Coalition for Better Ads: di cosa si tratta e perché è importante “mettersi in regola”
A giugno 2017, Google ha annunciato l’intenzione di bloccare gli annunci intrusivi su Chrome in Nord America ed Europa. A febbraio 2018 tutto ciò è diventato realtà. DailyNet ne ha parlato con Alessandro Ceratti, Head of Quantum Native Solutions
A febbraio Google ha iniziato a bloccare la veicolazione di alcuni formati “intrusivi” sul suo browser Chrome come risultato del lavoro della Coalition For Better Ads volto a creare una user experience migliore e a rendere la pubblicità online rispettosa del consumatore. DailyNet ha discusso questo tema con Alessandro Ceratti, Head of Quantum Native Solutions, società attiva nel native advertising e molto attenta all’argomento.
Perché è importante la nascita di questa Coalition for Better Ads?
Le principali società e associazioni internazionali legate al mondo dei media online hanno creato la Coalition for Better Ads per migliorare il rapporto tra la UX e la pubblicità online, argomento molto caro a tutto il gruppo AdUX e specialmente a noi di Quantum Native Solutions che abbiamo incentrato tutto il nostro core business su questo obiettivo. Il gigante statunitense si baserà sugli standard Better Ads, raccomandazioni frutto dello studio condotto dalla Coalition for Better Ads, che comprende la partecipazione di IAB US e Europe, American Association of Advertising Agencies (AAAA) e altri operatori del mercato come Procter & Gamble. La pubblicità, si sa, sostiene i contenuti online gratuiti e quindi liberamente fruibili e proprio dall’esperienza riportata dall’utente sono stati identificati formati intrusivi, cioè etichettati come fonti di interruzione che conducono alla deconcentrazione e danno fastidio ai consumatori, sia su desktop sia su mobile. I formati mirati includono ad esempio pop-up, riproduzione automatica di video con audio, interstitial a schermo intero e annunci con conto alla rovescia. L’elenco completo dei formati da vietare è disponibile qui: betterads.org.
Perché, secondo lei, Big G ha bloccato alcuni formati?
Semplice, perché gli utenti hanno iniziato a installare una quantità estremamente elevata di Ad Blockers. L’approccio di Google è in linea con la tendenza del mercato per contrastare la crescita appunto degli adblocker con una pubblicità più responsabile e quindi migliorare la salute generale dell’ecosistema online. Questa non è una posizione o una dichiarazione di intenti: Chrome non visualizzerà più annunci, compresi quelli di proprietà o forniti da Google, se non consoni alle direttive della Coalition for Better Ads. Quindi, se una pubblicità intrusiva è presente su una pagina web, penalizzerebbe anche tutti gli annunci presenti sulla stessa. Stando ai dati di StatCounter relativi al mese di marzo dal 2017 al 2018, Chrome è il browser utilizzato su desktop da oltre il 58% degli italiani, segue Firefox al 17.2% e poi Safari con 8.37%. La situazione da mobile cambia in virtù della varietà dei device acquistabili sul mercato, infatti nonostante Chrome sia ancora a capo della classifica (59.66%) è seguito da Safari che registra il 24.01% di utilizzatori e da Samsung Internet (9.24%). I dati, sempre relativi all’utilizzo da parte degli utenti italiani in relazione a marzo 2017/2018 subiscono un notevole cambiamento quando il mezzo utilizzato è il tablet: Safari (59.79%) supera di ben 30 punti percentuali Chrome che viene utilizzato dal 28.9%.
Come può un publisher “mettersi in regola”?
Per soddisfare gli standard e verificare le loro esperienze pubblicitarie, i publisher possono analizzare i loro siti tramite il rapporto Esperienza pubblicitaria (disponibile nella sezione Strumenti della Google Search Console) ad utilizzo di utenti e proprietari di siti web. La revisione identificherà le esperienze pubblicitarie che non soddisfano gli standard Better Ads e quindi determinano la conformità del sito analizzato. Fin dalla sua creazione, Quantum ha sempre promosso la trasmissione di pubblicità integrata nel cuore dei contenuti per un’esperienza pubblicitaria rispettosa dell’utente. Infatti, dalla sua creazione nel 2014, Quantum è stato il primo e unico attore ad offrire pubblicità nativa, non solo programmatica, ma anche al 100% viewable. La nostra convinzione: il formato native è il formato pubblicitario che offre un’esperienza pubblicitaria privilegiata e nel pieno rispetto degli standard Better Ads.
Perché il native è un formato “Better Ads friendly”?
Essendo il native una modalità di pubblicità contestuale online che combina contenuti pubblicitari all’interno di contesti editoriali coerenti sia visivamente sia graficamente, viene a crearsi da parte dell’utente un interesse e un coinvolgimento superiore alla pubblicità tradizionale. Lo scopo della comunicazione pubblicitaria secondo la filosofia native è quello di integrarsi armoniosamente all’ambiente ed è con questa visione che Quantum sviluppa tutti i nuovi formati. Pertanto il marketplace sostiene pienamente l’iniziativa della Coalition for Better Ads e invita tutti i suoi editori partner a prendere coscienza degli standard che sono stati applicati a partire da febbraio 2018. Inoltre, consigliamo ai nostri editori partner di verificare la conformità dei loro vari partner pubblicitari a questi nuovi standard per non essere penalizzati!