Autore: Redazione
13/10/2022

Heritage Ventures, la strada più appropriata verso il mondo digital

Un’investment company irlandese che ha come mission aiutare società consolidate e startup a raggiungere il pieno potenziale nei settori più innovativi e sui mercati nei quali operano a livello globale. Parola al direttore generale Federico Germondani

Heritage Ventures, la strada più appropriata verso il mondo digital

Siete intenzionati a lanciarvi sul mercato digital? Avete una startup in cui credete molto? Siete a capo di una struttura fintech ma non sapete come muovervi? Perché… parliamoci chiaro: le idee sono alla base di tutto, l’innovazione spinge le scelte e il mercato, ma serve anche una guida, qualcuno che magari riesca a indirizzare gli investimenti più appropriati, indica semplicemente la via più giusta da seguire, per crescere, per consolidare. DailyNet chiama a rapporto Heritage Venture, investment company irlandese che ha come mission aiutare società consolidate e startup a raggiungere il pieno potenziale nei settori digitale, IT e Fintech e sui mercati nei quali operano a livello globale. Con noi il direttore generale Federico Germondani (protagonista anche della puntata di DailyOnAir presente su questo numero).

Di cosa si occupa Heritage Ventures e come si sta evolvendo il suo ramo di azione?

«Heritage Ventures è una investment company irlandese che ha come mission aiutare società consolidate e startup a raggiungere il pieno potenziale nei settori digitale, IT e Fintech e sui mercati nei quali operano a livello globale. Non si limita a compiere una mera opera di finanziamento, ma mette a disposizione dei suoi partner le proprie consolidate relazioni di business, la propria esperienza e il proprio materiale umano e tecnologico, al fine di rendere il business in cui investe solido, globale e scalabile. In linea con i piani strategici, nel 2022 Heritage ha venduto le sue partecipazioni nel mondo delle telecomunicazioni e dei call center, avviando un’opera di posizionamento in settori strategici e in grande sviluppo come quello dell’IoT, dell’intelligenza artificiale e in tutti i settori legati alla customer experience. Altro settore di estremo interesse è quello legato alle rinnovabili, ai certificati verdi e a quelle attività volte alla riduzione del Carbon Footprint. In quest’ottica Heritage ha recentemente acquistato partecipazioni in una società svizzera - 2G Carbon Credit - ed è in trattativa per la definizione dell’acquisto di altre società svizzere, con l’intento di divenire leader mondiale nella fornitura di energia verde e relative materie prime e di bioetanolo di seconda generazione».

A che punto si trova l'Italia sul fronte di IoT e AI? Quali sono i settori che più beneficiano dell'innovazione?

«Rispetto a Cina e Stati Uniti, leader indiscussi nell’AI, l’Italia è purtroppo indietro. Nel nostro Paese spiccano tuttavia eccellenze come Ambarella nella guida autonoma e Translated nel linguaggio: due ambiti nei quali l’Italia aveva già un ecosistema tradizionale forte e l’applicazione dell’AI è stata impattante. I settori che più beneficeranno in futuro di questa tecnologia sono certamente quelli fondati sul lavoro dell’uomo, dove l’AI può semplificare e velocizzare le attività, togliendo alle persone i task più ripetitivi e meno remunerativi, creando condizioni di lavoro migliori e di crescita. Prima di affrontare il discorso dell’IoT, qualche dato. Nel 2021 il mercato dell'Internet of Things ha superato i 7 miliardi di euro, +22% rispetto al 2020. In Italia si stimano 110 milioni di oggetti connessi, 1,8 per abitante. L’enorme quantità di dati raccolti dagli oggetti connessi ha fatto crescere soprattutto l'offerta di servizi, per un totale di 3 miliardi di euro, +25% rispetto al 2020. Non sorprendono quindi i 30 miliardi di euro destinati a progetti abilitati dall'Internet of Things del PNRR. Il principale segmento dell’IoT è rappresentato dalle soluzioni di Smart Metering (contatori del gas connessi e contatori intelligenti), Smart Asset Management (smart car connesse per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative), Smart Building (videosorveglianza e gestione di consumi energetici), Smart Logistics (gestione flotte aziendali ed antifurti satellitari). Da sottolineare che, a fronte di investimenti importanti a livello infrastrutturale da parte di utility e municipalizzate - come Enel e Acea - per la gestione del territorio, nel settore domestico l’impiego dell’IoT procede a rilento. Potrebbe invece risultare estremamente efficace per il controllo e la riduzione dei consumi, specie in questo particolare momento storico.

Quali sono i settori con cui Heritage lavora maggiormente e quelli a cui aspira?

«Fedele alla propria mission, i settori in cui Heritage porta avanti i suoi progetti e offre servizi alle aziende sono Business Services to Telecom operators (Fintech platform development) e Communication & marketing activities. Ambiti nei quali ha una grandissima esperienza e rappresenta un punto di riferimento per il mercato. A questi due si sono affiancati negli ultimi anni, in maniera sempre più importante, il settore Green certificates & Carbon Footprint reduction e quello Food & Spirits. Entrambi improntati a un’idea di crescita sostenibile e di più più olistica idea di benessere, nel massimo rispetto per la persona e per il pianeta».

Come vi muoverete nel prossimo quadriennio per il quale avete stanziato un budget di 40 miliardi?

«Per consolidarsi nei mercati di riferimento, Heritage investirà più di 40 milioni nei prossimi quattro anni. Un capitale importante per la crescita della Società, pronta a puntare, da un lato, sulle più innovative startup tecnologiche a livello internazionale, dall’altro, a incubare idee innovative in questi mercati, in linea con quegli obiettivi di eccellenza che persegue ogni giorno».