Autore: Redazione
23/09/2016

Yahoo, ora si complica anche il matrimonio con Verizon: hackerati 200 milioni di account

La società è stata vittima di un cyberattacco. Sul fronte pubblicitario novità in materia di search retargeting

Yahoo, ora si complica anche il matrimonio con Verizon: hackerati 200 milioni di account

Complicazioni in vista per il matrimonio tra Yahoo e Aol? Pare di sì, visto che secondo il sito Re/Code la società californiana guidata da Marissa Mayer sarebbe stata vittima di un mega-attacco hacker che avrebbe coinvolto circa 200 milioni di account, le cui credenziali potrebbero già essere state vendute. Secondo il sito specializzato in tecnologia, il governo americano potrebbe presto aprire un’inchiesta mentre l’ufficializzazione dell’attacco hacker da parte di Yahoo è attesa già in queste ore. Le implicazioni di questo vero e proprio furto digitale potrebbero mettere a repentaglio la vendita del core business di Yahoo - al centro dell’attacco - a Verizon. Tra i possibili scenari, c’è anche quello di un abbassamento del prezzo della transazione, fissato oggi a 4,8 miliardi di dollari. La trattativa è conclusa e le due aziende stanno procedendo all’integrazione di Yahoo in Aol, società acquisita da Verizon nel 2015, in attesa dell’approvazione delle autorità regolatorie e dagli azionisti di Yahoo.
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L’attacco hacker

  L’attacco hacker è emerso ad agosto, quando il cybercriminale noto come Peace ha detto di essere pronto a vendere le credenziali di 200 milioni di account Yahoo sul dark web per 1.800 dollari. Tra i dati rubati, user name, password e informazioni personali come data di nascita e altri indirizzi email. Al tempo Yahoo aveva detto di stare investigando ma non aveva chiesto ai suoi utenti di cambiare password, una pratica comune che in Italia ha di recente interessato gli iscritti a Libero, a cui Italiaonline ha chiesto di modificare proprio la password.  

Novità per Gemini

  Intanto ci sono novità sul fronte pubblicitario per Gemini. Yahoo, infatti, ha fatto sapere di aver introdotto il search retargeting sul native marketplace proprietario negli Stati Uniti, consentendo agli inserzionisti di raggiungere potenziali consumatori senza che questi abbiano prima visitato il proprio sito ma semplicemente dopo che questi abbiano effettuato una ricerca. I primi test avrebbero generato risultati importanti.