Emittenza locale, protagonista del mercato con audience rilevanti e per l’innovazione digitale
Il coordinatore di Aeranti Corallo Marco Rossignoli illustra le opportunità e le sfide del comparto anche alla luce di Audiradio
L’emittenza locale rappresenta una fetta rilevante delle audience radiofoniche, ed è anch’essa protagonista del progetto di innovazione tecnologica e multimediale che interessa tutto il mezzo. Abbiamo chiesto a Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti Corallo e membro del comitato di presidenza di Audiradio, di spiegare quali sono le opportunità e le sfide per il comparto che con la nuova ricerca si apre al sistema della total audience.
Nuova ricerca Audiradio. In che modo le emittenti radiofoniche locali possono trarre vantaggio da questo impianto che prevede, per la CATI, due questionari separati tra locali e network nazionali?
La nuova ricerca Audiradio rileverà a partire dal prossimo anno l’ascolto e la fruizione del mezzo radio - cioè l’ascolto dell’insieme delle emittenti locali e nazionali italiane dotate di concessione e/o autorizzazione ministeriale per l’attività broadcast FM, su tutti i dispositivi, su tutte le piattaforme di distribuzione e in tutte le modalità di fruizione (live e on-demand). In particolare la ricerca dovrà assicurare un adeguato equilibrio tra la necessità di dare continuità e stabilità alla currency, realizzata negli ultimi sette anni da RadioTER e l’opportunità di adottare metodologie di nuova generazione per rilevare i consumi delle forme d’offerta digitali; misurare sia per le radio locali, sia per le radio nazionali le metriche principali di ascolto già oggi rilevate da RadioTER : Giorno Medio (GMI), Quarto d’Ora Medio (AQH) e 7/14/28 Giorni; assicurare una maggior frequenza e una maggiore tempestività dei rilasci periodici rispetto agli attuali tempi; essere inclusa nel ‘sistema integrato delle Audi’, auspicato dall’Agcom, per ottenere proficui vantaggi dalla mutua condivisione di asset strategici; essere economicamente sostenibile per le radio locali e nazionali che intendano iscriversi alla ricerca. Per conseguire tale finalità, Audiradio realizzerà una ricerca telefonica CATI (Day After Recall) mantenendo un percorso comune a tutte le radio per la rilevazione delle coperture cumulate fino a 28 giorni e realizzando specifici percorsi di rilevazione dell’AQH, della reach nel giorno medio e della reach settimanale tra le radio locali e nazionali; in questo modo sarà possibile ridurre il numero medio di radio sollecitate all’intervistato e la durata di ogni singola intervista con una conseguente ottimizzazione complessiva della ricerca a beneficio dell’intero sistema radiofonico. La pubblicazione dei dati e il nastro di pianificazione saranno ovviamente unici per tutte le emittenti locali e nazionali rilevate. Audiradio introdurrà, inoltre la metodologia censuaria passiva - tramite SDK - per la componente d’ascolto radio (audio e video) on demand, generata attraverso device digitali.
La rilevazione misurerà anche le audience digitali: qual è la penetrazione delle radio locali in questo tipo di fruizione? Come impatterà sul comparto l’integrazione del settore radiofonico nel sistema total audience richiesto dal mercato?
Come detto, la rilevazione misurerà l’ascolto digitale on-demand tramite la tecnica SDK sulle varie piattaforme. Diverse radio locali, diffondendo i propri contenuti attraverso le diverse tipologie di piattaforme, sono molto interessate ad essere rilevate anche con riferimento al digital on demand.
In ogni caso l’ascolto digitale DAB+ e online, essendo un ascolto lineare al pari di quello analogico FM, continuerà ad essere rilevato, con la metodologia CATI. L’aumento del numero complessivo delle interviste telefoniche dalle 120mila di RadioTER alle 200mila di Audiradio (suddivise tra la radiofonia locale e quella nazionale) rappresenterà l’elemento sostanziale di novità della nuova ricerca.
