Autore: Redazione
08/02/2017

Gruppo Vita: prorogate all’8 marzo le decisioni sull’aumento di capitale e sull’accordo con il socio Turri

Sono tre le vie d’uscita dalla crisi per la società editoriale guidata da Riccardo Bonacina: nuovi soci, conversione in capitale del prestito obbligazionario, chiusura del contenzioso con l’azionista di maggioranza relativa

Gruppo Vita: prorogate all’8 marzo le decisioni sull’aumento di capitale e sull’accordo con il socio Turri

Il gruppo Vita rimanda a una prossima assemblea dei soci, fissata per l’8 marzo, la auspicata soluzione della crisi patrimoniale e finanziaria che interessa la società editoriale presieduta da Riccardo Bonacina, specializzata nei temi del terzo settore ed editrice del mensile Vita nonché del sito correlato.

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Riccardo Bonacina

L'assemblea di Gruppo Vita

L’assemblea ordinaria convocata ieri ha esaminato la situazione, che al primo semestre 2016 evidenziava, a fronte di ricavi in crescita a 2,5% (+3,1% rispetto allo stesso periodo del 2015) grazie all’attività di consulenza, un calo dei fatturati editoriali da 773mila a 428mila euro. La perdita operativa, passata da 275mila a 423mila euro, cresce di oltre il 50%. Sul fronte dell’indebitamento, questo si attesta a 3,8 milioni di euro contro i quasi 3,3 milioni di fine 2015. Ma l’assemblea di ieri ha potuto anche esaminare la manifestazione di interesse a entrare nel capitale sociale da parte di nuovi azionisti, che si affianca alla concreta disponibilità di alcuni vecchi azionisti a convertire in capitale la propria quota di prestito obbligazionario sottoscritto, che a oggi ammonta in totale a 750mila euro, rinunciando al rimborso.

Auspici

A oggi, la quota di prestito che verrà convertito ammonta a 460mila euro, e l’azienda confida di arrivare al 100% della conversione entro l’8 marzo. Entro quella data si spera di trovare ulteriori nuovi soci disposti a immettere denari freschi, a fronte della presentazione di un nuovo piano industriale. La delega per la ristrutturazione del debito è stata affidata a Luca Annibaletti, commercialista e revisore contabile entrato in consiglio al posto di Jose Gonzalez Galicia, non titolare di azioni, che ha rassegnato le dimissioni lo scorso 23 gennaio.

L’assemblea doveva anche deliberare a proposito dell’azione di responsabilità, richiesta dalle autorità di vigilanza, nei confronti dell’amministratore Stefano Turri, titolare della maggioranza relativa di Vita con una quota del 38,67% attraverso le società K Group e Fiduciaria Sant’Andrea. Lunedì però è pervenuta sul tavolo del presidente una proposta di accordo per lo scorporo del ramo tecnologico (la K Group, appunto) che l’assemblea stessa ha rimandato all’unanimità alla prossima riunione dell’8 marzo.