Autore: Redazione
16/12/2016

Prove di riavvicinamento tra Donald Trump e la Silicon Valley

Il neo eletto presidente americano, dopo le tensioni in campagna elettorale, incontra i principali colossi dell’hi-tech, tranne Jack Dorsey, il ceo di Twitter. Nominati, intanto, anche Elon Musk, ceo di Tesla Motors, e Travis Kalanick, amministratore delegato Uber, consiglieri dello “Strategic and Policy Forum”

Prove di riavvicinamento tra Donald Trump e la Silicon Valley

Il nuovo Presidente americano Donald Trump ha incontrato, mercoledì alla Manhattan Tower, lo stato maggiore della Silicon Valley. Si tratta delle prime prove d’intesa tra i colossi del web e Trump dopo le tensioni nel corso dell’ultima campagna elettorale. Hanno partecipato al meeting Tim Cook di Apple, Jeff Bezos di Amazon, Sheryl Sandberg di Facebook (Zuckerberg non si è presentato), Larry Page ed Eric Schmidt di Google, Satya Nadella di Microsoft, Ginni Rometty di Ibm, oltre ai massimi vertici di Intel (Brian Krzanich), Cisco (Chuck Robbins), Palantir Technologies (Alex Karp), Oracle (Safra Catz), Tesla (Elon Musk) e Uber (Travis Kalanick). Al tavolo, oltre ai tre figli di Trump - Eric, Ivanka e il marito Jared Kushner, e Donald Jr. - e ai maggiori rappresentanti del partito repubblicano - Mike Pence, Gary Cohn, Wilbur Ross, Stephen Miller, Reince Priebus e Steve Bannon -, c’era anche colui che in molti hanno definito il vero fautore di questo incontro: Peter Thiel, cofondatore di PayPal e attuale membro del board di Facebook. Thiel è stato un convinto sostenitore di Donald Trump fin dalla prima ora, mentre la maggior parte dei suoi illustri colleghi aveva appoggiato, a parole e a suon di finanziamenti, il candidato democratico Clinton. La riunione si è concentrata soprattutto su temi economici, tra cui la creazione di posti di lavoro, la riduzione delle tasse e le dinamiche commerciali in atto con la Cina, senza entrare nei particolari di questioni ben più scottanti, dall’immigrazione alla privacy. “Sono qui per aiutarvi - ha affermato Trump -. Vogliamo mettere in campo offerte eque, in modo da rendere il vostro business più facile e funzionale all’interno dei confini nazionali”.

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Donald Trump

Twitter, il grande assente

Assente, invece, il numero uno di Twitter Jack Dorsey. Una situaizone che lascia spazio a diverse interpretazioni: da un lato c’è chi pensa che non sia stato inserito nella lista degli invitati del tycoon “per vendetta”, poiché in campagna elettorale non avrebbe gradito il rifiuto di Twitter di permettere l’uso di un emoji ad hoc per l’hashtag #Crooked Hillary; dall’altro, invece, una fonte vicina a Reuters afferma che la mancata partecipazione è da attribuire alla ormai poca influenza che ha Twitter nel panorama mediatico digitale internazionale. In sostanza, Twitter sarebbe un’azienda troppo piccola.

Le nomine di Trump

E come se non bastasse, il Presidente che in campagna elettorale aveva dichiarato battaglia ai colossi hi tech, sembra ora aver cambiato radicalmente strategia. Dopo il meeting alla Manhattan Tower, Donald Trump ha annunciato la nomina di Elon Musk e Travis Kalanick come consiglieri dello “Strategic and Policy Forum”. Nel team che affiancherà il neo presidente USA ci sarà una lista di 19 top manager che arrivano da settori diversi. Da Mary Barra, a.d. di General Motors, a Indra Nooyi di Pepsi.