Autore: Redazione
20/04/2017

Mediaset: nel 2016 ricavi in crescita e utile negativo, raccolta pubblicitaria in Italia a +2,8%

Andamenti adv positivi anche nel primo trimestre di quest’anno, con una crescita del 2,4%; i risultati dello scorso esercizio pesantemente influenzati dal mancato accordo con Vivendi

Mediaset: nel 2016 ricavi in crescita e utile negativo, raccolta pubblicitaria in Italia a +2,8%

Mediaset chiude il 2016 con ricavi in crescita del 4%, ma con una pesante negatività del risultato netto e un incremento dei debiti a causa del mancato accordo con Vivendi per l’acquisizione di Mediaset Premium. La società televisiva guidata da Pier Silvio Berlusconi ha approvato ieri i risultati di bilancio al 31 dicembre scorso, all’indomani del pronunciamento dell’AgCom contro Vivendi per violazione del Testo unico dei servizi media audiovisivi e radiofonici, a causa delle alte partecipazioni in Mediaset stessa (28%, con il 29,9% dei diritti di voto) e in Telecom (primo azionista con il 24%). Pronunciamento che è stato sollecitato da Mediaset per contrastare la scalata dei francesi al suo capitale azionario. Nel periodo successivo alla firma del contratto con Vivendi, e in ottemperanza dello stesso poi saltato, Mediaset ha sostenuto oneri straordinari una tantum per 269,3 milioni di euro che incidono sull’ebit, a cui si aggiunge una perdita per 72 milioni durante il periodo di stallo operativo da aprile a ottobre 2016, per un totale di oneri straordinari pari a 341,3 milioni.

Conto economico e indicatori di andamento

I ricavi complessivi del 2016 si attestano a 3.667 milioni di euro, in crescita di 142,2 milioni rispetto ai 3.524,8 milioni del 2015. In Italia il fatturato ammonta a 2.675,9 milioni di euro con un incremento del 4,8% sui 2.554,2 milioni del 2015. In Spagna i ricavi sono cresciuti del 2,1% passando da 971,9 a 992 milioni di euro. Anche la raccolta pubblicitaria registra andamenti positivi in entrambi i Paesi. In Spagna l’adv si è attestato a quota 962,9 milioni di euro contro i 933,3 milioni del 2015. In Italia la pubblicità è cresciuta del 2,8% nonostante la concorrenza di Rai e Sky durante la scorsa estate per via degli Europei di Calcio e delle Olimpiadi. I ricavi sono passati da 2002,8 a 2058,3 milioni di euro. Nel corso dell’esercizio, a partire dal terzo trimestre 2016, sono state consolidate le società ex Gruppo Finelco, appartenenti a RadioMediaset. Il comparto radiofonico ha generato ricavi pubblicitari per 28,6 milioni di euro, contro i 2,2 milioni registrati nei tre mesi di attività 2015. L’ebit consolidato è negativo per 189,2 milioni di euro, contro il dato positivo per 230,7 milioni dell’anno precedente. Al netto, però, delle valutazioni e dei costi generati dalla vicenda Vivendi l’ebit sarebbe positivo per 132,8 milioni di euro. In Italia la negatività è a quota 413,6 milioni di euro contro i 26,1 milioni positivi del 2015, mentre in Spagna il dato è tutto positivo: 224,4 milioni di euro in netta crescita rispetto ai 205,2 milioni dell’anno prima. Il risultato netto consolidato è negativo per 294,5 milioni di euro, contro l’utile positivo di 3,8 milioni di euro del 2015. La negatività è generata sulle sole attività italiane per via della vicenda Vivendi, che sono negative per 380,1 milioni di euro rispetto alla perdita di 74,6 milioni del 2015. In Spagna invece l’utile si attesta a quota 171 milioni di euro contro i 166,2 milioni del 2015. Anche la capogruppo Mediaset S.p.A. ha risentito degli oneri straordinari generati dal caso Vivendi e chiude l’esercizio 2016 con un risultato netto di -151,0 milioni di euro rispetto ai +50,4 milioni di euro del 2015.

