Autore: Redazione
23/06/2022

ZooCom pensa alla GenZ ma non dimentica i Millennial: nasce Culture Boutique

Un nuovo magazine, non una semplice fonte di informazione, ma il racconto approfondito di fenomeni e universi contemporanei. Ce lo racconta Samuele Sanna, Creative Strategy Manager della media agency di OneDay

ZooCom pensa alla GenZ ma non dimentica i Millennial: nasce Culture Boutique

Samuele Sanna, Creative Strategy Manager della media agency di OneDay

Capire i giovanissimi, mettersi nei loro panni, provare a incuriosirli. Mission impossibile? Dalle parti di OneDay, e più precisamente in ZooCom, c’è grande fiducia, sarà per via dell’esperienza sul campo? Costruire, sviluppare e rendere rilevante la relazione tra le nuove generazioni e i brand è una delle mission di ZooCom, creative media agency del gruppo OneDay. Che ha raccolto la sfida: nasce Culture Boutique Magazine, il nuovo e-magazine di ZooCom. Dal Gaming al rap, dall’ossessione per il passamontagna alle teorie del complotto: la nuova testata digitale racconta origini ed evoluzioni di argomenti cari alla GenZ, rendendoli comprensibili anche ai Millennial. DailyNet ha chiesto delucidazioni a Samuele Sanna, Creative Strategy Manager di ZooCom (protagonista anche della puntata di DailyOnAir presente su questo numero).

Com'è nata l'idea di creare un nuovo media dentro un'agenzia come ZooCom?

«All’interno di OneDay Group non possiamo proprio fare a meno di mettere le nuove generazioni al centro, e ZooCom ha provato a farlo a modo suo creando un e-magazine, che prende il nome di Culture Boutique. Di cosa tratta? Non è semplice fonte di informazione, ma è il racconto approfondito di fenomeni e universi contemporanei. Raccontiamo attualità, eventi e tendenze culturali del nostro tempo, il nostro payoff recita: ci muoviamo alla velocità della cultura».

A quale fascia di età si rivolge questo e-magazine?

«Il magazine parla sicuramente di mondi vicini ai nativi digitali (internet culture), ma non solo. Culture Boutique è orientato alla contemporaneità, senza rinnegare uno sguardo al passato per comprendere il futuro. La varietà di argomenti ci permette di connetterci con un’audience variegata e importante, senza tralasciare spazio concesso a curiosità e community di nicchia, estremamente rilevanti per il nostro target. All’interno dell’e-magazine scoprirete articoli “deep”, approfonditi e flash news, che anche un millennial può tranquillamente trovare interessanti».

Chi sono le persone che ci lavorano dietro? In quanti siete?

«In questo momento Culture Boutique è composto da 5 persone ripartite in due team, uno che possiamo definire editoriale ed un altro grafico (questo è fondamentale perché parliamo ad una “visual generation”). La parte visual è diretta dal nostro Art Director Matteo Brucato, affiancato dal bravissimo Alessandro Villa; io, insieme al Creative Strategist Gabriele Tamborrino, curo la parte editoriale; infine la gestione social media è nelle mani del nostro digital marketing Specialist Manuele Valocchia».

In che modo i brand possono inserirsi nel progetto Culture Boutique?

«Culture Boutique è concepito per amplificare progetti e contenuti, sviluppati dalla nostra omonima unità di ricerca e sviluppo. Questa Unit mira a creare nuove occasioni di consumo culturale e di intrattenimento, elevandole a contesti commerciali strategici per le aziende, interessate al target dei più giovani. Riusciamo quindi a restituire al cliente un “total package” credibile, autorevole e tailor-made: il progetto e la sua amplificazione media».

Quali sono i prossimi passi per la crescita di questo nuovo progetto?

«Vogliamo portare il magazine a diventare la piattaforma di lancio e di amplificazione di progetti innovativi e culturalmente rilevanti. L’idea è creare una sorta di ecosistema (approccio - progetti - media). Culture Boutique media tra il brand e il suo target studiando le caratteristiche della cultura in cui quest’ultimo si muove e identificando le cultural voice più idonee a promuovere il giusto fit tra aziende e consumer (esattamente come abbiamo fatto con il progetto per Burn)».