Al via il nuovo L’Espresso, in edicola da domenica 15 gennaio nel consueto abbinamento con la Repubblica
L’editore Danilo Iervolino, l’A.D. Marco Forlani e il direttore Alessandro Mauro Rossi hanno presentato ieri a Roma il progetto di rilancio del newsmagazine
Il nuovo L’Espresso prende il via domenica 15 gennaio, nel consueto abbinamento con il quotidiano La Repubblica e poi in vendita libera da lunedì 16. Il nuovo corso del newsmagazine, sotto l’egida della BFC Media, è stato presentato ieri a Roma presso Palazzo Altieri dall’editore Danilo Iervolino, dall’Amministratore Delegato de L’Espresso Media Marco Forlani, e dal direttore Alessandro Mauro Rossi. Che hanno confermato il carattere sviluppato dalla testata in 68 anni di vita: combattivo, progressista, laico, indagatore; ma allo stesso tempo hanno annunciato un cambio di rotta rispetto, si legge in una nota “a quello che siamo stati abituati a leggere negli ultimi anni”. Accanto ai temi consolidati come la difesa dei diritti, l’inclusione, la denuncia del malaffare, la lotta alla mafia, la battaglia per il clima e l’ambiente, verranno affrontati nuovi argomenti: le tendenze culturali e sociali, il mondo dei giovani, l’innovazione, la scuola, la space economy, nonché verrà sviluppata l’interazione con i lettori. La raccolta pubblicitaria del giornale è già seguita internamente ma verrà costituita una concessionaria ad hoc.
Il format
Cambia il formato, tabloid, più grande e ‘verticale’ rispetto ai precedenti; la carta, ecologica e certificata, è più spessa, il procedimento di stampa, da Rotocalco a Rotooffset, più amico dell’ambiente. I caratteri tipografici sono progettati ad hoc grazie alla fonderia fiorentina Zetafonts, e la nuova grafica è curata da Stefano Cipolla e Alessio Melandri. Il progetto visivo tiene conto della storia del magazine e presenta elementi identitari che ne hanno vestito le pagine sin dal primo numero. Sono molti i richiami alla grafica dei vari decenni: la larghezza maggiore della colonna d’inizio articolo (anni Cinquanta e Sessanta), gli occhielli delle sezioni editoriali storiche (Politica, Cultura, Economia) ispirati a quelli presenti negli anni Settanta e Ottanta, i titoli delle Opinioni che ricordano ‘La bustina di Minerva’ di Umberto Eco degli anni Novanta e la sperimentazione grafica degli anni Duemila. Cambia la struttura del giornale, che si apre con una gallery fotografica a cura di Toscani. La sezione ‘Prima pagina’ approfondisce il servizio di copertina. A seguire tornano politica, economia, cultura e le inchieste: tra le firme, Sergio Rizzo. L’Espresso rafforzerà anche la presenza sul digitale con sempre più articoli, servizi e opinioni sul sito in attesa del lancio del nuovo progetto multimediale.
Redazione e opinionisti
La redazione sarà affiancata da una squadra di opinionisti: Carlo Cottarelli, Francesca Barra, Maurizio Costanzo, Massimo Cacciari, Claudia Sorlini, Virman Cusenza, Fabrizio Barca, Enrico Giovannini, Ray Banhoff e Nicolas Ballario, per garantire competenza e pluralità di vedute. Immagini selezionate da Oliviero Toscani e accompagnate da aforismi testimonieranno la quotidianità e le sue contraddizioni. I curatori delle nuove Guide de L’Espresso, Luca Gardini e Andrea Grignaffini, collaborano al settimanale.
Il giornale in uscita
La copertina de L’Espresso in uscita è anche un manifesto del progetto. Lo scatto è ancora di Toscani, che ha ritratto la mano di Adélia Chitula Moura, una ragazza angolana di 30 anni, di cui 20 passati in Italia, dove fa la geometra. È dipinta di bianco nel segno dell’integrazione. L’indice e il medio, colorati di rosso e di verde, formano il segno della vittoria. Vince non solo chi è più bravo o più forte ma anche chi è più tenace, chi non si arrende. È l’immagine degli italiani. Infatti, il titolo è ‘L’Italia di domani’. L’insieme disegna quello che si vorrebbe che fosse, e che in parte sarà per forza di cose, il nostro Paese: multietnico, accogliente, vincente, resiliente, tollerante, che guarda al futuro. Questo tempo dice che è necessario impegnarsi per la difesa del genere umano: dalle guerre, dalle pandemie, dai cambiamenti climatici, dalle dittature, dalle cattiverie, dallo sfruttamento del lavoro, dalle diseguaglianze. Contemporaneamente guardare avanti per raccontare le storie dei protagonisti dell’Italia migliore. “L’Espresso continuerà ad essere orgogliosamente – recita una nota -, il giornale che difende gli ultimi, ma saprà dare spazio anche ai primi, a coloro che costruiscono futuro e speranza per il nostro Paese”.