GenZ (ma non solo) e lavoro: per selezione e formazione arrivano i videogiochi di Game2Value
La storia di una startup molto innovativa e lungimirante che, all’interno di un mercato le cui prospettive sono rapidamente cambiate, prova a risolvere il mismatch tra vecchie tecniche e nuove generazioni, attraverso la prima piattaforma di videogame assessment. Ce ne parla il fondatore Gianmarco Pinto
Gianmarco Pinto
Il lavoro è il sale della vita, più o meno. Per raggiungere il proprio posto occorre però incontrare le persone giuste e fare dei colloqui. I tempi però sono cambiati, bella scoperta! Ma intanto, è noto che la GenZ abbia altre priorità, che il detto “Si vive solo una volta” si sia trasformato in un mantra, che i giovani e giovanissimi non abbiano più alcuna intenzione di sottostare all’idea di una occupazione noiosa, magari sottopagata ed estremamente faticosa. Valorizzare candidati e candidate, formare le risorse, coinvolgere i dipendenti intorno ai valori aziendali si è trasformato in una sfida complessa per gli HR manager alle prese con le ultime generazioni, che hanno abitudini di fruizione, informazione e interazione molto diverse rispetto ai decenni e le generazioni precedenti. Quali possono essere le soluzioni escogitate per aiutare reparti che si occupano di risorse umane? Si chiama Game2Value (https://game2value.it/), è una startup nata a Milano dall’iniziativa di Gianmarco Pinto e prova a risolvere il mismatch tra vecchie tecniche di selezione e formazione e nuove generazioni di candidati e lavoratori, attraverso la prima piattaforma di videogame assessment in Italia che supporta le aziende nel recruiting e nella formazione delle figure professionali, attraverso un approccio basato sull’unione di adventure game e psicometria. Ma giocare non è il contrario di lavorare? Confusi? Dubbiosi? Carichi di pregiudizi? Nessun problema: è proprio Gianmarco Pinto (protagonista anche della puntata di DailyOnAr - The Sound Of Adv) a prenderci per mano e a spiegarci come funzioni Game2Value.
Da quali presupposti nasce Game2Value?
«Da tre passioni: la psicologia, prima di tutto, sono uno psicologo del lavoro; l’attività all’interno delle Risorse Umane, in cui opero da venti anni; i videogiochi. Il punto di partenza risiede in una domanda: perché far vivere ai candidati processi duri, difficili, perché non inserire qualcosa di divertente? Le persone vanno valorizzate per quello che sono, per i loro valori, le possibili competenze trasversali e non c’è strumento migliore del gioco per evidenziarne le peculiarità, per vedere, osservare la parte più positiva di un soggetto, perché non servono solo professionisti, ma anche persone, per capire ed evidenziare cosa sappiano fare e come riescano a farlo. Mettiamoci un pizzico di gioco, creiamo esperienze, semplici, divertenti che però siano scientificamente affidabili. Game2Value nasce cinque anni fa e dopo qualche stagione trascorsa in “garage” a sperimentare la strada più appropriata, un anno fa ha debuttato sul mercato. Forse è anche inutile precisarlo, ma l’ultimo triennio, le sue note difficoltà, ha creato ulteriori presupposti per Game2Value: le chiusure dovute all’emergenza pandemica hanno di fatto riscritto le regole della socialità, hanno ridefinito i bisogni, le priorità, la necessità di regalare maggior spazio al tempo libero non è più solo un progetto è divenuto una realtà. Un’epoca la nostra che ha visto la crescita e l’affermazione di una nuova generazione, la famigerata e sempre più chiacchierata GenZ, in cui appartenenti mostrano valori differenti, con il lavoro che non più considerato una priorità. Nell’ultimo anno circa 1,6 milioni di persone ha hanno cambiato lavoro ed è strano che ciò avvenga in un mercato statico come quello nazionale».
È diventato più difficile attirare i candidati?
