Autore: Redazione
22/02/2021

Ideeuropee festeggia i suoi primi 20 anni all’insegna della crossmedialità

L’agenzia di comunicazione integrata di Treviso, nel momento della ricorrenza, fa i conti con il 2020 e l’accelerazione digitale, sui tone of voice mutati, sull’importanza del video, sul ricollocamento del mercato. Parola al fondatore Piergiorgio Paladin

Ideeuropee festeggia i suoi primi 20 anni all’insegna della crossmedialità

A Treviso si respira aria di party. Un attimo: prima che qualcuno adombri sospetti, mugugni e magari sollevi polemicamente la voce, non si parla di assembramenti, bensì di festeggiamenti, certo tutt’altro che eccessivi, concreti ma rispettosi, anche perché nel Triveneto notoriamente di tempo se ne perde poco e l’agenzia Ideeuropee sta sì per spendere le sue venti candeline, ma molto probabilmente sta già pianificando le prossime venti. Nel dubbio, abbiamo contattato il fondatore Piergiorgio Paladin a cui abbiamo chiesto lumi, non solo sui progetti, ma anche sul particolare anno appena trascorso, una stagione sicuramente particolare.

Il 2020 “pandemico” ha modificato in qualche modo il vostro approccio operativo, magari sul fronte digitale?

«Non in maniera così determinante. Possiamo contare da 5 anni su un comparto digital composto da tre persone focalizzate sul content e altre due sulla parte grafica. Recentemente abbiamo aggiunto un sesto componente che si occupa di adv. Quindi per noi non si tratta certo di una novità, anche perché il nostro segreto è sempre stato quello di essere crossmediali. È sicuramente ovvio che l’emergenza pandemica abbia accelerato ogni tipo di processo digitale. Un fatto curioso è che Ideeuropee si era organizzata sul fronte del lavoro da gestire in remoto nel 2019, senza aver avuto alcun  sospetto su quello che sarebbe accaduto qualche mese dopo. Non appena la situazione è precipitata, ci siamo subito confrontati con i clienti sul tema del tone of voice, su come comportarsi da quel momento in poi. Operiamo soprattutto nei settori dell’automotive, dell’edilizia, della municipalizzata, del beverage. Abbiamo attuato  un refresh sul linguaggio e da quel momento non siamo più tornati indietro. Nel corso dell’annata abbiamo registrato un crescita del 30-35% di attività digital, che hanno compensato, almeno in parte, la mancanza di eventi, ramo che abbiamo sempre coltivato con successo».

Quale settore si è mosso meglio?

«Tutto quello legato alla casa e all’edilizia, in B2C  e, soprattutto, sul fronte B2B che ha avuto una vera esplosione».

Se volessimo sintetizzare la vostra offerta?

«È sempre più improntata sull’analisi, dei target, degli obiettivi di vendita, delle azioni specifiche sui social, cui poi viene associato l’elemento creativo».

Quanto conta il video?

«Sempre di più, a maggior ragione dallo scorso anno. Ma anche tutto quello che ruota intorno alla grafica, tra infografiche e motion graphic, è molto ricercato. Capita spesso che le singole aziende chiedano shooting mirati all’interno delle proprie strutture, con i dipendenti che assumono il ruolo di veri e propri testimonial. Un modo per cementare la cultura aziendale. Nel corso del 2020, complice la dilatazione del tempo, non sono stati pochi i clienti che hanno deciso di operare un refresh dell’immagine».

Con chi vi piacerebbe collaborare in un prossimo futuro?

«Il segmento automotive per noi è molto importante, lavoriamo con le concessionarie; ecco, è arrivato il momento di operare con i brand, siamo assolutamente pronti».

Come si sta ricollocando il mercato?

«Verso l’automotive e la casa, mentre turismo e ristoro sono in grossa difficoltà».

Come chiuderete l’anno?

«A fronte dina decisa riduzione dei business oflline, e degli eventi che per noi pesavano introno al 30%, chiuderemo con un -15%, con un utile comunque non lontano da quello fatto registrare nel 2019».

Il 2021?

«Significa prudenza, ma anche desiderio di consolidarsi, soprattutto nel settore delle multiuutility dell’acqua. E poi, la speranza è che gli eventi ritornino di moda».