Grand Union Italia rivela le tendenze digitali nel fashion
La ricerca curata dall’azienda ha individuato circa 70 trend, andando ad analizzare circa un centinaio tra prodotti, brand e protagonisti della produzione e distribuzione del comparto

Grand Union Italia, agenzia di comunicazione digitale del gruppo FullSIX, ha pubblicato la ricerca “Digital Megatrends in the Fashion Market”, tra le più complete sugli effetti delle tendenze digitali nei consumi e nei prodotti di moda, disponibile gratuitamente nelle principali librerie online, come Amazon Kindle, Kobo, La Feltrinelli e a breve anche su iBooks. L’ebook racconta una ricerca dalla duplice natura, sociologica ed economica, che ha coinvolto molteplici risorse: dai dati di mercato al cool hunting, dai business case ai più tradizionali fashion trend, elaborati e sintetizzati da un pool di analisti di Grand Union Italia e FullSIX, coordinati da Roberto Brognara, senior strategist di Grand Union. Un racconto che parte dagli anni ’80, quelli della riconciliazione tra società e consumi, proiettandosi al 2020, quando wearable technologies e 3D Printing cominceranno a farsi incisivi nei comportamenti di consumo e nell’economia del settore.
Le principali criticità
La ricerca ha individuato circa 70 tendenze, analizzando un centinaio tra prodotti, brand e protagonisti della produzione e distribuzione del mondo del fashion:
- “SFIT”, “Capi tecnici”, “Griffe tecniche”, “Sportswear” e “Outdoor”, questi i trend che hanno modernizzato gli stili e strutturato l’industria del tessile e dell’abbigliamento negli anni ’80: era l’avvento dell’“High Tech”;
- “Era dell’Accesso” e della “Shopping Experience”, effetto della “Media Globalization” che negli anni ’90 ha innescato le tendenze di questo periodo. Democratizzazione, accessibilità, rinnovamento, queste le parole chiave che portano a una svolta epocale: la popolarizzazione della moda, dove i “Social media” hanno iniziato a giocare un ruolo fondamentale.
- “Showrooming”, “Prodotti aumentati”, “Proximity” e “Photo shopping”, siamo nella “Rivoluzione mobile”, alimentata da circa due miliardi di possessori di smartphone, che ha fortemente modificato i comportamenti di consumo.