La GenAI come risposta alle reali esigenze aziendali: Brainyware entra nel cuore delle piccole medie imprese
La società si rivolge a strutture operanti in settori critici quali sanità, finanza, industria, indagini forensi e pubblica amministrazione, oltre che al mondo delle PMI, e offre una soluzione che garantisce la sovranità del dato e un pricing democratico, accessibile a realtà di ogni dimensione. Ne parliamo con il CEO Alberto Adorini

Alberto Adorini
In un contesto in cui l’adozione dell’intelligenza artificiale generativa non è più un’opzione, ma un fattore cruciale per la competitività delle imprese, Brainyware presenta la propria soluzione di “private AI” e i primi interessanti risultati raggiunti dopo l’ingresso sul mercato lo scorso giugno. Brainyware è una startup innovativa italiana che propone una soluzione di intelligenza artificiale generativa progettata per supportare la competitività delle imprese. Fondata da Alberto Adorini (CEO), Davide Cuttini (responsabile R&S) e Ivan Prez (CTO), la società si rivolge ad aziende operanti in settori critici quali sanità, finanza, industria, indagini forensi e pubblica amministrazione, e alle PMI. La soluzione proprietaria si distingue per un modello che garantisce la sovranità del dato e un pricing democratico, accessibile a realtà di ogni dimensione. Il cuore tecnologico è un algoritmo proprietario che permette di addestrare l’AI sui dati specifici dell’azienda, in modo da offrire risposte estremamente precise e personalizzate. Ne parliamo con il CEO Alberto Adorini (ospite di DailyOnAir - The Sound Of Adv).
La GenAI sempre più al centro delle nostre vite: perché e dove può incidere maggiormente?
«Gli ambiti sono tantissimi, ce ne siamo accorti a partire dal lancio di ChatGPT, che poi si è rivelata l’adozione più veloce della storia di una tecnologia, la quale ha portato allo scoperto un fenomeno già visto, ossia la proliferazione piuttosto generosa di un’offerta iniziale che però ha anche creato una sorta di paralisi nelle scelte aziendali».
In quali settori di mercato la GenAI appare più utile?
«In generale, nel mondo imprenditoriale e in quello delle PMI che, tuttavia, è stato inizialmente riluttante nell’adottare la GenAI, anche perché non è stato facile, e non lo è ancora, inserire una simile novità in un contesto tecnologico già consolidato. Si è quindi creata una certa cautela, dovuta al timore legato alla possibilità di trainare, attraverso il caricamento dei dati sulle AI generative, una nuova generazione di modelli: e così, circa il 30% delle aziende americane ne ha inibito l’utilizzo ai propri dipendenti; la seconda preoccupazione è relativa alle domande che poniamo e alla conseguente conoscenza che risulta sin troppo generalista. Si può, insomma, fare molto meglio, ma solo se si ascoltano le reali esigenze delle aziende».
Con quali obiettivi avete debuttato sul mercato?
«Con l’idea di diffondere la nostra soluzione completa di Private AI, che permette ai dati rimanere all’interno del perimetro aziendale, costituita da un hardware in cui vengono installati dei modelli LLM open source, che possono essere europei, americani, cinesi. Il modello selezionato viene interfacciato con un layer di software costruito da noi per far in modo che la conoscenza aziendale venga assorbita dalla nostra piattaforma e crei dei workflow specifici per l’impresa, utilizzabili anche da chi non è un tecnico, con risposte tagliate e tarate rispetto alla conoscenza interna aziendale. L’opportunità sul mercato è gigantesca soprattutto in ambito micro e mini PMI, con l’adozione dell’AI che viaggia intorno all’8%. Vogliamo dare e ridare competitività alle piccole medie imprese e ai micro business nazionali».
Quali saranno i prossimi step di Brainyware?
«Lavoriamo per verticalizzare dei casi d’uso che rispondano alle vere esigenze dei singoli clienti; c’è un grosso sviluppo nel mondo legale, come pure nel pianeta delle piccole e medie imprese relativamente ad alcuni compiti veramente onerosi che la GenAi potrebbe risolvere. Pensiamo alla manualistica: aiutiamo le aziende a interpellare, tradurre e creare dei manuali, partendo da basi già esistenti nel passato, una cosa che fa risparmiare ore e non pochi soldi».