Autore: Redazione
05/06/2017

Bando per i diritti tv della Serie A 2018-2020, Mediaset si rivolge all’Antitrust: “fortemente squilibrato”

Secondo il Biscione la gara penalizzerebbe i consumatori costringendoli ad aderire a una sola offerta. Avviato intanto l’aumento di capitale per ripianare le perdite di Premium

Bando per i diritti tv della Serie A 2018-2020, Mediaset si rivolge all’Antitrust: “fortemente squilibrato”

Mediaset chiede una riforma del bando sui diritti televisivi 2018-2020 per il campionato di Serie A pubblicato dalla Lega e ha presentato un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Lo rende noto la società di cui è amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi in una nota nel quale il bando è definito “fortemente squilibrato” con gli effetti di “violare il Decreto Melandri” (‘no single buyer rule’) e penalizzando “i diritti di gran parte dei tifosi italiani, costretti ad aderire obbligatoriamente a una e una sola offerta commerciale”. Particolarmente sgradito a Mediaset risulta essere il “pacchetto D”, in quanto concentra in un’unica offerta “per prodotto” ben 324 eventi (il 30% in più rispetto agli altri pacchetti) relativi a ben 12 squadre e contenente 132 partite in esclusiva assoluta. “Le gare oggetto del pacchetto D riguardano squadre di grande richiamo (tra cui Roma, Lazio, Fiorentina, Genoa,  Bologna)  i  cui  tifosi  dovranno  obbligatoriamente  acquistare l’unica offerta commerciale esistente, anche se questo dovesse comportare un nuovo abbonamento da aggiungere a quello preferito negli anni precedenti o, fatto ancor più censurabile, la migrazione forzata da un abbonamento all’altro. Che il pacchetto D sia effettivamente il prodotto in grado di abbattere ogni reale concorrenza è dimostrato dalla base d’asta assegnata dallo stesso venditore: 400 milioni di euro, esattamente il doppio del valore assegnato ai pacchetti organizzati “per piattaforma” (pacchetti A, B, C1+C2). Pacchetti che, dal punto di vista concorrenziale, risultano carenti e incompleti, a bassissima appetibilità per il pubblico”, prosegue la nota di Mediaset. Una situazione, che causa “l’impoverimento  dei  pacchetti  per  piattaforma  -  rispetto  alle  aste  precedenti  -  non consente  quindi  a  chi  dovesse  aggiudicarseli  di  proporre  ai  tifosi  offerte  commerciali idonee ad affrontare realmente il contesto concorrenziale. Qualora due piattaforme su tre fossero aggiudicate a un unico operatore, si verrebbe a creare un sostanziale assetto di ‘single buyer’ con conseguente formazione di una posizione di monopolio a danno della concorrenza e della libertà di scelta degli utenti”, si legge ancora nel comunicato. Intanto nei giorni scorsi Mediaset Premium ha depositato la documentazione necessaria all’aumento di capitale da 283 milioni di euro, funzionale a ricoprire il rosso da oltre 380 milioni di euro registrato dalla pay tv l’anno scorso. Figura tra gli astenuti il socio di minoranza Telefonica.