Quali sono i passaggi obbligati che l’emittenza locale deve effettuare per configurarsi come una industry multimediale? E qual è o dovrebbe essere il contributo delle istituzioni per creare le condizioni adatte?
La maggior parte delle imprese radiofoniche locali ha convertito i propri modelli di business in quello di aziende multimediali dei rispettivi territori. Oltre alle tradizionali trasmissioni FM quasi tutte diffondono i propri contenuti in simulcasting attraverso il web, molte fanno radiovisione, un gran numero ha dato vita alle società consortili previste dalla normativa per le trasmissioni digitali terrestri DAB+; la quasi totalità delle radio locali è presente sui social network, ha realizzato proprie app attraverso le quali è possibile accedere, direttamente e/o tramite aggregatori, ai rispettivi contenuti sia in modalità lineare, sia in modalità on demand, dispone di siti web con contenuti informativi integrati ai contenuti radiofonici. Occorre infatti considerare che la radiofonia locale rappresenta circa un terzo degli ascolti, con quasi 19 milioni di ascoltatori nel giorno medio (somma degli ascolti delle radio locali rilevate da RadioTER nel primo semestre 2024 – ovviamente ogni ascoltatore può ascoltare più radio locali e nazionali), con cinque regioni dove la radio più ascoltata (rispetto a tutte le radio locali e nazionali) è una radio locale. In questo contesto è auspicabile che il fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria venga finanziato anche per i prossimi anni allo scopo di sostenere adeguatamente gli investimenti per l’innovazione tecnologica che devono effettuare le emittenti locali soprattutto nella attuale fase di avvio delle trasmissioni DAB+. È, inoltre, fondamentale che vengano individuate ulteriori frequenze per tali trasmissioni soprattutto nelle regioni dove vi è scarsità delle stesse al fine di garantire parità di condizioni a tutti coloro che siano interessati ad operare con la nuova tecnologia.
In tema di prominence è stato aperto da poco un tavolo di confronto presso AgCom. Qual è la proposta dell’associazione per tutela degli interessi dell’emittenza locale radiofonica?
La regolamentazione in materia di prominence deve garantire la radiofonia broadcast locale e nazionale, nel suo complesso, rispetto all’offerta audio degli OTT. Infatti il tempo di ascolto, soprattutto in auto, è conteso tra l’intero comparto radio e gli OTT. Auspichiamo pertanto che l’Agcom valuti di prevedere anche nei sistemi di infotainment delle autovetture regole di prominence per la radiofonia analoghe a quelle previste per le smart tv e per gli altri dispositivi connessi e cioè la previsione di un’icona ‘Radio’ che consenta di accedere ai servizi radiofonici di interesse generale distribuiti online, posizionati in ordine alfabetico in accordo alla denominazione del servizio così come registrata presso il MIMIT. È infatti fondamentale garantire la prominenza della radio, essendo la stessa una insostituibile fonte di informazione e di intrattenimento per l’utenza.
Qual è l’impatto del DAB sul comparto e la posizione dell’associazione in merito?
Il DAB+ è in fase di avvio e saranno necessari ancora ulteriori anni perché il sistema giunga completamente a regime. In considerazione che l’ascolto della radio avviene, come noto, prevalentemente in auto, è evidente che lo sviluppo di tale tecnologia sia fortemente condizionato dalle vendite delle nuove autovetture che, in questo momento hanno, peraltro, subito un notevole rallentamento. L’ascolto domestico delle radio locali e nazionali, che è comunque di per sé minore rispetto a quello in mobilità, negli ultimi anni avviene in modo significativo attraverso i dispositivi televisivi, in modalità ‘radiovisione’.
In ogni caso la tecnologia DAB+ è destinata a svilupparsi in parallelo con la piattaforma IP, mentre le trasmissioni FM continueranno a essere prevalenti ancora per diversi anni.
Le emittenti locali dovranno quindi presidiare tutte le piattaforme distributive disponibili (FM, DAB+ e IP) con l’obiettivo di continuare ad avere costantemente una presenza protagonista sul mercato radiofonico analoga a quella attuale.