Gruppo Food: il ponte tra industria e retail, tra innovazione, autenticità e trasparenza
Tutte le traiettorie comunicative di un settore che resiste a ogni difficoltà e rilancia sotto la bandiera del made in Italy raccontate da Francesca Zecca, vicedirettore editoriale del Gruppo Food rappresentativa dell’ambito B2B, con uno sguardo anche al B2C

Francesca Zecca
Food & Beverage oggi: un ambito che viviamo in modo naturale, tra distribuzione, innovazione, e-commerce, una miriade di proposte ‘pop’ che inondano i social. Una consuetudine che nasconde però molteplici sottigliezze. Gruppo Food, media company che offre servizi integrati volti a garantire una performance migliore nel settore alimentare, ha recentemente condotto una ricerca tra le 18.000 imprese dell’industria alimentare e della grande distribuzione organizzata appartenenti alla propria business community, per indagare quali siano le direttrici di sviluppo dell’innovazione del F&B. Secondo quando riportato da professionisti dell’industry, si registra una crescente integrazione tra retail fisico e digitale (49%) e un aumento delle vendite online tramite e-commerce (46%). Parallelamente, cresce l’interesse verso il modello direct-to-consumer (31%) e verso altre tipologie di abbonamento personalizzato, già adottate dal 13% del mercato. Per migliorare la customer experience, le aziende puntano su strumenti digitali sempre più avanzati: le app mobile per ordini, con fidelizzazione e personalizzazione considerate le più innovative dal 60%, seguite da intelligenza artificiale e chatbot per il servizio clienti (36%), blockchain per la trasparenza dei prodotti (35%), realtà aumentata e virtuale (25%) e sistemi di pagamento innovativi come biometria, wallet digitali e criptovalute (21%). Approfondiamo l’argomento con Francesca Zecca, vicedirettore editoriale del Gruppo Food (ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv).
Quali sono gli andamenti più recenti del settore?
«L’industry agroalimentare è la prima sul fronte del manifatturiero italiano e sviluppa un fatturato globale di circa 676 miliardi di euro; eccelle per export, è resiliente e anticiclica, come ampiamente e recentemente dimostrato anche durante le situazioni di crisi. Oggi le difficoltà riguardano le problematiche inflattive, eppure i progetti di sviluppo non si arrestano. Un settore di grande eccellenza che sull’export muove 70 miliardi di euro, e nonostante le apprensioni legate ai dazi, prosegue la sua penetrazione nei mercati esteri».
Gruppo Food può vantare anime differenti, come operate nell’informazione B2B?
«L’azienda è sul mercato da 33 anni, fondata da Paolo Dalcò, si è progressivamente sviluppata e oggi si presenta con una varietà di brand: Food, dedicato alla GDO; Food Service che si rivolge agli operatori del fuori casa; Dolcesalato, incentrato sui mondi del bakery, della pasticceria, della gelateria; Italianfood.net, indirizzato ai buyer internazionali, e Food Labs, agenzia di content marketing, e qui entriamo anche in ambito B2C, visto che ci rivolgiamo al consumatore con servizi commissionati dai clienti. Ci sentiamo rappresentativi del settore della comunicazione B2B e B2C dedicata al settore F&B. Inoltre, organizziamo eventi e realizziamo ricerche proprietarie, utili per indagare gli orientamenti delle aziende sul fronte dell’innovazione e non solo».
Come devono essere costruiti oggi i tragitti dell’editoria alimentare B2B?
«Gruppo Food cerca di fornire una comunicazione mirata, che rappresenti un ponte tra industria e retail, e lo fa attraverso analisi di mercato, ricerche sui trend di consumo, focus su argomenti di attualità come per esempio in questo momento storico i costi delle materie prime e dell’energia, le tensioni geopolitiche e tutte le dinamiche internazionali che possano avere impatti sul nostro settore. Senza trascurare le tematiche legate alla sostenibilità. Siamo un veicolo di messaggi mirati, che punta a offrire un supporto tecnico, informato e completo, ai decision maker cui ci rapportiamo».
A proposito di scenari: come è cambiato il racconto dell’industry ago-alimentare?
«Osserviamo un mercato in cui il consumatore è al centro, ha aspettative elevate, è sempre più consapevole, non si muove solo su logiche di convenienza, ma vuole sapere cosa ci sia dietro le marche e le aziende produttrici. Da qui le comunicazioni sull’origine e la tracciabilità delle varie filiere. Il racconto deve essere, quindi, autentico, deve ispirare fiducia che non si limita ai brand, ma si estende anche alle insegne della Gdo, intermediarie nella veicolazione dei prodotti alimentari. Il rapporto che viene a crearsi è incentrato sulla trasparenza, senza prescindere dalla qualità e dalla sostenibilità».
Come influisce l’AI?
«La tecnologia è sempre più pervasiva e avrà un ruolo preponderante nella struttura e nella velocità dei processi operativi, con un ruolo chiave nella comprensione della grande mole di dati a disposizione. Diverso è, invece, il discorso sull’AI creativa: l’intelligenza artificiale elabora, ma non crea. La funzione creativa rimane una prerogativa umana. Almeno nel breve periodo».
Quale è la vostra ricetta del content marketing?
«Abbiamo fondato Food Labs, struttura nata nel 2018, per mettere a disposizione un’offerta verticale completa sul settore. La realtà unisce creativi, fotografi, food blooger, chef, video maker che seguono i clienti nell’elaborazione dei contenuti. Possiamo contare anche sulla nostra cucina sperimentale situata nella sede di Parma, dove nasce la creatività, dalle foto, ai video, passando per le strategie di social media management, media planning, per arrivare all’influencer marketing».
Quale ambito ‘funziona’ meglio?
«Si tratta di canali paralleli. Nel B2B è fondamentale comunicare con il buyer che inserisce il prodotto a scaffale, promuovendo un’informazione tecnica che faccia emergere il valore aggiunto che lo stesso può apportare in termine di rotazioni e allineamento rispetto alle tendenze di mercato. Quando ci rivolgiamo al consumatore finale, invece, la comunicazione deve saper dialogare e promuovere i valori dell’autenticità, della fiducia e dell’innovazione, quest’ultimo elemento sempre più importante, nonostante il F&B sia legato in maniera naturale alla tradizione. Una comunicazione che deve essere informativa ed educativa, senza limitarsi a un claim pubblicitario».
Cosa vi attendete dal 2025 come Gruppo Food e dal settore in generale?
«Nonostante il contesto economico critico, il mercato vive un momento comunque positivo. C’è una forza propulsiva, un forte dinamismo verso l’innovazione. Dalla nostra recente survey abbiamo rilevato che nei prossimi cinque anni ci sarà un incremento degli alimenti funzionali, nutraceutici, una questione prioritaria per il 57% degli operatori. Aumenteranno gli investimenti nella sostenibilità: il 43% degli intervistati punterà su pack sostenibili o praticherà strategie di economia circolare. Anche Gruppo Food è proiettato a crescere consolidando il ruolo di riferimento nella comunicazione specializzata di settore. Pur mantenendo il legame con la comunicazione sui magazine cartacei, spingeremo sui touchpoint digitali per fornire un’informazione il più possibile fruibile e puntuale ai nostri target di riferimento. Capitalizzeremo il nostro patrimonio di relazioni attraverso eventi e occasioni di networking. E continueremo a innovare investendo anche in settori diversi dal F&B. Abbiamo di recente lanciato due nuovi brand Home Care 360 e Personal Care 360, per trasferire la nostra expertise B2B anche in questi mercati».