Autore: Redazione
23/12/2016

Privacy, le nuovi policy di Google nel mirino della Federal Trade Commision

Due associazioni si sono rivolte all’organismo perché ritengono ingannevole l’intervento sulle regole avvenuto a giugno, che consente una profilazione più accurata. Mountain View si difende

Privacy, le nuovi policy di Google nel mirino della Federal Trade Commision

Google è finito nuovamente sotto la lente della Federal Trade Commission (FTC). L’organismo è stato chiamato a fare chiarezza su un esposto presentato da due associazioni di consumatori americane, Consumer Watchdog e Privacy Rights Clearinghouse, secondo cui l’aggiornamento di giugno delle policy sulla raccolta dei dati personali violerebbe la privacy degli utenti. Le accuse Stando alle accuse, infatti, le nuove regole consentono a Google di unire i dati di tracciamento provenienti dai suoi vari servizi, da Chrome a Maps, dal motore di ricerca fino a DoubleClick, ottenendo un livello più accurato di profilazione di chi naviga online. Per entrambe le associazioni Google non si è impegnata abbastanza per illustrare agli utenti le ripercussioni sulla privacy una volta accettati i nuovi regolamenti: non sarebbe stata fatta la necessaria luce sulla possibilità. In passato, infatti, le informazioni ricavate dalle azioni sui vari prodotti venivano tenute separate. I dati pubblicitari di DoubleClick L’attuale modello, invece, permette al colosso di Mountain View di mischiare i dati dei suoi servizi con quelli di DoubleClick, il network pubblicitario acquisito nel 2007. Proprio al momento dell’approvazione dell’operazione, l’antitrust aveva chiesto alla società di tenere separate le informazioni relative ai propri servizi con quelle di DoubleClick. Google ha risposto che i cambiamenti sono avvenuti per rispondere alla naturale evoluzione nel modo in cui gli utenti accedono ai servizi della compagnia. Una pratica ingannevole A Big G viene contestato di aver agito in “modo altamente ingannevole”, ma la società californiana ha rifiutato questa tesi precisando come la scelta dell’opt-in sia opzionale al 100%. Big G ha aggiunto che il cambio di policy è stato deciso solo dopo una serie di test in tutto il mondo e che l’esperienza di navigazione rimane del tutto invariata. La risposta di Google “Lo scorso giugno abbiamo aggiornato il nostro sistema pubblicitario e gli strumenti di controllo correlati a disposizione degli utenti, per adattarli al modo con cui le persone oggi utilizzano Google: attraverso più dispositivi - spiega uno statement di Google -. Prima di lanciare questo aggiornamento, lo abbiamo testato in tutto il mondo con l’obiettivo di capire come fornire agli utenti una scelta chiara e trasparente. Di conseguenza, è al 100 per cento opzionale - se gli utenti non danno l’opt-in a questi cambiamenti, la loro esperienza di Google rimarrà identica”. Google nel mirino dei regolatori L’FTC ha affermato di aver ricevuto l’esposto e di essere impegnata a fare le dovute valutazioni. Una nuova grana per Google, dunque, che in Europa ha di recente inviato le proprie risposte alla Commissione in merito alle tre cause che lo vedono coinvolto.