Facebook cede un po’ di terreno: in arrivo nuovi formati sugli Instant Articles
La piattaforma apre a nuove soluzioni promozionali e rivela alcuni numeri: a quota 1 milione il transato giornaliero dagli editori tramite Audience Network
Facebook cede ancora un po’ di terreno nella perenne contesa con gli editori in tema di Instant Articles. Dopo aver scontato alcuni abbandoni di lusso - i più eccellenti dei quali sono stati il Guardian e il New York Times, presenti nella rosa dei partner di lancio della feature -, il social ha dovuto fare i conti con le esigenze di monetizzazione dei publisher, alla quale ha risposto con un aumento della pressione pubblicitaria a discapito della user experience. E se all’inizio di quest’anno la società ha annunciato la possibilità di incrementare il numero di annunci all’interno degli Instant Articles aprendola alla sezione “related articles”, giovedì scorso ne ha ufficialmente rivelato l’estensione a tutti gli editori.
Il rapporto con gli editori
Il formato consiste nell’inserimento di unità native all’interno della sezione “articoli correlati” in cui sono mostrati contenuti pubblicitari rilevanti e targettizzati dalla rete di sponsor. Secondo quanto dichiarato da Facebook i primi test hanno generato ricavi incrementali per i publisher, ma la compagnia non ha rilasciato numeri, nemmeno a livello percentuale. L’intenzione, ora, è di ricevere feedback da una quantità maggiore di fonti, al fine di comprendere meglio la natura dell’inedita soluzione promozionale. Non c’è comunque dubbio, a detta di Facebook, che l’obiettivo principale degli Instant Articles sia quello di ottimizzare il livello qualitativo e la velocità di fruizione degli articoli sul web. Un proposito spesso ripetuto dalla piattaforma e molto inviso agli editori, aggrappati alla necessità di portare traffico sul proprio sito così da avere una piena remunerazione dell’inventory e dei costi di produzione della notizia. Ecco spiegato il motivo per cui queste vere e proprio concessioni da parte da Facebook i suoi sforzi per mantenere alti il livello e la rapidità di esecuzione di un contenuto.
I (pochi) numeri di Instant Articles
Negli ultimi mesi la società ha anche aperto a call-to-action negli articoli per dare la possibilità ai partner editoriali di proporre l’iscrizione alle rispettive newsletter o scaricarne l’app. Non solo: a maggio Facebook ha anche lanciato una estensione della SDK attraverso cui i publisher possono creare contenuti veicolabili su Google AMP e Apple News mentre si caricano i propri Instant Articles, favorendo in questo modo l’accesso alla feature da parte di nuove realtà. E nonostante alcuni nomi importanti abbiano scelto di non usare Instant Articles, sono oggi più di 10.000 gli editori che se ne servono su scala globale, e un terzo dei click sugli articoli che circolano riguarda proprio il prodotto del social. Anche le call-to-actions stanno cominciando a dare risultati e oggi Instant Articles ripaga gli editori per oltre 1 milione di dollari al giorno solo tramite Audience Netwrok- che poi è la modalità principale per la vendita della pubblicità sugli Instant Articles. Cosa più importante, però, è che sul piano aggregato, gli Instant Articles generano tra il 20 e il 50% di traffico in più rispetto al mobile web. E negli ultimi sei mesi l’RPM (Reveneue per 1.000 Pages) restituito da Auciende Network è impennato di oltre il 50%.