Le attività pay

I ricavi da abbonamento sono cresciuti del 10,9% a quota 619,8 milioni di euro, contro i 558,8 del 2015. I fatturati Premium sono cresciuti del 16,7% nei primi sei mesi dell’esercizio, poi sono rallentati nel secondo semestre sempre per le vicende legate a Vivendi. In particolare nel terzo trimestre, durante il quale Premium registra il picco stagionale di vendite legate agli eventi calcistici, la crescita si è ridotta al 5,8%.

Andamenti degli ascolti

Le reti Mediaset confermano la leadership sul target commerciale sia in Italia sia in Spagna. In Italia, Mediaset è leader sul pubblico 15-64 anni con il 33,4% di share nelle 24 ore, con Canale 5 rete italiana più vista nell’intera giornata (16%) e in prima serata (16,1%). In Spagna, le reti televisive Mediaset España mantengono la leadership assoluta nelle 24 ore con il 30,2% di share. Telecinco si conferma rete spagnola più vista sia nel totale giornata (14,4%) sia in prima serata (15,4%).

Dati finanziari

L’indebitamento finanziario netto è passato a 1.162,4 milioni di euro rispetto agli 859,4 milioni di euro del 31 dicembre 2015. La variazione è stata determinata dagli impatti finanziari pari a 75,3 milioni di euro per l’acquisizione del Gruppo RadioMediaset, dall’investimento pari a 107 milioni di euro per l’incremento della quota di controllo in Mediaset España ed EI Towers realizzato attraverso il riacquisto di azioni proprie, e dagli esborsi per 55,2 milioni di euro connessi all’attività “mergers & acquisitions” del Gruppo EI Towers. Si aggiungono infine le uscite per complessivi 106,1 milioni di euro connesse alla distribuzione di dividendi da parte di Mediaset S.p.A e Mediaset España.

Evoluzione d’esercizio

Il consiglio di amministrazione ha confermato l’obiettivo previsto dal Piano 2020, presentato lo scorso gennaio, di raggiungere una quota di mercato pubblicitario del 39% dall’attuale 37,4%, e un miglioramento dell’ebit in Italia pari a 468 milioni di euro. Inoltre, l’azienda prevede un ritorno all’utile già con l’esercizio di quest’anno. Nel primo trimestre di quest’anno i ricavi sono cresciuti del 2,4% rispetto al primo trimestre 2016. Il trend positivo dovrebbe proseguire anche durante il resto dell’anno, sebbene le stime di crescita siano moderate sia in Italia, sia in Spagna. L’andamento di costi e ammortamenti rifletterà gli effetti di svalutazioni e accantonamenti predisposti nel bilancio 2016. Insieme al consolidamento di Radio Mediaset, tutti questi elementi dovrebbero dare risultati operativi e netti positivi già dal primo trimestre 2017.

La vicenda Vivendi

L’Authority per le comunicazioni ha riconosciuto da parte di Vivendi una violazione dell’articolo 43 comma 11 del Tusmar, che riguarda i tetti di controllo del mercato pubblicitario in Italia, determinati sulla base del Sistema integrato delle comunicazioni (Sic) di tv, radio ed editoria. In particolare le imprese di tlc che detengono nel mercato italiano una quota superiore al 40%, non possono acquisire ricavi superiori al 10% del Sic stesso. L’AgCom ha dato a Vivendi un anno di tempo per diminuire le proprie partecipazioni in una delle aziende in cui è presente, vale a dire Telecom Italia e Mediaset. Entro 60 giorni, però, l’azienda francese controllata da Vincent Bolloré dovrà presentare un piano con le proprie intenzioni. Molta soddisfazione è stata espressa dalle parti di Cologno Monzese per questa decisione, mentre i francesi si sono detti sorpresi in quanto avrebbero sempre operato in ottemperanza della legge italiana e annunciano ricorsi al Tar e a Bruxelles. Le agenzie riportano che Vivendi avrebbe dichiarato di non voler cambiare le proprie strategie in Italia, ma che Mediaset non sarebbe l’unica opzione. Intanto, il ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine è inoltre tra i più probabili candidati alla presidenza di Telecom Italia, che farà la propria assemblea il 4 maggio.