IAB Tech Lab vuole estendere il protocollo ads.txt anche alle app
La proposta è aperta ai commenti pubblici per i prossimi trenta giorni, nei quali sarà necessario trovare uno standard dove inserire il file, che coinvolga anche gli app store

L’anno scorso, l’Interactive Advertising Bureau (IAB) tramite il suo Tech Lab ha lanciato il progetto ads.txt, che prevede l’adozione di una lista pubblica in formato testo che elenca i rivenditori autorizzati da un’azienda allo scopo di prevenire la vendita fraudolenta di siti web e inventory.
Anche per il mobile app
Questa settimana, il Tech Lab ha annunciato l’intenzione di estendere il protocollo ads.txt, che è ora ampiamente adottato da oltre due milioni di publisher, anche all’ambiente mobile app. IAB ha pubblicato la guida “Mobile App Support for Ads.txt”, e ha aperto la proposta alle osservazioni del pubblico per i prossimi 30 giorni. In sostanza è lo stesso ads.txt, ma l’introduzione del protocollo è più complessa, poiché tipicamente il file risiede nel dominio dei siti web di cui le app non sono dotate.
Possibili approcci
Tra gli approcci proposti da IAB, entra in gioco il ruolo degli app store. Si potrebbe utilizzare, ad esempio, un “ID in bundle” che a volte è usato come identificatore nei marketplace degli store. L’ID in bundle, insieme al dominio web, punta direttamente al file ads.txt presente in quel dominio. Un secondo approccio è che l’app store potrebbe fornire una nuova API che offre il file ads.txt per ogni app, bypassando un dominio web di accompagnamento. Tuttavia ogni app store opera con logiche diverse e si dovrà, dunque, trovare un metodo standard che sia congeniale a tutti per garantire il successo dell’operazione. Oppure, IAB ha proposto la nascita di uno o più servizi indipendenti che forniscano i file ads.txt o la possibilità di inserirli direttamente all’interno del percorso di ad request in OpenRTB. In ogni caso, ha chiarito che queste specifiche proposte sono “un invito a rispondere” per gli app store e i fornitori di terze parti.