Intelligenza artificiale e sostenibilità, un matrimonio che s’ha da fare
L’AI, nella sua più ampia accezione di disciplina di studi, ricerca e sperimentazione, tecniche, tecnologie e soluzioni, potrebbe fornire un contributo estremamente importante al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030
Pietro Cerretani
di Pietro Cerretani, Managing Partner di Digital Events
Se fino a qualche anno fa, associare la sostenibilità (non solo ambientale, ma anche economica e sociale) all’intelligenza artificiale era un po’ azzardato, oggi questo matrimonio s’ha da fare. E non solo a parole. Il Rapporto “L’intelligenza artificiale per lo sviluppo sostenibile”, realizzato dall’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AIxIA), l’Associazione Comunità, Impegno, Servizio, Volontariato (CISV) e il Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, ce ne dà una prova. L’Agenda 2030 identifica tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: economica, sociale ed ambientale. Il concetto stesso di sostenibilità, quindi, va ben oltre l’alveo ambientale anche se, va precisato, l’ambiente inteso come Pianeta diventa il vero “protagonista” di un documento programmatico che, per la prima volta nella storia, riunisce lo sviluppo sostenibile e la lotta alla povertà e propone un cambio di prospettiva: mettere al centro del sistema non l’uomo ma il Pianeta, l’intero ecosistema che supporta l’uomo. Cosa c’entra l’intelligenza artificiale con tutto questo? L’intelligenza artificiale può dare un contributo concreto per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ecco qualche esempio concreto tratto proprio dal rapporto realizzato dall’AIxIA.
Povertà Zero: ottimizzare l’utilizzo delle risorse
L’utilizzo di tecniche di intelligenza artificiale può a misurare la povertà nelle sue varie declinazioni usando dati dei satelliti oppure applicazioni mobile via smartphone. I ricercatori del Data Science Institute e del dipartimento di Informatica dell’Imperial College di Londra, per esempio, hanno sviluppato un algoritmo in grado di analizzare i dati mobili degli utenti in una determinata regione per costruire e mappare un “corpus demografico” utile in caso di disastri, per esempio per tracciare e identificare le fasce d’utenza più vulnerabili come le donne con bambini piccoli e veicolare più rapidamente gli aiuti, specie in aree lontane dai centri o pericolose. L’Università di Milano-Bicocca, AUSER Lombardia, e IRCCS Carlo Besta Neurological Institute Foundation hanno lanciato il progetto “AMPEL: Artificial intelligence facing Multidimensional Poverty in Elderly” che sfrutta la semplicità dei colori di un semaforo per classificare il rischio di povertà degli anziani. I codici rosso, giallo e verde, rappresentano il risultato del calcolo del rischio di povertà (maggiore, moderato e basso o zero) consentendo di prendere decisioni più veloci ed efficaci nella gestione dei rischi maggiori.
Verso l’economia circolare
Lo sforzo su cui si stanno concentrando le politiche Europee e di molti paesi al mondo riguarda la produzione di beni e servizi in un’ottica di economia circolare, rispettosa dell’ambiente, della salute dei lavoratori e dei cittadini. Per questo particolare obiettivo dell’Agenda 2030, molte sono le cose che si possono fare grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, dalle ontologie di riferimento per lo scambio di informazione di qualità nelle filiere di produzione, al supporto di filiere produttive e distributive più “intelligenti” (più efficienti, meno inquinanti, ottimizzate, ecc.), dalla realizzazione di sistemi di manutenzione predittiva, contenendo costi di manutenzione e disastri, alla gestione degli scarti e dei rifiuti. Anche in quest’ambito, gli esempi di applicazione concreta dell’intelligenza artificiale non mancano. Ne cito uno: in Austria il progetto AI-Waste si propone di impiegare metodi di intelligenza artificiale (in particolare riconoscimento delle immagini e analisi avanzata dei dati) per ottimizzare il processo di riciclo dei rifiuti. L’obiettivo del progetto è riuscire a “descrivere in modo automatico” il tipo e la composizione dei rifiuti nel processo di riciclo, combinando i dati delle immagini con quelli delle macchine produttive impiegate nei centri ed i dati delle serie temporali degli impianti, derivando da qui modelli per ottimizzare gli impianti ed aumentale i livelli di rifiuti riciclabili.
Non solo opportunità
Il Rapporto “L’intelligenza artificiale per lo sviluppo sostenibile” di AIxIA contiene numerosi esempi di utilizzo delle tecniche di intelligenza artificiale a sostegno e supporto degli obiettivi dell’Agenda 2030. Tuttavia, l’efficacia dei progetti dipenderà non solo dalla capacità di saper cogliere le opportunità, soprattutto da parte delle aziende, ma anche dall’attenzione e dalla comprensione dei possibili rischi. Il 13 gennaio 2020 viene pubblicato un articolo su Nature Communication da titolo “The role of artificial intelligence in achieving the Sustainable Development Goals”. L’articolo enfatizza come l’emergere dell’intelligenza artificiale e il suo impatto sempre più ampio su molti settori richiedano oggi una valutazione del suo effetto sul raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ma... il rapido sviluppo dell’IA deve essere supportato dalle necessarie conoscenze normative e dalla supervisione per le tecnologie basate sull’IA per consentire lo sviluppo sostenibile. Se è vero che può contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, è anche vero, al contempo, che può rallentare il raggiungimento di alcuni obiettivi e persino inibirne qualcuno. Pensiamo per esempio ai sistemi di ottimizzazione delle risorse scarse (per rispondere al goal n. 1, povertà zero): se non utilizzati correttamente, i sistemi basati su IA potrebbero addirittura alimentare la discriminazione di etnia, di genere o in base a parametri di povertà.
Un utilizzo non corretto dell’intelligenza artificiale
Ecco allora che serve conoscere, capire, riflettere, condividere. È con questo obiettivo che Digital Events, ancora una volta, supporta AIxIA nell’organizzazione dell’AI Forum , quest’anno ancora più rilevante non solo perché torna in presenza, ma perché inserito nel contesto internazionale dell’IEEE WCCI, uno dei più grandi e importanti eventi tecnico-scientifici internazionali nel campo dell’Intelligenza Artificiale che quest’anno ha scelto l’Italia quale paese di riferimento per la propria community. È dunque in questo scenario dal respiro internazionale che si colloca l’AI Forum 2022, quest’anno focalizzato sui temi della ripresa e della sostenibilità, per interpretare l’Intelligenza Artificiale quale strumento per aprire nuovi orizzonti, dare un forte impulso alla crescita delle aziende e dell’economia, promuovere ripresa e crescita in chiave sostenibile, sia per il pianeta, sia per le persone, l’economia, la società. Come sempre, l’impegno di Digital Events è dare forma e vita ad un evento B2B che abbia nei contenuti, nella relazione, nell’incontro tra domanda e offerta, tra Ricerca, Università, Aziende e Persone, nonché nel confronto aperto il proprio DNA. Ingredienti che non mancheranno nemmeno quest’anno all’AI Forum 2022, in programma a Padova il 19 luglio. Vi aspettiamo.