Autore: Redazione
15/06/2017

Italiani preoccupati per il futuro: si impone la logica del “carpe diem”

È quanto emerge dall’ultima edizione della ricerca sui Climi sociali e il Consumo in Italia redatta da GfK

Italiani preoccupati per il futuro: si impone la logica del “carpe diem”

Gli italiani sono sempre più preoccupati dal futuro: questo quanto emerge dalle ultime rilevazioni GfK. In particolare, gli italiani si sentono poco aiutati (quando non ostacolati) dal sistema Paese e dalle sue istituzioni: il baricentro della fiducia è sempre più privato. Ed è proprio nel privato che gli italiani sentono di aver trovato le forze e le risorse per rialzarsi dopo la crisi. Al prezzo però di una quotidianità sempre più faticosa, dove è sempre più difficile essere felici. Cosa possono fare in questo contesto le aziende per aiutare gli italiani a ritrovare la strada della felicità? GfK ha presentato i risultati dell’ultima edizione della ricerca sui Climi sociali e i Consumo in Italia, che fa riferimento ai primi tre mesi del 2017. La ricerca - che quest’anno compie 15 anni - consente anche di fare della analisi di medio-lungo periodo, per capire meglio come è cambiato il sentiment degli italiani nel corso degli anni. Il sistema Paese: alleato o ostacolo? Nel corso dell’ultima rilevazione, gli italiani hanno espresso preoccupazione per l’economia del Paese, che non ha ancora recuperato il terreno con la crisi e per il quale le prospettive future sono altrettanto critiche e incerte. A pesare è in particolare la diffusa sfiducia degli italiani nei confronti delle istituzioni e del sistema Paese nel suo complesso. Oggi l’Italia non sembra in grado di rispondere ai bisogni prioritari di protezione (lavoro, reddito, prospettive per i giovani, welfare…) dei cittadini. Anche guardando al futuro, il giudizio non migliora: gli italiani non riconoscono al Paese la capacità di esprimere un progetto e darsi una prospettiva di medio periodo. Alla sfiducia nei confronti delle sorti dell’Italia, corrisponde un trend di segno opposto per la propria famiglia. La percezione della situazione economica familiare è migliorata negli ultimi trimestri e si attesta oggi sui livelli pre crisi. Sentiment e società: donne sempre più protagoniste Complessivamente, il sentiment degli italiani si attesta oggi esattamente allo stesso livello della primavera di 10 anni fa (marzo 2007, rilevazione pre-crisi) recuperando il crollo registrato nel 2012. È interessante sottolineare come l’andamento della fiducia dei consumatori italiani sia differente nei diversi segmenti della popolazione. Infatti, l’analisi della fiducia per aree della Grande Mappa GfK evidenzia come a guadagnare fiducia in questi anni siano in particolare i baricentri femminili a svantaggio delle élites e dei baricentri maschili. Verso un nuovo marketing della felicità? L’attuale contesto non alimenta l’ottimismo né favorisce la felicità degli italiani. “Possiamo dire che si tratta dell’infelicità dei deboli che non si sentono protetti – spiega Giuseppe Minoia, presidente onorario di GfK Italia - dei cittadini che non vedono ritorni dal loro impegno nel dare alla società, allo Stato. Manca la prospettiva e la visione di un futuro che chiede sacrifici (studio, lavoro, tasse, impegno, etica) garantendo che il fine sarà il benessere e la felicità di tutti, ma soprattutto di chi si sarà impegnato al massimo”. Di conseguenza, il presente viene vissuto come sempre più faticoso e la felicità è in flessione costante: gli italiani ritengono di impegnarsi molto per superare la crisi, ma non vedono i risultati dei propri sforzi e questo crea una profonda frustrazione. Questo scenario, tuttavia, fornisce anche delle opportunità per le aziende. È un contesto che risulta potenzialmente favorevole a una narrazione del Carpe Diem. Una ulteriore conferma a questa tendenza emerge da un recente studio realizzato da GfK per ADM (Associazione della Distribuzione Moderna) finalizzato a focalizzare l’identikit dei nuovi consumatori. Secondo questa ricerca, gli italiani pensano che fare la spesa sia bello, anche oggi che la disponibilità economica ristagna. Questo significa, soprattutto nel perimetro dei beni indispensabili per le famiglie, che gli italiani sono alla ricerca di esperienze di consumo che siano stimolanti, socializzanti e anche divertenti. Un nuovo marketing della felicità che parte appunto dall’esperienza di acquisto e che può essere applicato a diversi comparti, dal food alla tecnologia, dalla salute del welfare d’impresa, dal contenuti digitali a quelli fisici. Di queste tematiche si parlerà il prossimo Seminario Annuale GfK dedicato al tema: “Verso il nuovo marketing della felicità. Il contributo delle imprese al superamento del pessimismo diffuso”, in programma il prossimo 28 giugno a Milano presso il Centro Congressi Unione Confcommercio (Corso Venezia 47).