Nasce Nfactory, la prima società che punta a supportare l'entrata dei grandi brand nel metaverso
Il mercato del futuro è già qui, tra innumerevoli possibilità ma anche tranelli invisibili. In soccorso ecco giungere una vera e propria boutique di prodotti utili a valorizzare i marchi all’interno del web 3.0. Ne abbiamo parlato con i due co-founder, Emanuele Manzotti e Alberto Rosati
il Team di Nfactory
Il segreto per posizionarsi come un brand di valore risiede nella capacità di innovarsi in continuazione, di prevedere il mercato e di lanciare per primi nuovi progetti rivoluzionari. Per supportare questo principio da rocket dreams è nata Nfactory, la prima società di prodotti incentrati sul metaverso e dedicati ai grandi brand che mirano a espandersi anche sul mercato del futuro, quello virtuale. Lo Tsunami economico (ma anche culturale) è avvenuto solo nell'ultimo anno quando dal gruppo ristretto di "pionieri" si è passati a una sempre più lunga lista di realtà che hanno deciso di investire nel nuovo business. All'interno di questo universo, Nfactory si posiziona come una boutique di prodotti utili a valorizzare i grandi brand nel metaverso, con l’ideazione di progetti innovativi forti delle opportunità del web 3.0 (connessione tra arte e tecnologia) e la creazione di veri e propri “Branded Metaverse Program”.
I vantaggi
Le possibilità di crescita sono molteplici. Prima di tutto, con la creazione di iniziative ad alto impatto mediatico e soprattutto replicabili, l'azienda potrà avere nuovi canali di profitto. Un guadagno economico, ma anche in termini di identità dal momento che la factory genera per i brand nuovi asset di proprietà intellettuale all’interno del metaverso. Terzo punto di forza è la distinzione per innovatività che permetterà al brand di spiccare incrementando l’hype e l’awareness durante il lancio di progetti nel metaverso. Quarto e ultimo vantaggio è invece la creazione del valore attorno al brand stesso, che nasce dalla capacità di seguire dal punto di vista di strategy i trend del mercato. Nfactory identifica la migliore chain su cui sviluppare il progetto in funzione degli obiettivi del brand, lavorando sulle principali blockchain come Ethereum, Immutable X, Polygon, e Waves e sui principali marketplace come OpenSea e Binance.
I protagonisti dell’avventura
Nel board rientrano gli imprenditori digitali Emanuele Manzotti, Founder & Head of Growth della startup Nfactory, Alberto Rosati, Co-Founder & Creative Director, e Luca Vajani, Co-Founder & CTO. Imprenditore nel mondo della comunicazione con esperienza ventennale nel settore Adv per grandi marche, Alberto Rosati nel 2000 fonda Eurekalab Srl, agenzia specializzata in progetti di comunicazione offline e online che si calibrano su strategie di marketing mix con un focus particolare sugli eventi full digital e “phygital” per importanti brand. Luca Vajani vanta invece una lunga carriera nel mondo tech: dal 2014 è amministratore di Aries Tech, software house specializzata nello sviluppo di progetti tecnologici e app in ambito Blockchain, Artificial Intelligence, Internet of Things. Nfactory, inoltre, sta sviluppando nuove partnership con Brand Strategist esperti di settore, come per esempio la collaborazione nel mondo automotive con le fondatrici di Wheelz Magazine, Gilda Dota e Sara Fiandri.
NFactory, dalle parole dei due co-founder, Emanuele Manzotti e Alberto Rosati
Un progetto che nasce dal bisogno di accompagnare la domanda dei brand sul tema web 3.0 e da qui creare un team apposito. Quello di NFactory è quindi un approccio differente, che si inserisce in maniera tempestiva e appropriata nell’attuale situazione dominata, anche mediaticamente, da metaverso e blockchain. Il ruolo della società non è quello di sostituirsi alle agenzie marketing che appoggiano la comunicazione dei brand, bensì quello di accompagnare gli uni e gli altri. Dal punto di vista tecnologico, NFactory idea il contesto artistico, propone una strategy precisa, la gestisce legalmente e inserisce il tutto all’interno di un progetto di comunicazione. Abbiamo incontrato Emanuele Manzotti, specializzato nella realizzazione e crescita di progetti innovativi e cresciuto professionalmente nel mondo startup, ha un'esperienza decennale nello sviluppo commerciale e marketing di grandi aziende, e Alberto Rosati, proveniente dal mondo delle agenzie classiche. Nfactory lega la creatività artistica e tecnologia sfruttando un team solido, multidisciplinare e ferrato su diverse competente, unendole alla pragmaticità dell’analisi di business e della gestione dei diritti di proprietà intellettuale degli asset generati, proponendo alle aziende un progetto blockchain completo e con risultati di monetizzazione crescenti nel tempo
A cosa ambite?
«Vogliamo rivoluzionare il modo di realizzare progetti nel metaverso, partendo dall’obiettivo di business e offrendo ai grandi brand le giuste professionalità per affrontare scelte delicate che determinano l’efficacia di queste iniziative. L’obiettivo presente e futuro è creare un ponte sempre più solido tra elemento fisico e virtuale del metaverso. Un esempio concreto: il settore dei grandi eventi e il suo mondo parallelo, creare un hype digitale che abbia ripercussioni nella realtà e viceversa. Poi, è ovvio, siamo in una fase un po’ nebulosa, con alcuni Paesi che trainano il progresso, vedi gli States, dove i token vengono utilizzati concretamente per permettere l’ingresso in situazioni fisiche. Un mercato ovviamente più forte, ma l’Italia ci sta arrivando, siamo in una fase di maturazione. Tutto sta avvenendo nel breve volgere di pochi mesi, c’è una grande richiesta di informazione e formazione».
Cosa viene richiesto a NFactory?
«La creazione di un modello di business, che sappia gestire l’elemento tecnologico. Quindi un’attività di consulenza sull’argomento tech e su come saperlo inquadrare nei budget. Poi anche la sicurezza, ossia fare le scelte giuste su strategie, revenue, tecnologia, concept. Ci sono aziende che magari si riferiscono a software house che però non hanno ancora unit precise».
Quali sono i settori più impegnati?
«Food e beverage, il largo consumo in generale. Ma non mancano anche l’intrattenimento e lo sport, vissuti all’interno di spazi fisici in cui il meta può disegnare grandi opportunità di promozione con ticketing convertibile in digitali».
Cosa manca al metaverso?
«Una dimensione mainstream. Nel particolare, la tecnologia dei visori, ma anche gli occhiali per la realtà aumentata. Apple ci sta già lavorando e dovrebbe essere pronta per il 2023. Il metaverso dovrebbe entrare in un’ottica di massa da qui ai prossimi cinque anni. Il vero passaggio cardine sarà il futuro riconoscimento governativo sulla blockchain».
Quali sono i focus di NFactory?
«Lavorare su grandi progetti; sviluppare competenze interne; creare una unit che supporti le richieste. Amplieremo il team e, a proposito, siamo sommersi dalle richieste. Generazione Z e Millenial sono i target di riferimento».