Autore: Redazione
20/04/2016

È boom per gli abbonamenti allo streaming musicale

Uno studio dell’IFPI sul 2015, riportato da eMarketer, stima circa 68 milioni di sottoscrizioni nell’anno passato per un giro d’affari da 2 miliardi di dollari

È boom per gli abbonamenti allo streaming musicale

Non sembra volersi arrestare la crescita degli abbonati di Spotify, Tidal e di tutti glia altri servizi e siti di streaming musicale. Uno studio di aprile 2016 di International Federation of the Phonographic Industry (IFPI), riportato ieri da eMarketer, mostra che nel 2015, un boom di abbonamenti nel settore dei servizi di musica in streaming. IFPI stimato che ci sono stati 68 milioni di abbonati a servizi di streaming musicale nel 2015, con un tasso di crescita del 45,2% rispetto ai 41 milioni del 2014. Precedentemente, la crescita era stata costante ma non eccessiva, mentre il salto di 27 milioni di abbonati in un solo anno è un cambiamento notevole. Nonostante questo passo da gigante per le sottoscrizioni a servizi di musica in streaming, l’upload supportato dalla pubblicità rimane estremamente popolare in tutto il mondo.
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  Ben 1 miliardo di ascoltatori IFPI stima quasi 1 miliardo di ascoltatori in tutto il mondo nel 2015. Ma l’industria musicale deve tenere in considerazione soprattutto il fatturato piuttosto che gli ascolti. E lo streaming è la strada da percorrere. I servizi di abbonamento in streaming hanno fruttato 2 miliardi di dollari nel 2015, mentre siti come YouTube circa 630 milioni.  
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Un rapporto relativo a gennaio 2016 di Nielsen ha rivelato che per i consumatori degli Stati Uniti, il costo del servizio di abbonamento è fondamentale per l’83% di coloro che utilizzano servizi in streaming di musica. Quasi la metà degli intervistati dichiara di non iscriversi perché un abbonamento è troppo costoso. eMarketer stima che nel 2016 saranno 112,3 milioni gli ascoltatori di musica dal telefonino. Gli ascoltatori di musica da tablet invece sono stimati in 82 milioni nel 2016. La Recording Industry Association of America, nel frattempo, ha stimato che lo streaming è pari al 34,3% dei ricavi dell’industria musicale nel 2015.