OpenX racconta la sua esperienza con Google Exchange Bidding e i risultati conseguiti
In dodici mesi di collaborazione, l’azienda americana ha registrato un aumento medio dello yield del 48%. E sono oltre 200 i suoi premium publisher a utilizzare la soluzione
OpenX ha pubblicato una case study su Exchange Bidding, lo strumento lanciato da Google per rispondere alla crescente domanda di header bidding. In dodici mesi di collaborazione, l’azienda americana ha registrato un aumento medio dello yield del 48%. OpenX è entrata tra i partner di Exchange Bidding lo scorso giugno, ma la società sostiene di avere una partnership più ampia con Big G, volta a costruire un ecosistema programmatic più trasparente. Stando a quanto dichiarato da OpenX sono, oggi, più di 200 i premium publisher sulle cui inventory sta erogando annunci tramite Google Exchange Bidding. E tutti avrebbero segnato entrate incrementali rispetto alle precedenti soluzioni. I 20 top publisher, per esempio, hanno alzato gli introiti medi del 130%.
La partnership
“Abbiamo costruito Exchange Bidding sulla base di fiducia e trasparenza, permettendoci di collaborare in modo aperto per creare una soluzione efficiente che incrementasse i ricavi degli editori e le opportunità degli inserzionisti, ha dichiarato in una nota Sam Cox, group product manager di DoubleClick. Sappiamo che ogni exchange fornisce un distinto valore ai publisher e agli advertiser ed è il motivo per cui abbiamo siglato partnership con exchange premium come OpenX”. “La nostra partnership consente a ogni fonte di domanda di competere in modo equo all’interno dell’asta DFP finale, rappresentando la prima vera asta unificata che il mercato abbia mai visto”, ha aggiunto Jason Fairchild, co-fondatore di OpenX.