Facebook chiede ai governi di dare nuove regole a internet. E propone le grandi company come aiutanti
“I legislatori - scrive Zuckerberg in un editoriale sul Washington Post - dovrebbero avere un ruolo più attivo nella definizione del web”, e i colossi sono i giusti partner con cui collaborare, in quanto prendono decisioni ogni giorno sui temi da regolare. Ma sarebbe giusto nei confronti di internet?
Mark Zuckerberg
La nuova direttiva europea sul copyright ha ufficialmente responsabilizzato gli aggregatori di contenuti, dando loro il compito di filtrare i messaggi prodotti esternamente e condivisi sulle piattaforme di cui sono proprietari. La mole di video, commenti e articoli condivisi, però, è davvero enorme, e Facebook, Google e compagnia non sono (e non si ritengono) in grado di portare a zero il rischio di incocciare in contenuti indesiderati.
In un editoriale pubblicato sul Washington Post, Mark Zuckerberg ha ammesso l'eccessivo peso di questa responsabilità ed ha chiesto ai governi di dare delle regole nuove a internet: “I legislatori mi hanno sempre detto di avere un potere eccessivo su ciò che viene comunicato, e francamente sono d'accordo”. Addirittura, rivela, Facebook stava “creando un organismo indipendente in modo attraverso cui le persone potessero fare appello contro le nostre decisioni” su ciò che è stato postato e ciò che viene rimosso.
La collaborazione con i governi secondo Zuckerberg
Secondo il fondatore del social network - riporta il Guardian -, i governi dovrebbero dunque giocare un “ruolo più attivo” nella definizione di internet, prendendo decisioni sui contenuti nocivi, integrità delle elezioni, privacy e portabilità dei dati. Tutto questo può avvenire attraverso una collaborazione con le stesse piattaforme che su internet lavorano ogni giorno, specialmente da quelle con profitti particolarmente alti.
“Prendiamo decisioni su quali argomenti sono dannosi, su cosa costituisca una campagna elettorale e su come prevenire cyber attacchi sofisticati tutti i giorni. Questi sono elementi importanti per mantenere la sicurezza nella nostra community Ma se dobbiamo ripartire da zero, non chiederemmo mai alle company di fare questi giudizi da sole”.
“Credo che ci sia bisogno che i governi e i legislatori interpretino un ruolo più attivo. Aggiornando le regole relative a internet possiamo preservare il meglio che ha da offrire, ovvero la libertà di esprimersi per le persone e di costruire nuove cose per gli imprenditori, proteggendo al contempo la società da danni più vasti”, afferma Zuckerberg.
Dunque gli organismi di terze parti dovranno impostare le regole a cui i social network dovranno sottostare, rinforzare le leggi sulla neutralità in fase di elezioni e sui punti di vista divergenti delle varie fazioni, di creare una nuova regola per il targeting dei votanti e raccogliere report trimestrali sulla trasparenza dalle varie piattaforme.
È giusto che Facebook collabori?
Dopo aver lasciato condurre per anni un business sregolato in un mondo senza regole, gli organismi preposti hanno iniziato a stringere la morsa sulle responsabilità delle grandi piattaforme online. Tra multe salatissime e gravi danni d'immagine, adesso sembra che ai colossi non convenga più essere i padroni di un ambiente senza regole, alla cui sregolatezza hanno contribuito pesantemente con le loro azioni, mirate alle loro finalità.
Negli ultimi anni sembra che il vento sia girato, e conviene che a mettere le cose a posto sia qualcun altro. Ma non da solo, perché il risultato potrebbe scostarsi troppo dai progetti già tracciati. Ecco dunque che Zuckerberg si propone come ausilio, senza responsabilità ma con potere. L'appello di Zuckerberg, dunque, è giusto, ma i regolatori dovrebbero rifiutare il suo ausilio. Il senso di dare regole a internet è quello di creare un ecosistema libero, senza interessi e senza monopoli.