Google ha aperto la sua DSP, DoubleClick Bid Manager, all’area del programmatic audio
Le aziende avranno la possibilità di creare e misurare in un’unica interfaccia le campagne audio e digital, offrendo così agli utenti il messaggio giusto nel momento migliore
Google rende disponibili gli annunci audio a tutti i clienti della sua DSP DoubleClick Bid Manager (DBM). Lo si legge in un blogpost del colosso di Mountain View, in cui si ricorda che “il formato audio dà maggiori possibilità ai brand di coinvolgere sempre più il proprio pubblico. Si stima, infatti, che nel 2018 gli utenti che utilizzeranno servizi di streaming musicale arriveranno a 1,2 miliardi in tutto il mondo”. Con Bid Manager, le aziende avranno dunque la possibilità di creare e misurare in un’unica interfaccia le campagne audio e digital, offrendo agli utenti il messaggio giusto nel momento migliore, su tutti i dispositivi. In particolare gli inserzionisti potranno sfruttare gli spazi pubblicitari dei più famosi servizi di streaming come Google Play Music, Spotify, SoundCloud, TuneIn - e presto anche Pandora, che non è comunque attivo in Italia. La piattaforma non sarà connessa, per ora, a YouTube né al nuovo servizio YouTube Music.
Solo deal privati
L’esperienza di Google con il programmatic audio ha avuto inizio a gennaio con una rosa di 30 spender. Attualmente, gli acquisti audio avvengono esclusivamente attraverso accordi diretti e garantiti, e non su base d’asta. Ma per Big G l’apertura al bidding potrebbe divenire realtà già nei prossimi mesi. “Ci stiamo lavorando - spiega la società -. Dobbiamo assicurarci che ci sia la giusta disponibilità. C’è solo bisogno di un po’ di educazione, ma è solo questione di tempo”. Con la nuova funzione di DBM, gli advertiser potranno profilare il pubblico con annunci audio a partire da parametri quali dati demografici, contesto, linguaggio e geografia. DBM utilizza il protocollo di IAB, Vast 4.0, per le operazioni di delivery.