Autore: Redazione
25/10/2017

Google pronto a ridurre i propri ricavi per incentivare i news publisher

I potenziali accordi di revenue share con gli editori dovrebbero essere simili a quelli con AdSense di Google, con un revenue share a favore degli editori

Google pronto a ridurre i propri ricavi per incentivare i news publisher

di Anna Maria Ciardullo

Buone notizie per gli editori di news, Google intende condividere i ricavi con i publisher che beneficiano dei nuovi strumenti di abbonamento digitale dell’azienda, in uno schema paragonabile al suo modello di successo per le entrate pubblicitarie. Dopo aver rilasciato gli articoli a pagamento, dunque, i piani di Big G tradiscono un’apertura nei confronti degli editori che aiuterà a reperire lettori e abbonati utilizzando le sue innumerevoli fonti di dati e il machine learning. La notizia è stata riportata da Richard Gingras, head of news di Google in un’intervista per il Financial Times. Per ogni abbonamento concluso tramite Google la piattaforma chiederà una provvigione. Non è stato ancora chiarito quale sarà la percentuale richiesta, ma la quota sarà molto generosa a favore degli editori. I potenziali accordi di revenue share con gli editori dovrebbero essere simili a quelli con AdSense di Google, che consentono agli editori web di pubblicare annunci pubblicitari sul loro sito. Quando un utente clicca su un annuncio pubblicitario, l’editore e Google suddividono i ricavi degli inserzionisti in un rapporto di circa 70-30.

Accesso ai dati

Per gli editori che lavorano con Google, la condivisione dei ricavi è meno preoccupante della necessità di mantenere una relazione diretta con il cliente. Quello che gli editori vogliono veramente è avere accesso alla ricchezza di dati di Google. Dati sulla propensione all’acquisto di milioni di persone che permettono di indirizzare gli annunci pubblicitari a utenti rilevanti. Questo, ha portato alla predominanza di Google nella pubblicità digitale, dove rappresenta il 75% di tutte le nuove spese pubblicitarie online insieme a Facebook.