Grace Brigade chiude il 2025 in crescita del 200% e l’anno prossimo punta al +30% con l’intelligenza artificiale al servizio della creatività
Obiettivo del 2026 perfezionare la strategia di business per sostenere una crescita più sana e sostenibile, con un focus sull’ampliamento dell’offerta consulenziale e sul rafforzamento della struttura organizzativa
Ivano Cauli e Massimiliano Chiesa
Grace Brigade, è un’agenzia nata l’obiettivo di cambiare radicalmente il modo in cui le aziende affrontano la comunicazione di marca e la vendita online. I suoi fondatori, Ivano Cauli (ex Founder di Openmind) e Massimiliano Chiesa (ex Founder di dodicitrenta e The Big Now), inseriscono Grace Brigade come per le aziende e deve rappresentarne l’identità, non solo agire come mero strumento commerciale, raccontando a Dailymedia e Dailyonline l’approccio alla comunicazione di marca, nonché un’analisi sulla funzionalità dell’AI nella quotidianità e, più specificatamente, nel contesto del progetto di agenzia.
Come è nata Grace Brigade?
Nasce un po’ come risultato delle nostre precedenti esperienze. Dopo anni come imprenditori, poi nelle grandi corporation, ci siamo trovati con la voglia di ripartire con un nuovo progetto che unisse le competenze. Grace Brigade, infatti fa due cose: (e)commerce e brand direction. E lo fa con un punto di vista specifico, ovvero che ci sia nell’aria troppa complessità e poche idee. Il tutto partendo realmente dalle esigenze di business dei clienti.
Tra gli obiettivi dichiarati di Grace Brigade c’è la volontà di cambiare radicalmente il modo in cui le aziende affrontano la comunicazione di marca, in che modo pensate di farlo?
Forse parlare di “cambiamento radicale” è eccessivamente pretenzioso. Nel nostro piccolo, però, abbiamo una formula che applichiamo a tutti i brief in ingresso: è un misto di pragmatismo e quello che noi chiamiamo “romanticismo”. Si tratta da un lato di lavorare con budget “furbi”, sicuramente compressi rispetto a quelli di 10 o anche solo 5 anni fa. Per ottenere risultati, bisogna compensare con qualche stratagemma produttivo ma soprattutto con la creatività e il pensiero laterale, evitando di copiare quello che fanno tutti gli altri e, prima ancora, facendo estrema chiarezza sui veri obiettivi che si vogliono raggiungere. Più che sulla classica potenza di fuoco (grandi budget, grandi nomi, centinaia di celebrity, influencer e creator), noi puntiamo sul pensiero ad hoc e su approcci leggermente sorprendenti.
Attraverso il lancio di EDI (Ecommerce Dopamine Index), il nuovo indice creato per misurare efficacia e validità degli attuali siti ecommerce presenti sul mercato, vi ponete come obiettivo anche quello di dare maggiore efficacia ai siti ecommerce? Potreste spiegare in che modo vi attivate in tal senso?
EDI (edi.gracebrigade.com) riguarda l’altro grande ambito del nostro lavoro, ossia la sfera ecommerce. Esistono già molti KPI che misurano questo mondo in termini di efficienza (conversioni, AOV, ecc.). Noi abbiamo pensato di creare un indice che misuri la capacità di “creare desiderio”. Questo si collega al ruolo che oggi deve necessariamente avere un ecommerce. Un luogo di commercio con solide basi tecnologiche – sicuramente – ma anche una vetrina e un flagship, capaci di ispirare e influenzare chi poi l’acquisto lo andrà a fare magari altrove, in un altro momento: che sia una boutique, un department, una econcession o – chissà! – uno shopping agent.
Alcuni vostri lavori sono incentrati sul mondo della moda, da cosa nasce questo legame?
È un legame storico che nasce sia dalla frequentazione professionale sia dalla passione personale. La moda è un settore che continua a piacerci e a stimolarci perché si tratta di una industry aperta all’innovazione e alla sperimentazione, in ambito tecnologico e non. Questo rende più facile digerire gli approcci leggermente soprendenti di cui sopra. Non è un caso che Ivano Cauli sia anche l’attuale Innovation Director di Pitti Immagine, a testimonianza di un legame con la moda che va oltre i confini stessi dell’agenzia.
Che cosa rappresenta per Grace Brigade il Fashion?
Una passione e una fonte di ispirazione. Rappresenta anche – pragmaticamente – una quota importante del nostro fatturato anche se in realtà non ci consideriamo degli “esclusivisti” della Moda. Siamo culturalmente onnivori e abbiamo clienti in ambiti diversi, perché crediamo che quel mix di pragmatismo e pensiero romantico sia di valore anche altrove.
L’AI è sempre più presente quotidianamente: pensate sia imprescindibile in futuro e che possa in toto sostituire le nostre competenze? Come la sta utilizzando Grace Brigade?
L’AI è uno strumento utilissimo in molti ambiti, non solo quello legato alla generazione di immagini. EDI stesso si basa su un uso creativo dell’AI, per replicare il punto di vista, il gusto e le necessità di otto target personas. Detto questo, noi crediamo che la formula vincente consista nell’affiancare l’AI a un’originalità di pensiero e un gusto decisamente umani. In questo senso, recentemente abbiamo prodotto un lookbook (il progetto è raccontato su t94.gracebrigade.com), che mette l’AI al servizio di un concept e un’art direction, incorporando anche la fotografia tradizionale.
Numeri e obiettivi per il 2026
Il 2024 è stato il nostro primo anno di attività effettiva: abbiamo avviato il business in aprile e chiuso con risultati soddisfacenti, che hanno validato la direzione intrapresa. Il 2025 è stato per noi un anno di consolidamento e di crescita, con un incremento di oltre il 200% rispetto al primo esercizio. Guardando al 2026, stiamo affinando la nostra strategia di business per sostenere una crescita più sana e sostenibile - nell’ordine del 30% - focalizzandoci sull’ampliamento dell’offerta consulenziale e sul rafforzamento della nostra struttura organizzativa. Vogliamo incrementare la marginalità dei singoli progetti per investire ulteriormente in R&D, uno dei punti di forza di Grace Brigade.