Autore: Redazione
26/04/2018

Alphabet “vola” sulle ali di Google con ricavi a oltre 31 miliardi. Ma l’aumento dei costi fa perdere quota al titolo in Borsa

Per Big G un primo trimestre solido, con utili in netto aumento, anche a causa di nuovi principi contabili. I TAC continuano a crescere, per via dell’incidenza di mobile e programmatic

Alphabet “vola” sulle ali di Google con ricavi a oltre 31 miliardi. Ma l’aumento dei costi fa perdere quota al titolo in Borsa

Prosegue la crescita monstre del giro d’affari di Alphabet, la holding finanziaria che controlla Google e che è anche una delle società a più elevata capitalizzazione al mondo. L’azienda ha superato le attese degli analisti sia per quanto riguarda gli utili sia sul fronte dei ricavi, tuttavia, dopo un iniziale balzo in avanti del 5%, il titolo è calato nelle contrattazioni after hour a causa della lievitazione dei costi. La spesa di capitale è triplicata rispetto a un anno fa e si attesta a 7 miliardi di dollari, per via dell’apertura dei nuovi uffici a New York. Di seguito i risultati principali del primo trimestre, terminato il 31 marzo:

° I ricavi di Alphabet sono stati pari a 31,1 miliardi di dollari.

° Alphabet ha registrato utili per 9,4 miliardi di dollari, in netta ascesa dai 5,4 miliardi del pari periodo 2017.

° L’utile per azione è stato di 13,33 dollari perché è applicato un nuovo principio contabile che considera gli investimenti effettuati in compagnie terze, tra cui Uber.

° I ricavi pubblicitari di Google hanno raggiunto quota 26,6 miliardi di dollari.

° Gli altri ricavi riconducibili a Google, che includono le attività hardware e il cloud sono saliti a 4,3 miliardi di dollari, grazie alla spinta data dalla divisione Nest in precedenza contabilizzata nella voce “Other Bets”.

° Nest, la divisione per l’IoT e i device connessi, è un segmento in perdita, ma il Ceo Sundar Pichai ha detto che nel 2017 sono stati venduti più device che nei due anni precedenti.

° La voce “other bets” vale 150 milioni e include perdite per varie centinai di milioni.

° L’organico è cresciuto del 15% a 85.000 dipendenti.

I numeri pubblicitari

Sotto il profilo pubblicitario avanza la tendenza di un aumento dei click e di un relativo calo dei prezzi. Al contempo i TAC, ossia i costi di acquisizione traffico pagati a partner per acquisire traffico - un esempio è incarnato dagli accordi con Apple per rendere Google il motore di ricerca predefinito su Safari -, sono schizzati passando dal 22% del fatturato da advertising al 24%. Ricordiamo anche che, a partire da questa trimestrale, Alphabet ha aggiornato alcune modalità di calcolo finanziarie, ed è passata a un conteggio delle impression in luogo dei click. In generale gli asset di Google, come YouTube e il più lucroso motore di ricerca, hanno segnato un aumento dell’8% del costo per click e una contrazione del 7% del prezzo, generando introiti per 22 miliardi di dollari.

Network Members e TAC

La voce Network Members, comprensiva dei siti terzi legati al circuito di Big G, ha registrato un incremento del 5% delle impression per un calo del 10% del costo per impression. Complessivamente le entrate sono state pari a 4,6 miliardi di dollari. Ad Age evidenzia come Google abbia versato ai partner terzi 12,6 miliardi di dollari. Nella conference call con gli analisti, segnala la CNBC, si è parlato di costi di acquisizione traffico, arrivati a 6,3 miliardi di dollari. La Chief Financial Officer, Ruth Porat, ha detto che l’aumento riflette le maggiori spese per il mobile search e il programmatic, che sono penalizzate da un TAC più rilevante. Porat ha aggiunto di attendersi un calo di questa tendenza in futuro.

YouTube

Aggiornamenti anche su YouTube: nelle ultime settimane alcuni investitori, sia finanziari che pubblicitari, hanno richiesto maggiore trasparenza sulla piattaforma video numero uno al mondo. I primi per poter avere evidenze maggiori su un’attività considerata sempre più centrale e a elevato tasso di crescita. I secondi per via di cronici problemi di brand safety, che hanno portato marchi come Under Armour a congelare il budget sul sito. Il Ceo Pichai ha affermato che YouTube è un driver chiave per l’azienda e che il live stream ha ottenuto risultati molto importanti. Per esempio, l’esibizione di Beyoncè al Coachella è stata l’evento più seguito di sempre in diretta. Pichai, riporta Variety, non ha direttamente toccato il tema brand safety, precisando che la società è impegnata a trovare i filtri più adeguati per i contenuti inappropriati. Nel quarto trimestre del 2017 i sistemi di machine learning hanno individuato il 70% dei video considerati “pericolosi” senza che fossero stati visti nemmeno una volta. E Google ha eliminato circa 8 milioni di filmati.

GDPR

Rispondendo a una domanda sulle nuove norme europee sulla privacy, il GDPR, Pichai ha detto che l’azienda si aspetta di essere pronta per la data di attuazione del regolamento, il 25 maggio. “Abbiamo iniziato a lavorare per essere conformi al GDPR più di un anno e mezzo fa - ha detto -. È molto importante e per noi è un tema caro”. Il manager ha aggiunto che l’azienda è impegnata a garantire nuovi controlli sulla privacy dei consumatori in tutto il mondo. Rimangono comunque dei punti di domanda legati al fatto che il GDPR possa in qualche modo limitare il tracciamento e rendere meno appetibile la qualità del targeting offerta da Google. Ma maggiori novità si avranno nei prossimi mesi. Sempre in territorio europeo continua lo “scontro” del gigante con le autorità antitrust: dopo la multa riguardante Google Shopping, Reuters ha riportato nelle scorse settimane che sarebbe in arrivo quella relativa ad Android. Ma Google va avanti e continua a macinare utili.