«È diventato complesso scovare quelli giusti, occorre tener conto sempre di più del vissuto culturale e quindi bisogna valorizzare l’esperienza e l’ambiente di lavoro, al di là della componente professionale. Tutto ha inizio durante la selezione del personale e oggi un colloquio vissuto e portato avanti con i metodi classici difficilmente potrebbe risolvere il dilemma. C’è insomma bisogno di altro, anche tenendo conto dell’immediatezza che contraddistingue le giovani generazioni, una velocità di pensiero e percorso mai viste prime, se non all’interno di un videogame».
Come funziona il “gioco” di Game2Value?
«Utilizziamo un contesto simulato, ossia il videogioco, e, attraverso una storia immersiva, osserviamo il modo in cui le persone si comportano, interagiscono e applicano le proprie abilità all’interno di un ambiente, le cui variabili sono definite e uguali per tutti. Il metodo genera un grado di analisi predittivo, sia in termini di comportamenti sia sul fronte delle abilità applicate a situazioni molto simili a quelle lavorative. Ogni dimensione misurata da Game2Value fa riferimento a costrutti psicometrici e scientifici solidi e consolidati, trasferiti all’interno di algoritmi che permettono alla piattaforma di tradurre i comportamenti che il candidato ha durante il gioco in attitudini e competenze, e di restituire queste analisi attraverso la creazione di report individuali o aggregati, a seconda degli obiettivi singoli, di team o aziendali. In questo modo è possibile scoprire e valorizzare skill e propensioni delle persone in azienda. La nostra piattaforma è stata sviluppata nell’arco di oltre un lustro di studi da un team scientifico che ha consolidato la sua metodologia in progetti di ricerca e tesi in collaborazione con le principali università italiane, tra le quali la Sapienza di Roma e la Cattolica di Milano. Abbiamno quindi messo a punto alcuni titoli, “Event Horizon”, “Super Heroic Manager” e “Viaggio su Includivium”, vicende immersive che vedono i partecipanti entrare nei panni del capitano di una nave spaziale, di un manager di super eroi, di ‘forestiero’ all’interno di una realtà dominata da alieni; tutte situazioni virtuali, appassionanti e divertenti che ci aiutano a tracciare, analizzare e tradurre i comportamenti del giocatore in attitudini e competenze».
Con quali settori/aziende avete cominciato a lavorare?
«Con Barilla e Cassa Centrale. Siamo inoltre parte del HR Alliance di Zucchetti, il programma con cui l’azienda supporta e promuove una nuova esperienza di gestione e valorizzazione delle risorse umane, arricchendo la propria offerta con soluzioni e servizi particolarmente innovativi e unici sul mercato sviluppati da organizzazioni terze».
Quali saranno i prossimi step?
«Abbiamo investito tanto in ricerca scientifica e sulla creazione di prodotti, ma ora c’è bisogno di lavorare sulla comunicazione, sul marketing e sulle vendite. Dobbiamo comunicare di più ed essere meno timidi dal punto di vista commerciale. Non è facile perché il prodotto rappresenta veramente una novità, quindi occorre far fronte ai dubbi dei clienti. Certo, ogni settore, ogni azienda ha la sua cultura e si pone in maniera diversa, ne siamo ben consci. La nostra forza è che noi ci affidiamo al gioco, ossia al primo comportamento umano, quello che costruisce il nostro modo di essere».
C’è in vista una campagna di crowfunding…
«L’abbiamo inaugurata negli scorsi giorni, avrà una durata di due mesi all’interno della piattaforma Mamacrowd, con un obiettivo massimo di raccolta di un milione di euro. I fondi verranno utilizzati per avviare un piano di comunicazione e promozione, per potenziare ancora di più la piattaforma tecnologica attraverso aggiornamenti tecnici, creazione di nuove funzionalità e miglioramento UI e UX, e per ampliare l’organico attraverso l’inserimento di nuove risorse (CTO, sales consultants) (la campagna è visualizzabile al link https://mamacrowd.com/it/project/game2value ndr)
Cosa vi attendete dal 2023?
«Vogliamo crescere nelle nostre conoscenze e offerte e anche raddoppiare il fatturato: nel 2024 vorremmo arrivare al milione di euro».