Hoopygang presenta la unit XFormance e punta sulle innovazioni tecnologiche
Le parole di Simone Pepino, CEO dell’agenzia specializzata, sempre foriera di novità, tra AI, performance e l’obiettivo di trasformarsi in un vero e proprio network-guida per il settore
Simone Pepino
È un periodo di grande evoluzione quello vissuto attualmente dall’influencer marketing, le chiacchiere si intensificano, le parole si moltiplicano specialmente in relazione alla necessità di maggiore trasparenza, la ruota però continua giustamente a girare per quella che si è trasformata in una delle leve di marketing più fruttuose, apprezzate e ricche di possibilità come certificato dai dati presentati al recente Netcomm Forum: nel corso dell’anno il valore degli acquisti online di prodotti da parte degli italiani crescerà del 6% e raggiungerà i 38,6 miliardi di euro. In particolare, i comparti Arredamento e home living, Auto e Ricambi e Food & Grocery registrano un incremento superiore alla media, con tassi compresi tra il +8% e il +12%, mentre Beauty, Informatica ed Elettronica di consumo e Abbigliamento presentano una crescita in linea con quella del settore, intorno al 7%. Certo non si può fare finta di nulla e tra sperimentazioni e innovazioni continue, occorre mettere in puntini sulle ‘i’, spiegare, illustrare, provare a convincere un popolo, quello dei non addetti, la maggioranza che non perde neanche un attimo per illustrare il proprio disappunto fatto di supposizioni, luoghi comuni e scarsa conoscenza. E quando si aprono finestre importanti di confronto, come il recente Netcomm Forum non indietreggiare, piuttosto rilanciare a testa alta. Lo sa bene Simone Pepino, CEO di Hoopygang, struttura che si pone come obiettivo quello di aiutare a sviluppare campagne di influencer marketing stuzzicanti, intriganti, sempre nuove e soprattutto capaci di raggiungere e garantire risultati tangibili.
Come si muove Hoopygang nel mare magnum controverso e pure sempre più ricercato dell’influencer marketing?
«Studiando e introducendo novità. Abbiamo iniziato attraverso una soluzione tecnologica, il portale Relations, in costante sviluppo, un contenitore che aiuta a scovare il creator ideale, che analizza tutti i movimenti del settore, le possibilità, le performance, i possibili fake. Abbiamo recentemente introdotto Creators Area, uno spazio che non si rivolge alle agenzie ma proprio agli stessi influencer, un supporto utile per migliorare le loro performance. Con Hoopygang miriamo a creare un vero e proprio network che risponda a tutte le esigenze».
Come si è evoluto nell’ultimo anno l’apporto dell’influencer marketing nel campo del commercio elettronico e quali potranno essere i prossimi step?
«Prosegue sempre di più nella direzione dei media e della tecnologia, della performance e dei risultati. Occorre mettersi in testa che i creator sono diventati veri e propri media e vantano audience molto più grandi dei maggiori portali nazionali; a questo dato di fatto si affianca una tecnologia in costante aggiornamento che garantisce standard più ordinati, performanti e trasparenti».
Innovazione, Web3.0 e AI: come si stanno interfacciando con il settore?
«L’innovazione è sempre più facile da integrare, con l’apporto della verifica umana, uno strumento che aiuta e facilita. L’intelligenza artificiale apre molte porte che prima erano invisibili, per esempio può scovare nuovi trend».
Uno strumento in costante crescita, un qualcosa che non può più essere tralasciato, ma intanto qualcosa ha ceduto, come dimostra il caso Ferragni: come si esce fuori da una simile controversia?
«Quello che è successo a Chiara Ferragni ha dei risvolti positivi, porta l’intero settore a fare chiarezza, con gli operatori del settore che non sono stati fermi: Agcom ha fatto la chiamata, le associazioni come IAB e OBE hanno risposto con i tavoli di lavoro di cui Hoopygang ne fa parte attiva. L’obiettivo ora è lavorare nel segno della trasparenza. I passi falsi capitano, sono nella natura delle cose, anche perché parliamo di un mercato fatto di persone, idee e creatività. E allora, controlliamolo ma non snaturiamolo».
Cosa ha caratterizzato il vostro 2023 e cosa vi attende nel 2024?
«Quello trascorso è stato un anno di crescita, in termini di fatturato, di assunzioni, di aumento del capitale; abbiamo cambiato uffici. Abbiamo lanciato la nuova unit: XFormance, divisione che punta a proporre soluzioni orientate a massimizzare le installazioni app, ridurre i costi per click e dominare il campo con native advertising, programmatic e influencer marketing a performance (garantita dal native advertising al paid media, su desktop e mobile). Con XFormance gestiamo inventory esclusiva per massimizzare i risultati, andando oltre i benchmark di mercato, dal mobile in-app al desktop, dall’influencer marketing ai metodi tradizionali come CPM e CPC. Di fatto, garantiamo risultati misurabili in ambiente desktop, mobile e mobile in-app, ottimizzando CPC, CPM, CPL e molto altro».