Autore: Redazione
31/05/2021

Growens, nuovi orizzonti per il martech 

La struttura che un tempo si chiamava MailUp Group ufficializza con il cambio di denominazione l’allargamento del suo spettro operativo. Ne parla l’A.D. Nazzareno Gorni

Growens, nuovi orizzonti per il martech 

Nazzareno Gorni, Amministratore Delegato di Growens

Come si cambia… Può capitare di non riconoscersi di fronte allo specchio, di rendersi conto che quell’abito, magari dotato del classico confort ed esteticamente sempre fresco, non rispecchi più appieno la propria essenza, che quasi ne limiti i contorni di una storia che muta come il passare delle stagioni, con l’evoluzione dei propri interessi. Certo che cambiare però rappresenta un rischio, una possibile deviazione non (subito) compresa, un avvicendarsi rapido di domande e dubbi, di una serie di “E se invece…“ in tenuta d’assedio. Pensate cosa possa significare decidere di cambiare nome, inventarne un altro, farlo proprio e indossarlo con naturalezza. Roba da non dormirci la notte. MailUp Group, che in 20 anni ha impersonato con brio e stile una parte ben nota del settore comunicazione, ha deciso di mettere un punto, di andare a capo e di farlo sotto una nuova insegna: Growens. Un cambio di rotta “sviluppato per rappresentare ancora meglio l’identità di un Gruppo internazionale oggi composto da 5 business unit, 250 dipendenti, 25.500 clienti in 115 paesi e con un portfolio di soluzioni non più legate solo alle tecnologie per email”. In sintesi, era necessario. Ma noi abbiamo bisogno anche di un approfondimento. E chi meglio del diretto protagonista può spiegarci come si cambi? Parola a Nazzareno Gorni, Amministratore Delegato di Growens.

Cambiare nome: un necessario salto nel vuoto?

«In realtà, ci pensavamo da tempo. Cominciammo a ragionarci nel 2017, a tre anni dalla quotazione sul segmento AIM di Borsa Italiana e dall’inizio di un percorso di acquisizioni, che segnò la fine di MailUp come società monoprodotto. All’epoca risolvemmo mantenendo la denominazione originaria e aggiungendovi un Group. Ma nel corso del 2020 l’esigenza si è di nuovo palesata, dato che il vecchio nome rispecchiava ormai solo un quarto delle attività del Gruppo per fatturato. Ad affiancarci nel processo di cambiamento è stata Nomen. Siamo arrivati a una short list comprendente una decina di possibilità, da cui abbiamo estratto due possibili finalisti, considerando tutti i dovuti passaggi di ordine legale e il nostro status di società quotata. Ci tengo però a sottolineare che, sebbene non sia cambiato nulla nella struttura e nella composizione del Gruppo, con questa operazione abbiamo portato la percezione del brand al passo con ciò che già siamo nella realtà da molto tempo: un’azienda internazionale fatta di persone appassionate, profondamente radicata nelle comunità locali e con un forte senso di etica nel modo di fare business».

Come descrive Growens?

«Come un gruppo attivo nel Martech, nel settore della tecnologia, impegnato nell’innovazione, ma sempre vissuta in maniera sostenibile, con un approccio etico e rispettoso nei confronti delle persone, siano esse clienti, investitori e addetti ai lavori dell’azienda. Una struttura votata all’omnicanalità che offre servizi di marketing, contenuti digitali, comunicazione mail, customer journey e intelligenza artificiale».

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La sede di Milano

 

Growens è lo specchio di un mercato in costante cambiamento?

«Si è passati da veicolazioni adv ripetute per arrivare a una divulgazione massiva, alla segmentazione e quindi all’automation, con l’esigenza di essere tempestivi e rilevanti per un determinato segmento. La complessità è diventata più elevata, iI mercato somiglia sempre più a un percorso a zig zag, ed è quindi più sfidante. Nell’ultimo triennio la questione dei dati ha preso il sopravvento. Growens offre nel suo portfolio una Customer Data Platform, Datatrics, che consente di integrare dati e informazioni provenienti da diverse fonti grazie all’intervento dell’AI, che si muove come un direttore di orchestra».

Quanto è consapevole il cliente della complessità dell’attuale mercato?

«Il cliente sa che deve investire e muoversi in maniera graduale all’interno di non poche zone d’ombra».

Cosa vi chiedono maggiormente i clienti che si occupano di e-commerce?

«L’obiettivo principale per chi si occupa di commercio elettronico è il conversion rate. Per questo servono i dati giusti che possano attivare in maniera appropriata l’AI».

A proposito di dati, il topic del momento è rappresentato dai tema cookieless…

«Con Datatrics lavoriamo su dati di prima parte e facciamo retargeting sui segmenti che costruiamo in casa. Il punto fondamentale è personalizzare. Si ripartirà comunque da zero. Noi offriamo una piattaforma ordinata per chi opera nell’adv».

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La sede di Cremona

 

È meglio essere capaci di fare un po’ tutto oppure specializzarsi?

«La chiave risiede nella specializzazione e nell’integrabilità, per avere strumenti eccellenti a livello verticale in grado di integrarsi agevolmente con le altre componenti dello stack. Per questo Growens offre cinque soluzioni che propongono eccellenza verticalmente: MailUp, Datatrics, BEEfree.io, Acumbamail, Agile Telecom».

I prossimi passi?

«Guardiamo ad una acquisizione e stiamo valutando la possibilità di quotarci su un segmento primario, che ci consenta di avere la forza finanziaria giusta per investire esternamente e internamente».