Il Fashion in versione ecommerce a +25% sul 2015
È questa l’informazione che emerge dalla fotografia scattata dall’Osservatorio eCommerce b2c, che fa luce anche su come il comparto dell’Abbigliamento cresca a velocità doppia rispetto al resto dell’ecommerce

Nel 2016 il mercato ecommerce nel Fashion, ossia l’acquistato da consumatori italiani su siti sia italiani sia stranieri, supera gli 1,8 miliardi di euro, con un incremento in valore assoluto di 365 milioni di euro (+25%) rispetto al 2015. Il contributo del Fashion nell’ecommerce di prodotto è secondo solo a quello di informatica ed elettronica: l’incidenza era pari al 6% nel 2012 e oggi arriva a sfiorare il 10%. La crescita del mercato spinge la penetrazione dell’online al 5% del totale retail nel comparto. È quanto emerge dalla fotografia scattata dall’Osservatorio eCommerce b2c, giunto alla quindicesima edizione e promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. La ricerca, presentata a Milano presso il Campus Bovisa in occasione del Convegno “L’online nel fashion: un canale che fa tendenza”, è la prima delle due previste con focus specifico sui settori merceologici più importanti per lo sviluppo dell’eCommerce nel nostro paese, ossia il Fashion e il Food&Grocery.
Il Fashion ecommerce cresce del 30% anno su anno
“L’Abbigliamento è uno dei comparti merceologici più dinamici dell’ecommerce b2c italiano per almeno tre ragioni: ritmo di crescita superiore a quello medio del commercio elettronico, offerta eterogenea e in continuo fermento, e, infine, spiccata propensione all’innovazione” afferma Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. “Negli ultimi 5 anni, il tasso di crescita medio annuo dell’Abbigliamento è stato pari al 30% circa, il doppio rispetto a quello dell’ecommerce nel suo complesso (+15% circa), sia nella domanda sia nell’offerta”, conclude.
La domanda: quasi un italiano su due acquista sui siti di grandi retailer e lo fa da smartphone
I web shopper italiani effettuano, nel 46% dei casi, acquisti mass market sui siti dei grandi retailer italiani e internazionali e sui marketplace generalisti. Seguono, con un peso del 36%, gli acquisti “luxury” realizzati sui siti delle grandi Dot Com, delle vendite private, dei produttori high fashion del Made in Italy e delle boutique multi-brand. Infine conquistano una quota del 18% gli acquisti di abbigliamento e accessori sportivi dai siti dei retailer specializzati, dei produttori e delle Dot Com generaliste. Nel 2016, gli acquisti via smartphone nell’abbigliamento crescono del 26% e superano quota 350 milioni di euro, confermandosi come uno dei comparti con la più alta penetrazione (19%) degli acquisti da smartphone sul totale domanda ecommerce. Se si aggiungono gli acquisti da tablet la penetrazione raggiunge il 33% del totale domanda online.
L’offerta: l’abbigliamento si conferma il primo comparto di prodotto per vendite online
Le vendite di abbigliamento da siti italiani a consumatori italiani e stranieri sfiorano nel 2016 i 3 miliardi di euro, in crescita del 35% rispetto al 2015. Anche grazie a un tasso di crescita quasi doppio rispetto a quello dell’ecommerce totale (+19%), l’abbigliamento si conferma il primo comparto di prodotto per vendite online con un’incidenza del 17%. L’export di abbigliamento, inteso come valore delle vendite da siti italiani a clienti stranieri, aumenta del 30% e supera quota 1,3 miliardi di euro, trainato dalla componente “luxury”. Il 45% delle vendite Fashion valica i confini nazionali alla volta di Europa - in primis UK, Francia e Germania - USA, Russia e, in misura minore, Cina, Giappone e America Latina. In questo scenario, le Dot Com – sia eretailer (specializzati e generalisti) sia siti delle flash sales – pesano il 69% delle vendite, mentre le imprese tradizionali solamente il 31%. Analizzando poi la concentrazione di mercato, i primi 5 operatori nell’abbigliamento generano il 54% delle vendite online e incrementano il loro peso rispetto al 2015, quando l’incidenza era pari al 50%, anche grazie ai fenomeni di acquisizione e fusione.
Il commento di Liscia: la chiave è un approccio omnichannel
“Il fashion è una delle industry più rilevanti a livello italiano e mondiale per vendite ecommerce e questo risultato è il frutto di un settore che ha saputo cogliere le potenzialità generate dall’evoluzione dei comportamenti di consumo e delle tecnologie, apportando innovazioni alla customer experience, al sistema d’offerta e, più in generale, all’intero modello di business”, afferma Roberto Liscia, presidente Netcomm. “Il comportamento di consumo degli acquirenti di fashion è caratterizzato da un approccio omnicanale, nel quale sia i touch point fisici che quelli digitali giocano un ruolo chiave. Questo nuovo customer journey è stato ben compreso dalle aziende impegnate in ambito fashion, che negli anni hanno apportato numerose innovazioni alla customer experience: dall’utilizzo dei social come canale di comunicazione e di customer care, ai totem virtuali nei punti vendita fisici per prenotare i capi non disponibili al momento”, ha concluso. <