glomex, il video marketplace in cui content owner ed editori si incontrano
Corrado Viganò, regional sales director per il Sud Europa dell’azienda del gruppo ProSiebenSat.1, illustra a DailyNet le caratteristiche della piattaforma. E assicura: «Pronti a dare nuova vita al video»
Tra gli stand dello IAB Forum era presente anche Corrado Viganò, regional sales director per il Sud Europa di glomex, società tedesca nata circa un anno fa come spinoff di ProSiebenSat.1, il più grande broadcaster privato del Paese. «ProSiebenSat.1 possiede anche la più importante sales house televisiva nei Paesi germanofoni, quindi Germania, Austria e Svizzera», ha precisato lo stesso Viganò a DailyNet.
Ci spiega in quale campo opera glomex?
Siamo un global media exchange - come dice il nome glo-me-ex - parte del Gruppo ProSiebenSat.1. Il lancio è avvenuto un anno fa come risposta a delle esigenze comuni alla gran parte degli attori del mercato, dai content owner ai publisher, dalle sales house alle agenzie. D’altra parte, nonostante la televisione sia ancora un media assai vivo, specialmente nel nostro Paese, stiamo assistendo a un progressivo abbandono del piccolo schermo in favore del video digitale, in particolare per quel che concerne le fasce più giovani della popolazione. È una riflessione che fanno tutti i broadcaster, e in un contesto in cui in rete c’è una bassa inclinazione a pagare adeguatamente i contenuti premium.
Corrado ViganòQual è la ricetta migliore per sopperire a questo problema?
Il tema è stato sollevato anche nel corso dell’ultimo IAB Seminar dedicato al video advertising: il contenuto premium ha costi di produzione non compatibili con i cpm attualmente pagati da alcuni attori di internet. D’altro canto i publisher non sono disponibili ad accettare qualsiasi contenuto, vogliono qualità. L’obiettivo di glomex è quello di fungere da trait d’union fra una offerta caratterizzata da scarsità di inventory e i broadcaster, alle prese con difficoltà di monetizzazione. Noi di glomex ci occupiamo di dare una soluzione a questa dicotomia, in cui l’offerta c’è ma non trova la domanda e viceversa.
Come, in concreto?
glomex ha verificato come la maggior parte dei video, al di fuori delle solite piattaforme come Google e Facebook, siano fruiti sui siti della codalunga (70%), ossia delle realtà editoriali medio-piccole. Sono quei publisher che possono anche vendere la pubblicità a prezzi più alti, potendo contare su una audience specifica e profilata. Glomex è il marketplace dove content owner ed editori si incontrano, garantendo a entrambi nuove fonti di monetizzazione. Tutti gli attori guadagnano attraverso un modello di revenue sharing. Il marketplace è un luogo dove transitano contenuti premium. Si tratta di un business model del tutto inedito e legato a un ecosistema in pieno sviluppo.
Non c’è il rischio che qualcuno non sia contento?
Il video deve diventare nomade: un filmato deve poter viaggiare attraverso il web e non penso che ci siano grandi resistenze. In Germania abbiamo riscontrato i primi risultati positivi mentre in Italia le reazioni iniziali mi rendono fiducioso. È un circolo virtuoso e poi sono convinto che tutti i broadcaster riconosceranno presto i plus di glomex, vale a dire la sua anima doppiamente locale e internazionale. Anche i broadcaster, infatti, hanno una grande conoscenza dei mercati dove operano e hanno contemporaneamente la possibilità di scalare, attraverso piattaforme globali.