A dispetto della multa record da parte dell’Unione europea
per l’abuso di posizione dominante di
Google Shopping, e della polemica scatenatasi attorno al tema della brand safety su
YouTube,
Alphabet ha concluso un altro trimestre davvero positivo, con una crescita del fatturato del 21% a 26 miliardi di dollari.
Gli utili sono stati pari a 6,7 miliardi, anche se sono stati effettivamente 4,13 miliardi per via dei 2,74 miliardi di multa versati nelle casse delle autorità del vecchio continente. Le revenue pubblicitarie si sono attestate a 22,7 miliardi di dollari (+18,4%).
L’importanza di un click
A tenere gli osservatori con il fiato sospeso sono però due indicatori chiave nel business di
Google: i costi di acquisizione traffico (TAC) sono attesi in incremento mentre il costo per click sta precipitando. Nel primo caso i TAC sono ammontati a 5,09 miliardi, leggermente al di sopra delle previsioni e nel corso della conference call la chief financial officer,
Ruth Porat, ha ammesso che il loro valore è destinato ad aumentare. Nel secondo, è da tempo che sta crescendo il numero di click sugli annunci pubblicitari dell’ecosistema Google, +52% solo nel secondo trimestre del 2017, ma ciò ha il naturale effetto di abbassarne il prezzo: sceso del 23% nello stesso periodo, a fronte di previsioni negative per il 15%.
I grattacapi con l’Unione europea
Nel corso degli ultimi mesi è aumentata la stretta da parte dell’Unione europea nei confronti dei giganti hi tech. E anche
Google è finito nel mirino dell’antitrust: il 27 giugno è stata ufficializzata la multa da 2,7 miliardi di dollari (2,4 miliardi di euro) al gigante per l’abuso di posizione dominante del servizio Google Shopping. E la commissione sta monitorando anche
Android e
AdSense, con la possibilità concreta che possano arrivare altre sanzioni.
YouTube
Se il search è il vero motore dei ricavi di
Google, nel corso degli ultimi anni sono emerse nuove aree di business, su tutte
YouTube. La piattaforma di condivisione video, lo scorso marzo, è finita al centro delle cronache per problemi connessi alla brand safety, che hanno comportato l’interruzione dei rapporti commerciali con alcuni inserzionisti.
Ma, a guardare il bilancio di lunedì scorso, l’impatto di questo esodo (peraltro poi rientrato) sembra essere prossimo allo zero. E a giugno
YouTube ha raggiunto il traguardo record di 1,5 miliardi d user mensili, aggiungendo altri 12 show originali in un contesto competitivo molto agguerrito con
Facebook. “YouTube sta scalando molto bene a livello globale”, ha affermato il ceo
Sundar Pichai, che è entrato a far parte del consiglio di amministrazione di
Alphabet.
Mobile search
Un altro ramo in grande sviluppo è quello del mobile search: ormai
Google ha definitivamente completato la transizione verso un modello mobile. In questo ambiente le persone tendono a cliccare di più, erodendo il prezzo del singolo annuncio. Si tratta dunque di un’importante sfida per il futuro di Google, che però può dire di aver vinto la battaglia search anche in campo mobile. Tuttavia sarà da tenere sotto controllo la voce “TAC”, che cresce a ritmi più rapidi rispetto agli anni in cui era il desktop a dominare.