Google presenta Bulletin, app news locali
Test in due città Usa, lo strumento si avvale dei contributi degli utenti
Google spinge sulle notizie locali e lancia Bulletin, piattaforma di informazione che si avvale dei contributi degli utenti per la segnalazione di notizie ed eventi del posto. Il servizio è stato lanciato in fase di test in due città americane, Nashville, in Tennessee, e Oakland, in California.
Il ruolo centrale degli utenti
Il servizio, cui si accede tramite un’applicazione per smartphone, punta a dare visibilità a quelle notizie che hanno rilevanza per comunità molto ristette di utenti, come ad esempio la chiusura di una strada a causa di un episodio di maltempo. Gli utenti hanno un ruolo centrale perché saranno loro a segnalare questi fatti, caricando post anche con foto e video. Google rilancia il “citizen journalism”, il giornalismo dal basso cui chiunque con un cellulare in mano può contribuire. Tuttavia non è chiaro che forme di controllo ci saranno per evitare la diffusione di eventuali bufale.
Garante Privacy a Google, diritto all’oblio anche fuori dell’Europa
Il diritto all’oblio vale anche al di fuori dei confini europei: il Garante per la privacy ha ordinato a Google di deindicizzare gli url su un cittadino italiano da tutti i risultati della ricerca, sia nelle versioni europee del motore di ricerca, sia in quelle extraeuropee. Google dovrà rimuovere anche le url già deindicizzate nella versione europea. La decisione è stata presa dall’Autorità - spiega la Newsletter settimanale - per assicurare effettiva tutela a un cittadino italiano residente negli Stati Uniti: l’uomo chiedeva di deindicizzare numerosi url europei ed extraeuropei che rimandavano a messaggi o brevi articoli anonimi, pubblicati su forum o siti amatoriali, giudicati gravemente offensivi della propria reputazione.
Deindicizzate il mio nome
I testi riportavano anche informazioni ritenute false sul suo stato di salute e su gravi reati connessi alla sua attività di professore universitario. Chiedendo di deindicizzare il suo nome da tutti i siti, anche extraeuropei, l’uomo lamentava anche il fatto che, non appena una url veniva rimossa, subito ne venivano generati altri con contenuti analoghi. Il Garante ha ritenuto che la “perdurante reperibilità” sul web di contenuti non corretti e inesatti avesse un impatto “sproporzionatamente negativo” sulla sfera privata della persona.