OneDay Group: chiude il 2023 a 75 milioni, + 50%, e guarda a 120 milioni quest’anno, dando vita a un progetto societario partecipato
Il Gruppo di cui è Presidente Paolo De Nadai coinvolge i C-level con un’operazione di cessione del 40% delle quote del socio co-fondatore Francesco Nazari Fusetti orchestrata dal CFO Alberto Poma
Paolo De Nadai, Presidente e Alberto Poma, Chief Financial Officer di OneDay e Equity Partner di OneDay Group
OneDay Group conclude con successo l’operazione straordinaria di cessione del 40% delle quote del socio co-fondatore Francesco Nazari Fusetti. Le quote sono state comprate dai C-level del Gruppo - ora Equity Partner a tutti gli effetti - concretizzando il progetto societario partecipato voluto fortemente da Paolo De Nadai, Presidente di OneDay Group: “L’operazione di riacquisto delle quote è stata finalizzata alla creazione di strumenti di partecipazione finanziaria rivolti ai C-level che ogni giorno contribuiscono attivamente alla direzione operativa e al raggiungimento degli obiettivi del Gruppo. Si tratta di un ulteriore passo nell’evoluzione di OneDay in coerenza con la mission di diffondere un nuovo modo di fare impresa, che per me non può prescindere dal far sentire tutte le persone chiave del Gruppo imprenditrici e co-proprietarie dell’azienda”.
L’operazione
L’operazione straordinaria è stata guidata da Alberto Poma, Chief Financial Officer di OneDay e Equity Partner di OneDay Group. Alberto ha svolto un ruolo chiave nell’orchestrare l’intera operazione e la sua esecuzione occupandosi degli aspetti tecnici, relazionali e commerciali. Classe 1989, dopo la laurea in Economia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano trascorre due anni presso KPMG. Nel 2014 entra in ScuolaZoo, iniziando il suo percorso di crescita professionale: da Finance Manager diventa Head of Finance prima in ScuolaZoo, poi CFO della holding OneDay. Dal 2016 è anche Equity Partner del Gruppo nonché primo azionista al di fuori del Presidente e dell’Amministratore Delegato, che è Mattia Riva. “Siamo partiti nel 2019, definendo con Nazari Fusetti e De Nadai le basi dell’accordo, ma la pandemia ci ha imposto una pausa. Abbiamo ripreso le trattative all’inizio del 2023, in un contesto diverso ed economicamente più stabile per tutti. Oggi guardiamo al futuro con una struttura societaria rinnovata, con l’obiettivo di mettere a terra il piano industriale che ci siamo prefissati forti di una prima linea aziendale che è anche azionista e imprenditrice nel Gruppo”, commenta Poma. Per realizzare questa operazione è stato costituito un veicolo finanziario ad hoc grazie al supporto di Banco Azzoaglio, banca privata e indipendente italiana, che ha supportato l’acquisto del 40% del capitale da parte degli Equity Partner di OneDay Group. Il veicolo è stato poi incorporato dentro OneDay attraverso una fusione inversa e a quel punto le quote sono state ridistribuite ai manager secondo gli accordi presi. Francesco Nazari Fusetti socio co-fondatore di OneDay e oggi CEO di Meeters, riduce la sua partecipazione, ma resta con convinzione socio di minoranza del Gruppo (con il 2,5% delle quote) a dimostrazione di quanto continui a credere nel progetto: “Non essendo ormai da molti anni operativo all’interno dell’azienda, ho ritenuto opportuno lasciare spazio a chi invece per l’azienda si sacrifica ogni giorno. Rimango socio nella convinzione che il Gruppo stia vivendo una crescita importante”, ha dichiarato.
Gli sviluppi
L’azionariato post-operazione è composto quindi da De Nadai con circa il 74%, Riva con circa il 15%, da Francesco Fusetti che è rimasto al 2,5%, e dai manager della prima linea che hanno complessivamente circa il 9%. Gli equity partner sono ora 20, con un’età media di 38 anni. In un’intervista a Teleborsa, Poma non esclude che in futuro possano cambiare gli assetti societari, per favorire la crescita del business, ma non vede operazioni del genere nel breve termine: “Oggi siamo arrivati a quello che è l’assetto societario-organizzativo che volevamo raggiungere in questa fase del nostro piano. Da tanti anni parliamo costantemente con fondi, banche di investimento e banche tradizionali - soggetti che sono interessati a noi e con cui noi siamo interessati a condividere i nostri piani - anche perché sappiamo che prima o poi ci potrà essere la volontà di farci finanziare i piani futuri da investitori istituzionali. In questo momento non è però all’ordine del giorno e dopo questa operazione societaria, che segue il fundraising di We Road, siamo focalizzati sul business. WeRoad porterà avanti l’internazionalizzazione, i nostri mature business come quelli che compongono la communication platform continueranno il loro percorso di crescita significativa e ScuolaZoo punterà a consolidare i settori in cui è presente”.
Risultati e obiettivi
La company, cui fanno capo ScuolaZoo, WeRoad, ZooCom, Together, Glint, Mambo, Artena e belive, ha chiuso il 2023 (anno terminante a fine settembre) con un fatturato di 75 milioni di euro, in crescita del 50% sul 2022 e può contare sul lavoro di oltre 330 persone di età media 30 anni. “Nel 2024 dovremmo chiudere con 120 milioni di euro di ricavi e la crescita naturalmente è trainata da WeRoad, che sta proseguendo il processo di scale-up, ma crescerà anche la parte di communication platform, che passerà dai 15 ai 20 milioni di ricavi, mentre ScuolaZoo avrà una crescita inferiore e chiuderà a circa 10 milioni – ha spiegato sempre Poma - La parte restante dei ricavi sarà generata dai nuovi progetti che sono in fase di startup all’interno della holding, come il WAO, legato al coworking e al coliving. Per ora comunque non pensiamo alla Borsa”.