanto riguarda la supply chain. La normativa stabilisce degli obblighi di due diligence per le imprese, con lo scopo di proteggere i diritti umani e l’ambiente. Le imprese devono identificare i rischi nelle loro aziende, filiali e partner e, se necessario, adottare misure preventive e risolutive. Nel farlo, devono includere la supply chain sia a monte che a valle, cioè l’estrazione e la produzione delle materie prime, ma anche fattori come la consegna del prodotto al cliente finale. È un compito impegnativo: per adeguarsi alla nuova normativa, le aziende più grandi devono sviluppare e presentare piani che dimostrino come intendono allineare le loro attività commerciali lungo l’intera supply chain come siglato nell’Accordo di Parigi e con gli standard dei diritti umani. Attualmente, le imprese interessate hanno solo due anni per adeguarsi e, considerato il breve lasso di tempo, devono privilegiare l’adozione di tecnologie intelligenti per rispettare i loro obblighi. La gestione delle nuove normative per la conformità alla CSDDD rappresenta un’enorme sfida tecnologica. Molte aziende continuano a fare affidamento su documenti, fogli di calcolo ed e-mail, il che rende la conformità molto più difficile. La due diligence è richiesta anche nella gestione dei rapporti con i fornitori di servizi. In questo caso, le aziende devono garantire la conformità a ispezioni sanzionatorie complesse e sfaccettate, che dipendono da fattori come la zona, la categoria di prodotti o il volume degli ordini. Spesso, questo comporta che diversi reparti lavorino manualmente sui casi, che implica processi troppo lenti e soggetti ad errori umani. Senza strumenti digitali efficaci, questa inefficienza può tradursi in errori di reportistica, che possono essere dispendiosi per le aziende nell’era della CSDD. Le aziende devono aggiornare i loro sistemi di gestione delle risorse aziendali (ERP) per affrontare la sfida. Questo processo, tuttavia, non dev’essere necessariamente faticoso: l’automazione dei processi basata sull’intelligenza artificiale può costituire un potente ponte tra le vecchie e le nuove architetture IT. Queste soluzioni possono integrarsi con i sistemi preesistenti come “strato di agilità”, utilizzando il data fabric per unire dati fino ad ora frammentati e provenienti da fonti diverse in un unico ambiente per orchestrare i processi e visualizzare dati contestuali e rilevanti per gli utenti in un’interfaccia intuitiva. In questo modo, queste piattaforme possono aiutare le aziende a gestire le necessarie variazioni di processo tra i sistemi per migliorare l’efficienza e la trasparenza della supply chain. Oltre all’IA generativa, l’IA svolge un ruolo chiave anche nell’elaborazione elettronica dei documenti (IDP), particolarmente utile in ambito aziendale per estrarre dati dai PDF e da altri file per poi generare documenti, compilare moduli e persino creare applicazioni basate su registri di sanzioni provenienti da diversi enti di conformità e destinati a cambiare periodicamente. Inoltre, l’intelligenza artificiale è in grado di trasformare i dati non strutturati della nuova normativa in formati strutturati, per poi compilare e classificare automaticamente i documenti in linea con gli standard aziendali. I dati raccolti, provenienti da sistemi e silos diversi, vengono resi disponibili per l’automazione dei processi attraverso la quale si possono identificare errori, correggerli e standardizzarli. Questo può contribuire a garantire che i dati siano coerenti e più facili da analizzare. Le potenzialità dell’automazione possono, quindi, aiutare le aziende della supply chain e i partner ad analizzare grandi volumi di dati ESG in modo rapido e accurato; inoltre, possono utilizzare l’intelligenza artificiale per identificare modelli e tendenze nei dati ESG e individuare potenziali rischi.
Sfruttare i dati e i processi
Stabilito questo livello e unite le fonti di dati, è possibile creare automaticamente i report richiesti in materia ambientale, sociale e di governance (ESG). A livello pratico, i set di dati ESG sono ampi, complessi e difficili da analizzare. Ed è proprio qui che un data fabric può svolgere un ruolo cruciale, abbattendo i silos di dati e consentendo a un’azienda di collegare senza soluzione di continuità i dati ESG provenienti da dipartimenti e sistemi software differenti. In questo modo, non solo si riduce la mole di lavoro necessaria, ma si aumenta anche la trasparenza nella preparazione dei report. Con una piattaforma per l’automazione dei processi che si integra perfettamente con i sistemi, i database e i fornitori di terze parti preesistenti, i team responsabili dei rischi possono generare report ESG basati su dati elaborati, determinati dal sistema o registrati manualmente. In questo modo, si crea un’ampia panoramica dei principali indicatori di rendimento e di rischio e si garantisce la trasparenza a tutti gli stakeholder.
Focus sulle piattaforme low-code
Di solito, tutte queste tecnologie provengono da fornitori di software diversi per ERP, sistemi di gestione dei dati e database, master data management (MDM), integrazione delle applicazioni aziendali (EAI), gestione dei processi aziendali (BPM), sistemi di gestione dei documenti, riconoscimento ottico dei caratteri (OCR), apprendimento automatico (ML) e, infine, intelligenza artificiale (AI). Questi strumenti non sono solo costosi da implementare e mantenere, ma sono anche difficili da gestire e modernizzare all’interno di un contesto aziendale. Ad ogni modo, esiste un’alternativa: le piattaforme low-code permettono agli sviluppatori e ai dipendenti meno esperti di creare facilmente applicazioni aziendali su misura per ogni realtà, con la capacità di visualizzare i flussi di lavoro e di automatizzare i processi. Inoltre, sono dotate di interfacce intuitive che consentono ai dipendenti di accedere alle informazioni e alle attività da qualsiasi dispositivo. Se confrontate con gli approcci tradizionali di software e sviluppo, le aziende che utilizzano le piattaforme low-code possono contare su una maggiore velocità e agilità. Nella gestione della supply chain ciò si traduce in una maggiore reattività e, di conseguenza, in un vantaggio competitivo.
È ora di agire
La CSDD rappresenta un notevole cambiamento normativo per le imprese che operano nell’UE e che devono quindi mettersi in regola. Sebbene le sfide siano notevoli, l’IA e le piattaforme low-code possono indicare la strada migliore da intraprendere. Queste tecnologie possono ottimizzare i processi, aumentare la trasparenza e migliorare l’operatività, garantendo non solo la conformità, ma anche una migliore gestione del rischio e un aumento della competitività.