Google ha rilasciato l’edizione 2018 del report “How Google Fights Piracy”
Rimossi dal motore di ricerca più di 3 miliardi di URL, mentre nel 2017 non sono stati approvati 10 milioni di annunci pubblicitari

Google ha rilasciato ieri l’edizione 2018 del report “How Google Fights Piracy”, in cui illustra i programmi, le policy e le tecnologie messe in campo per combattere la pirateria online e per continuare a creare opportunità per chi crea contenuti, in tutto il mondo. “Innanzitutto, facciamo investimenti importanti in tecnologia, strumenti e risorse che consentano di prevenire la violazione del copyright sulle nostre piattaforme; inoltre, lavoriamo insieme ad altri attori del settore per combattere la pirateria. Questi sforzi stanno portando dei risultati: nel mondo, la pirateria online è diminuita, mentre la spesa per i contenuti legalmente disponibili è in crescita in tutte le categorie”, spiega Google.
I risultati principali
• Più di 3 miliardi di dollari: l’importo che YouTube ha pagato ai titolari dei diritti che hanno monetizzato l’utilizzo dei loro contenuti in altri video tramite Content ID, il nostro strumento per la gestione dei diritti.
• Più di 100 milioni di dollari: l’importo che la società investito nella creazione di Content ID, incluso lo staff e le risorse tecnologiche.
• Più di 1,8 miliardi di dollari: l’importo che YouTube ha pagato all’industria musicale tra ottobre 2017 e settembre 2018, calcolando i soli introiti pubblicitari
• Più di 3 miliardi: il numero di URL che sono stati rimossi dal motore di ricerca per violazione del copyright, a partire dal momento in cui abbiamo messo a disposizione dei detentori dei diritti e dei loro agenti lo strumento che permette di effettuare
segnalazioni.
• Più di 10 milioni: il numero di annunci pubblicitari che Google non ha approvato nel 2017 perché sospettati di violazione del copyright o perché rimandavano a siti che violavano il copyright.
I cinque principi per combattere la pirateria
1) Creare alternative legali più numerose e migliori: la pirateria spesso nasce quando c’è difficoltà da parte dei consumatori di accedere a contenuti leciti. Sviluppando prodotti che rendono più facile per le persone accedere a contenuti legittimi, come Google Play Music e YouTube, Google aiuta a far crescere le entrate delle industrie creative e offre ai consumatori possibilità di scelta.
2) Follow the money: visto che la maggior parte dei siti specializzati nella pirateria online lo fanno con l’obiettivo di fare soldi, un modo per combatterli è bloccare i loro guadagni. Google impedisce ai soggetti che violano il copyright di usare le sue soluzioni pubblicitarie e i sistemi di monetizzazione.
3) Essere efficienti, efficaci e scalabili: Google concentra i suoi sforzi sull’implementazione di soluzioni antipirateria che funzionino su larga scala. Per esempio, fin dal 2010 ha cominciato a investire in modo significativo nella semplificazione del processo di rimozione dei risultati di ricerca per violazione del copyright. Come risultato, queste procedure migliorate permettono di elaborare le richieste di rimozione dai risultati di ricerca al ritmo di milioni alla settimana.
4) Restare in guardia contro gli abusi: alcuni soggetti effettuano false segnalazioni per violazione del copyright al fine di far rimuovere contenuti che non vogliono che resti online. L’azienda s’impegna a identificare e respingere le accuse di violazione fittizie, così come le richieste di rimozione per motivi politici o concorrenziali.
5) Assicurare trasparenza: Big G vuole anche assicurare trasparenza. Nel suo Transparency Report rende noto il numero di richieste di rimozione di informazioni dei servizi ricevute dai proprietari di copyright e dai governi.