Autore: Redazione
08/04/2016

Yahoo si aspetta di perdere un altro 15%

Un report di Re/Code prevede che le revenue della società - escludendo i costi di acquisizione traffico - siano pari a 3,5 miliardi di dollari nel 2016 in discesa rispetto ai 4,1 registrati nel 2015

Yahoo si aspetta di perdere un altro 15%

Yahoo si aspetta di vedere un altro calo del 15% dei ricavi, con i suoi guadagni in caduta di oltre il 20%, secondo un rapporto pubblicato ieri da Re/Code. Il report, citando un “documento” che è stato distribuito ai potenziali acquirenti di Yahoo, prevede che le entrate della società - escludendo i costi di acquisizione traffico - siano pari a 3,5 miliardi di dollari nel 2016, in calo del 15% rispetto ai 4,1 miliardi di dollari del 2015 e quasi 1 miliardo in meno rispetto ai 4,4 miliardi registrati nel 2014. Il risultato prima delle imposte e degli ammortamenti, dato importante per monitorare la redditività, dovrebbe essere di 750 milioni nel 2016, dai 952 milioni dell’anno precedente. Il rapporto afferma che grande parte della perdita è causata dalla cancellazione di alcune fee dai suoi asset asiatici. Yahoo era solito fare centinaia di milioni di dollari dalla sua partnership con Alibaba e Yahoo Japan. I costi di acquisizione del traffico (TAC) di Yahoo, il canone versato ai soci per attirare più utenti sulla search, continua a salire, superando il miliardo di dollari quest’anno. I TAC erano vicini ai 220 milioni appena due anni fa. Re/Code afferma che alcuni dei potenziali acquirenti che hanno ricevuto il “documento” sono frustrati perché risulta estremamente difficile stabilire esattamente quali parti di Yahoo stanno facendo soldi e quali no. In più, il ceo di Yahoo Marissa Mayer sta cercando di vendere la sua visione di una nuova tecnologia di ricerca vocale, simile a Siri di Apple o Alexa di Amazon, che è fonte di ulteriore confusione dato il costo elevato per costruirla. Yahoo sta attualmente cercando di vendere il suo core business. Secondo il Wall Street Journal, Yahoo ha chiesto ai potenziali acquirenti di fare le loro offerte entro l’11 aprile. Tra questi, Verizon e AT&T e società di private equity come TPG e KKR.