Autore: Redazione
14/11/2017

TrustX, il consorzio anti OTT muove i primi passi

Nata all’interno del Digital Content Next, l’alleanza di editori (CBS, ESPN, Hearst e News Corp) vuole portare a bordo venti publisher entro la fine dell’anno, puntando su un programmatic alternativo e di qualità

TrustX, il consorzio anti OTT muove i primi passi

Alcuni dei più importanti publisher americani hanno dato vita a un’alleanza di matrice pubblicitaria per combattere il duopolio costituito da Facebook e Google. A riportarlo è Business Insider, che racconta la storia di TrustX, in concreto solo l’ultima di una serie di coalizioni tra publisher. I nomi sono di tutto rispetto: CBS, ESPN, Hearst e News Corp, che sono pronti a mettere insieme i propri spazi per creare un outlet centralizzato dove gli inserzionisti possono trovare soluzioni sicure per poter veicolare i propri messaggi al di fuori di Facebook e Google. Safety e maggiore controllo sugli spazi pubblicitari TrustX è un’iniziativa creata da Digital Content Next, un gruppo commerciale di cui fanno parte anche NBC, Viacom, Vox e Washington Post. L’idea alla base del consorzio è quella di creare un digital marketplace in cui una rosa ristretta di editori vende pubblicità in modo automatizzato. L’elemento che dovrebbe attrarre gli advertiser è la sicurezza di ads declinati in spazi premium, lontani da bot, fake news, frodi e contenuti inappropriati. Per gli editori il vantaggio è invece la possibilità di avere un maggiore controllo sull’inventory, senza dover cedere parte delle revenue ad altri soggetti. Ancora molto lavoro da fare Annunciata a settembre del 2016, TrustX è ora operativa in beta ed è aperta a nuovi editori che hanno deciso di rendere disponibile la propria inventory sulla piattaforma. Dallo scorso agosto, per esempio, il numero di editori che vende spazi tramite TrustX è raddoppiato, e anche gli ads transati sono cresciuti esponenzialmente. Il progetto è ancora alle fasi iniziali, ma il ceo di TrustX David Kohl è convinto che potrà contare su una ventina di editori entro la fine dell’anno. In molti credono che il duopolio vada affrontato compatti, ma il lavoro da fare resta ancora tantissimo. Intanto l’Association of National Advertiser (ANA), di cui fanno parte brand come Bank of America, Ford e Nike, ha pianificato una spesa di 50 milioni di dollari in TrustX per sostenere sperimentare la bontà del progetto. Verso l’integrazione ad tech D’altra parte non è un mistero che gli inserzionisti sentano la pressante necessità di ripulire il digital advertising dalle minacce presenti nel comparto. Ora per TrustX è fondamentale una rapida e completa integrazioni con gli operatori ad tech usati da domanda e offerta. In questo senso, la settimana scorsa, TrustX ha siglato una partnership con The Trade Desk ed è anche compatibile con DoubleClick Bid Manager di Google. Tuttavia rimangono delle sfide importanti: dalla difficoltà di portare avanti consorzi del genere alla possibilità che gli inserzionisti preferiscano prezzi più bassi, dall’inerzia fino a una mancanza di conoscenze di tali iniziative. Insomma, la strada da fare è ancora molto lunga.