AdLingo, un modo inedito di interpretare il conversational marketing
La società incubata da Area 120 di Google mira a rivoluzionare i paradigmi di questa disciplina, spostando il focus dai bisogni di un utente verso la discovery
AdLingo, società incubata da Area 120 di Google, vuole rivoluzionare il conversational marketing, una delle discipline più chiacchierate nel settore in questi ultimi anni. L’azienda è stata al centro di un articolo di TechCrunch. Per Vic Fatnani, Co-Fondatore e General Manager di AdLingo, il mondo sta abbracciando una logica conversazionale, ma l’obiettivo della sua società è diverso da molte altre che ne hanno abbracciato le declinazioni nel marketing.
Advertising
In tanti hanno sviluppato prodotti allo scopo di creare soluzioni in grado di rispondere a determinati problemi, ma per AdLingo il focus è tutto sulla discovery e sulla capacità di portare un assistente virtuale al servizio dell’audience. Per Fatnani, la pubblicità è il mezzo perfetto per risolvere questo problema. Invece di costruire un chatbot e lasciare che i consumatori lo trovino in giro per il web, i brand possono integrarlo nella loro pubblicità, permettendo alle persone che vedono l’annuncio di porre domande e ricevere feedback. Per esempio, cliccando su un annuncio di un automobile, un utente può velocemente indicare se è interessato a una vettura usata o nuova, in pochi secondi e conversando con un chatbot.
Distribuzione
AdLingo non si occupa dello sviluppo di chatbot, bensì della distribuzione di quelle che definisce esperienze, grazie a partnership con strumenti come Dialogue Flow, Microsoftbot Framework, LiveEngage e Blip. E, secondo Fatnani, per ora la tecnologia non è finita nel mirino di Google. “Siamo completamente separati in termini di roadmap dei nostri prodotti e di ciò che facciamo”, ha concluso.