Jungler inaugura l’era dell’influencer marketing organico, etico e genuino
Incontro con la struttura svolge un servizio sempre più approfondito di supporto strategico, creativo e operativo nelle campagne realizzate con influencer e creator, nel segno della trasparenza e della misurazione. Le parole della co-founder Irene Jin

Irene Jin
Qualcuno continua a storcere il naso nei confronti dell’influencer marketing, leva sempre più determinante per le sorti della comunicazione e del marketing, da qualcuno definita una vera e propria giungla, ricca di possibilità ma anche di controversie. Superficialità? Mancanza di regole? In ogni caso serve professionalità e conoscenza, qualità che caratterizzano Jungler che, dal 2019, svolge un servizio sempre più approfondito di supporto strategico, creativo e operativo nelle campagne realizzate con influencer e creator, nel segno della trasparenza e della misurazione. Ne parliamo con Irene Jin, co-founder e oggi socia unica dell’azienda (ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv).
L’influencer marketing tra applausi e abiure: com’è maturato negli ultimi tempi e cosa invece comincia a non funzionare più?
«Durante l’ultimo anno abbiamo vito una profonda trasformazione; l’attività viene ormai percepita come fondamentale per comunicare con le nuove generazione. Gli stessi creator oggi sono visti come professionisti. È uscito anche un nuovo codice con delle linee guida firmate dall’AgCom. Insomma, fare influencer marketing per seguire una moda oggi non basta più, occorrono contenuti autentici affinché il settore sia credibile, ci vuole coerenza, per dare una struttura sempre più appropriata allo strumento».
Cosa chiedono i clienti a Jungler e cosa consiglia loro l’agenzia?
«All’inizio della storia ci si affidava volentieri alle cosiddette celebrity, personaggi magari televisivi con forti influenze sul web, oggi si punta maggiormente su persone normali dotate di autorevolezza specifica, con consapevolezza su un determinato tema. Dalla ricerca di autenticità nasce il nostro servizio di accompagnamento verso un tragitto credibile; non solo selezioniamo gli influencer e ci occupiamo della loro attivazione, ma forniamo anche analisi del mercato e supportiamo le idee che rispecchino l’identità del marchio. È fondamentale che ci sia coerenza tra brand e creator. Vogliamo mettere ordine nella giungla».
A tal proposito, come si è aggiornata la vostra offerta?
«Prima di tutto analisi di mercato a 360 gradi, anche perché non è scontato il pubblico di riferimento sui social. Analizziamo i competitor, diretti e indiretti. Creiamo una strategia completa, tra fasce di mercato precise, in maniera sempre più specifica sui temi e sul lato generazionale. Si dice che la GenZ sia irraggiungibile attraverso i media tradizionale, serve insomma una nuova leva di comunicazione. Offriamo un servizio di consulenza utile per capire come comunicare con i giovani, nella consapevolezza che le azioni debbano essere sempre più, al passo con un mercato che muta rapidamente».
Quali sono le tendenze più forti del momento e cosa potrebbe emergere a breve?
«Sono due i punti fermi che osservo da cinque anni: la relazione genuina tra community e influencer, che è alla base di qualsiasi strategia marketing; e poi lo storytelling, che rimane sempre fondamentale. Il social commerce diverrà sempre più centrale, pensiamo al recente TikTok Shop. In Cina, la mia terra di origine, esiste da anni una sua variante. Il ruolo del social commerce conoscerà ulteriori implementazioni, per divenire sempre più normale. E poi c’è l’AI: è sempre più comune utilizzare software collegati all’intelligenza artificiale. Nasceranno anche i virtual influencer e capiremo come sarà il sentiment comune in tal senso, come verrà accolta l’idea, con tutte le controversie che potrebbero nascerne».
Quali saranno i focus del vostro 2025?
«Per noi il 2024 è stata una stagione dì fondamentale: siamo diventati una società benefit, per poter lasciare un segno sul mercato cangiante, per cercare di generare un impatto positivo per le aziende e per gli stessi influencer. Inseriamo all’interno del lavoro qualcosa di positivo su società e ambiente; pensiamo alla trasparenza, per dare la possibilità agli influencer di avere un quadro chiaro su norme e linee guida. Per il 2025 volgiamo che ci sia maggiore respiro etico, per un influencer marketing che cresca sul lungo periodo, quindi al di là delle mode, integrato in maniera organica nei piani di marketing; e la stessa cosa vale per l’AI e per il suo uso consapevole».